Cos'è il Next Generation EU e cos'è il Recovery Fund? Mappa semplice per addentrarsi nel piano di recupero dell'economia europea previsto dalla Commissione UE.
La presa di coscienza che la pandemia ha comportato per tutta l’Unione Europea una forte battuta di arresto all’economia appesantendo in particolare la vita delle classi sociali più deboli, ha permesso alla Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen di presentare un piano di rilancio e di resilienza dal nome evocativo: Next Generation EU.
La prossima generazione, anzi, le prossime generazioni dell’Unione Europea dovranno molto a questo programma se sarà implementato nella maniera più efficace.
Ai molti è noto banalmente come Recovery Fund, ma la riduzione giornalistica utilizzata in Italia perché si ritiene che il termine sia probabilmente di più facile pronuncia, e utilizzo, ha finito per banalizzare e ridurre il piano della Commissione europea ai 209 miliardi di euro che l’Italia dovrà ricevere. E, a questa banalizzazione, si è aggiunta “l’esigenza politica” di far passare il messaggio che questi soldi arriveranno tutti insieme e subito: ma non è vero.
Vogliamo capire cos’è il Next Generation EU? Allora partiamo dall’inizio e facciamolo con numeri e punti elenco sintetici che raccolgono le parti essenziali del progetto. Ci apriremo successivamente ai dettagli.
“Per contribuire a riparare i danni economici e sociali causati dalla pandemia di coronavirus, la Commissione europea, il Parlamento europeo e i leader dell’UE hanno concordato un piano di ripresa che aiuterà l’UE ad uscire dalla crisi e getterà le basi per un’Europa più moderna e sostenibile.”
Quanto appena letto costituisce il Piano di recupero (Recovery plan) dell’UE che associa i fondi che gli Stati membri metteranno nel Bilancio a lungo termine (2021-2027) con l’iniziativa NextGenerationEU.
Totale dei fondi disponibili 750 miliardi in sette anni di cui: 390 mld € di sovvenzioni e 360 mld € di prestiti. I capitali verranno raccolti sui mercati finanziari, i prestiti andranno restituiti entro il 2058.
Tali fondi richiedono impegni giuridici entro il 31/12/2023 e pagamenti entro il 31/12/2026.
Il nuovo accordo raggiunto dagli Stati membri prevede in linea di massima di coprire le seguenti strategie di ripresa con il Bilancio a lungo termine e il Next Generation EU:
La politica di coesione e la politica agricola comune “continueranno a ricevere ingenti finanziamenti per garantire la stabilità e la modernizzazione”.
Il 30% dei fondi europei verrà riservato alla lotta ai cambiamenti climatici. Inoltre il pacchetto presta attenzione alla protezione della biodiversità, oltre che alla parità di genere. Si tratta nella fattispecie del Green deal europeo che la Ursula von der Leyen aveva già pianificato prima della pandemia.
Per finanziare il Next Generation EU è stato previsto un innalzamento al 2% del PIL il contributo degli Stati membri. In questo modo la Commissione europea si potrà rivolgere al mercato finanziario, con un sostegno forte e il suo rating finanziario massimo, per chiedere dei prestiti sotto forma di titoli obbligazionari direttamente emessi: euro bond.
Il prestito che l’UE chiederà ai mercati finanziari è appunto di 750 miliardi di euro, con un lungo periodo di restituzione. L’UE inizierà la restituzione dei fondi a partire dal 2028 e fino al 2058, spalmando il rimborso quindi nei futuri bilanci.
Volendo riassumere diversamente i pilastri su cui l’Unione Europea si impegnerà a ripristinare la sua economia e a gettare le basi per un nuovo futuro, possiamo sintetizzare il Recovery plan (bilancio lungo termine + Next Generation EU) come segue:
All’interno del Next Generation EU è di particolare importanza il Green Deal europeo. Le nazioni che richiederanno i fondi saranno obbligate a spendere il 37% per la transizione energetica e la riduzione dell’impatto ambientale.
Ecco cosa prevede il Green Deal europeo nello specifico:
Il rafforzamento del mercato unico adattandolo all’era digitale, questo è l’altro obiettivo dell’UE contenuto nel Next Generation EU, che tradotto significa capire che il commercio è stato trasformato dal digitale.
Le imprese che seguono quelle associazioni di categoria o centri studi che non fanno altro che lamentarsi che il commercio elettronico è la sciagura dei negozi del territorio e che Internet è la loro rovina, non hanno compreso i tempi in cui vivono. E se falliranno non sarà a causa di internet, ma per non aver capito il cambiamento che questa epoca presenta a tutti.
Nessuno oggi si lamenta dell’assenza di imprese che producono carrozze trainate da cavalli, perché a partire dalla fine dell’800 sono state sostituite dalle autovetture. C’è qualcuno che vuol tornare alle carrozze trainate dai cavalli? Nessuno. Ma sarà bene non seguire chi sostiene le “carrozze di oggi”, per non appartenere domani al passato che fu.
Next Generation EU nasce per le future generazioni anche di investitori. A ciascun investitore seguire il flusso e capire dove sarà meglio investire.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.