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Cosa sono i Btp (Buoni del Tesoro Poliennali), quanto rendono e i rischi connessi

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Oct 13, 2018, 17:52 UTC

Guida pratica e veloce per investire nei Btp, i buoni del tesoro poliennali. Cosa sono, come si sottoscrivono e dove, la durata dei Btp e i rendimenti. Ma anche i rischi legati all'investimento.

Btp Buoni del tesoro poliennali

I Btp, i Buoni del Tesoro Poliennali, si riappropriano dei titoli di apertura dei telegiornali, li ritroviamo in prima pagina sui quotidiani cartacei ed online. A suscitare il nostro interesse è in particolare il differenziale tra il Btp e l’omologo tedesco Bund, un differenziale lievitato sensibilmente dopo la presentazione della manovra finanziaria italiana ai mercati.

Sappiamo cosa sono i Btp? Come si investe nei buoni poliennali, quanto rendono e quali sono i rischi a essi connessi? In questa guida analizzeremo tutti gli aspetti principali per diventare persone competenti in fatto di investimenti in Btp.

Cosa sono i Btp

I Btp, buoni del tesoro Poliennali, sono obbligazioni emesse dallo stato italiano attraverso il Dipartimento del Tesoro che fa capo al Ministero dell’economia e delle finanze. Sono titoli di debito, o con parole povere, è il debito dello stato italiano ceduto agli investitori in cambio di una garanzia di interessi a scadenze predeterminate. Gli interessi sono pagati con cedola fissa posticipata semestralmente.

Quanti tipi di Btp esistono

Esistono ben otto tipi di Btp, essi si differenziano per la durata (scadenza) temporale. Abbiamo quindi:

  • Btp a 3 anni;
  • Btp a 5 anni;
  • Btp a 7 anni;
  • Btp a 10 anni;
  • Btp a 15 anni;
  • Btp a 20 anni;
  • Btp a 30 anni;
  • Btp a 50 anni;

I più noti sono i Btp a 10 anni, quelli cioè presi come riferimento per calcolare il differenziale (lo spread) con i Bund tedeschi. Lo spread Btp-Bund è diventato una sorta di termometro dello stato di salute dell’economia italiana, se sale non è un buon segno, se scende significa che l’economia italiana viaggia a gonfie vele.

Come si comprano i Buoni del Tesoro Poliennali

I Btp si comprano mediante un procedimento chiamato asta marginale, che si svolge due volte al mese secondo un calendario prestabilito:

  • durante la seconda settimana del mese si collocano i Btp a 3 e 7 anni ed i Btp a 15 o 30 anni se il mercato ne fa richiesta;
  • durante l’ultima settimana del mese il Tesoro colloca all’asta i Btp a 5 e 10 anni.

Il quantitativo di Btp disponibili all’asta viene annunciato prima di ogni asta dal Dipartimento del Tesoro. Il prezzo dei buoni del tesoro si determina durante la fase di incrocio tra l’offerta e la domanda pervenuta.

Alle aste partecipano soltanto le banche e gli intermediari autorizzati, come le imprese di investimento e i fondi di investimento esteri preventivamente registratisi presso la Banca d’Italia.

I risparmiatori possono accedere ai Btp attraverso gli intermediari, sottoscrivendo presso di loro i Btp prima della scadenza dei termini. Il valore nominale minimo di un Btp è di 1.000 euro o suoi multipli.

Volendo fare un esempio, il risparmiatore interessato ai Btp a 10 anni presenterà la richiesta al proprio intermediario di fiducia – una banca – prima dell’ultima settimana del mese. Potrà sottoscrivere un singolo buono poliennale del valore di 1.000 euro o due buoni del valore complessivo di 2.000 euro, e così via.

L’acquisto dei Btp sul mercato secondario

Una volta emessi i Btp possono essere acquistati sul “mercato secondario”, il MOT: Mercato telematico delle obbligazioni e dei titoli di stato. Il mercato in questione è regolamentato dallo stato e gestito dalla Borsa Italiana spa.

Anche in questo caso il piccolo investitore non può accedere direttamente alla Borsa di Milano e si rivolge agli intermediari per acquistare i buoni del tesoro già emessi con un importo minimo di 1.000 euro.

Un terzo mercato, l’MTS – Mercato telematico dei titoli di stato, gruppo London Stock Exchange – è riservato agli intermediari autorizzati. In questo caso gli investimenti minimi sono di 2 milioni di euro.

Quanto rendono i Btp

Il rendimento dei Btp è legato al meccanismo dell’asta marginale sinteticamente descritto prima. L’incrocio tra domanda e offerta di Btp, e il valore nominale pari a 100, determinano il rendimento dei buoni del tesoro poliennali.

Le cedole riconosciute al risparmiatore sono predeterminate al momento dell’emissione in misura fissa e pagate posticipatamente ogni sei mesi. Il rendimento del Btp, una volta emesso, resta costante per tutta la sua durata.

Esempi di rendimento dei Btp

Solo a titolo di esempio, vediamo il rendimento dei Btp in tempo reale.

I Btp sul mercato secondario MOT hanno ciascuno un proprio rendimento in base al periodo di emissione. Per verificare il rendimento attuale, visita la pagina ufficiale del sito Borsa Italiana dedicata ai rendimenti del Btp.

A questo proposito, è bene sottolineare che lo spread Btp-Bund a 10 anni non è il rendimento dei buoni del tesoro poliennali, essi hanno un proprio rendimento.

Quando conviene investire in Btp

Investire in Btp è maggiormente redditizio proprio quando sale l’insoddisfazione dei mercati per lo stato di salute dell’economia italiana. Per assurdo questo periodo di grande sofferenza causato dalle incertezze della manovra economica si rivela il momento migliore per il risparmiatore intenzionato a investire nei buoni dello stato.

Quali sono i rischi connessi ai Btp?

I rischi connessi ai Btp da tenere in considerazione sono due.

Il primo è legato alla possibilità che a scadenza il Dipartimento del Tesoro risulti inadempiente nel rimborso del capitale: tale eventualità si potrebbe verificare anche con le cedole semestrali. Ma quando questo avverrebbe? Solo nel caso in cui lo stato italiano dovesse fallire. Questa è quindi una ipotesi abbastanza remota, ma di cui tenere conto alla luce delle mutevoli condizioni politiche ed economiche che anche l’Italia, come altri Stati, si trova ad affrontare nel suo viaggio nella storia.

Il secondo è legato alla volontà del risparmiatore di vendere anticipatamente i Btp sul mercato secondario: per scelta o per necessità. In questo caso bisogna stare attenti a quando si vende perché si rischia di incassare meno di quanto si è investito. Se il rendimento al tempo della vendita anticipata è più elevato rispetto al momento della sottoscrizione o acquisto, si riceve meno dell’investimento collocato inizialmente. Il rischio appena descritto è tanto più elevato quanto maggiore è la vita residua del BTP. Significa che le variazioni dei rendimenti hanno effetti consistenti sui BTP a più lunga scadenza.

Le alternative ai Btp

Vediamo brevemente quali possono essere le alternative ai Btp. Per il risparmiatore con un basso profilo di rischio è consigliabile valutare come alternativa o come forma di ampliamento del proprio portfolio, i nuovi buoni fruttiferi postali emessi da Cassa Depositi e Prestiti.

Per profili di rischio medi e con una moderata capacità di fondi da investire, consigliamo di leggere la guida come investire 10.000 euro senza rischi per il capitale.

Gli investitori più aggressivi, invece, troveranno molto utili le seguenti due guide:

  1. Come investire in azioni italiane e straniere.
  2. Come investire in criptovalute.

Concludendo

In sintesi hai potuto apprendere le informazioni salienti sul meccanismo di funzionamento dei Btp, hai compreso come essi sono collocati sul mercato e come puoi sottoscriverli in fase di prima collocazione o acquistarli nel mercato secondario. Hai compreso che i rischi legati ai buoni del tesoro poliennali sono essenzialmente due, ed hai potuto valutare le alternative a questa forma di investimento che in Italia resta una delle più praticate dagli italiani che vogliono investire senza troppi rischi nel breve, medio e lungo periodo.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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