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Investire nel mobile banking, la rivoluzione del mondo bancario

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Apr 19, 2022, 10:20 UTC

Investire nel mobile banking, la rivoluzione del mondo bancario

investire nel mobile banking

In questo articolo:

L’avvento dell’Internet banking ci ha condotti nel giro di pochi anni dall’home banking al mobile banking, rivoluzionando in pochi anni il mondo bancario.

Negli ultimi 20 anni il sistema bancario si è adattato alle esigenze dei clienti per fornire servizi ad una popolazione sempre più pratica con gli strumenti tecnologici ed anche per garantire la sopravvivenza delle società storiche in un settore altamente competitivo.

L’approccio degli acquirenti alle modalità di pagamento di beni e servizi è mutato di pari passo e nuovi servizi di pagamento, del tutto digitali, si sono affiancati alle carte di pagamento.

Investire nel mobile banking, dunque, non è presto ma quasi una rincorsa perché il settore fintech ha cambiato la faccia al settore bancario tradizionale costringendolo ad adattarsi al nuovo scenario.

In questa guida vogliamo apprendere in breve cos’è l’internet banking, l’evoluzione dall’home banking al mobile banking, per poi passare agli strumenti per investire nel mobile banking e negli strumenti di pagamento digitali.

Cos’è l’Internet banking

Da oltre 20 anni l’Internet banking è una realtà anche in Italia. I primi conti correnti online risalgono ai primissimi anni del nuovo millennio (lo scrivente ne ha uno dal 2002).

Internet banking significa la possibilità di accedere attraverso il canale web al proprio conto bancario, alle disposizioni effettuate, e ad altri servizi bancari solitamente forniti dallo sportello bancario (bonifico, F24, ecc.).

L’home banking rappresenta la prima evoluzione dell’Internet banking. In quei primi anni 2000 non esisteva lo smartphone e l’accesso al web avveniva attraverso PC e computer portatile connessi ad una rete via cavo.

Evoluzione dall’home banking al mobile banking

Verso la fine del primo decennio del nuovo millennio arrivano le prime versioni di smartphone, e dal 2010 si rendono disponibili le prime versioni di app mobile per iPhone.

Alcuni considerano anche l’SMS banking, attivo dal 1999, una forma di mobile banking ma il servizio serviva solo a informare il cliente dell’avvenuta transazione operata con la carta di credito o il bancomat collegato al conto corrente. Il servizio SMS era piuttosto un avviso contro usi impropri o illeciti della carta di pagamento personale.

Negli ultimi anni in Europa si è passati all’adeguamento dei regolamenti relativi alla sicurezza bancaria contro atti di frode e di pirateria informatica. Il passaggio ha obbligato le banche a dotare i clienti legati a servizi di internet banking, di una applicazione mobile che funzioni da secondo fattore di autenticazione (2FA).

Di conseguenza il mobile banking si è imposto per necessità anche tra le generazioni legate a sistemi di accesso ai servizi bancari meno avanzati.

Per le nuove generazioni è invece scontato che anche i servizi bancari siano mobile e intorno a questa esigenza le società bancarie sono prolificate, con una nuova generazione di banche che si stanno affermando in tutta Europa (Revolut, Hype, N26, ecc.) e nel resto del mondo.

Come pagano gli acquirenti i prodotti e servizi online

Le carte di pagamento si sono adeguate alle esigenze di acquisto dei clienti, permettendo anche gli acquisti di prodotti e servizi online.

Usare la carta collegata al conto per comprare online è scontato, ma un crescente numero di persone preferisce acquistare con metodi alternativi alla carta perché considerati più pratici e sicuri.

Questi ultimi sono i metodi di pagamento contactless che fanno uso della tecnologia NFC (Near Field Communication) degli smartphone, e tra essi si sono affermati:

  • Google Pay;
  • Apple Pay;
  • Samsung Pay;
  • Garmin Pay;
  • Fitbit Pay.

Questi servizi non sostituiscono del tutto le carte di pagamento, ma permettono di collegare queste ultime ad una applicazione finanziaria che si occupa di effettuare i pagamenti contactless, tra l’altro mascherando i dati reali della carta di pagamento effettivamente usata per pagare.

Questo fa comprendere all’investitore come il mondo bancario e dei pagamenti sia del tutto cambiato negli ultimi anni. Quando egli approccia agli investimenti nel settore bancario ne deve assolutamente tenere conto.

Investire nell’acquisto di azioni di una banca che sta fallendo o ha già fallito l’adeguamento ai servizi di mobile banking, è un rischio per l’investimento.

Inoltre, si comprende da quanto letto fino a ora, che investire nel mobile banking apre le porte a nuove opportunità.

Come investire nel mobile banking

Investire nel mobile banking non è semplicissimo, in particolare se si tenta di investire nelle nuove realtà bancarie che per prime, o che meglio delle banche classiche, stanno approfittando di questa mini rivoluzione dei servizi bancari.

Al momento le società fintech quotate in Borsa non sono moltissime. N26 ha pensato di quotarsi prossimamente, ma dopo lo stop di Banca d’Italia all’acquisizione di nuovi clienti, dovrebbe far scattare nell’investitore un piccolo campanello d’allarme.

Revolut e altre fintech bancarie potrebbero quotarsi in Borsa attraverso una IPO nei prossimi anni.

Per ora all’investitore interessato ad investire nel mobile banking si può consigliare di guardare più ampiamente agli investimenti nel fintech. Settore che presenta interessanti fondi passivi come il Global X Fintech UCITS (quotato a Milano) e l’Invesco KBW Nasdaq Fintech UCITS ETF.

Entrambi gli ETF qui menzionati sono facilmente accessibili poiché presentano un NAV molto basso. Il Global X non supera gli 8 euro e il fondo passivo Invesco resta sotto i 40 euro.

Investire nei pagamenti digitali

Se si parla di mobile banking, si fa necessariamente riferimento ai sistemi di pagamento digitali.

Come investire nei pagamenti digitali per beneficiare della crescita del settore?

Una delle soluzioni è investire in società come PayPal (PYPL), o come Block Inc (SQ), tuttavia molte altre società non sono ancora quotate in Borsa (vedasi Stripe che forse lo farà entro il 2022), oppure non hanno una completa esposizione nel settore dei pagamenti.

Per investire nei pagamenti digitali esiste un ETF di nome Rize Digital Payments Economy UCITS ETF (PMNT) quotato anche su Borsa Italiana con ISIN IE00BLRPRQ96. Tra le società del fondo passivo troviamo anche Visa e Mastercard, oltre a Cielo Sa e I3 Verticals Inc. (IIIV).

L’ETF è di recente costituzione (novembre 2021) e investe sia nei pagamenti digitali che nella crypto economy. Gestisce 6,85 milioni di fondi (AUM) ed ha una commissione fissa annua pari allo 0,45%.

Pro e contro investimento nel mobile banking

Pro

  • Beneficiare dell’innovazione nel settore bancario.
  • Pienamente inseriti nell’innovazione apportata dal fintech.
  • Potenziale crescita del capitale in un comparto in fase di sviluppo e di crescita.

Contro

  • Le tecnologie sono in rapida evoluzione, quindi è difficile predire quale sarà quella vincente nel lungo periodo.
  • Le società fintech sono giovani e se si basano su un modello di business sbagliato possono fallire.

Conclusione

Investire nel mobile banking non è tardi, ed apre le porte ad investimenti nel settore bancario per cogliere l’innovazione del comparto.

La digitalizzazione delle banche è in corso e il fatto che JP Morgan abbia aperto una sede nel metaverso, dovrebbe farci comprendere dove il settore bancario si stia dirigendo.

Una guida alle prospettive dirompenti del fintech è qui, mentre quanti fossero interessati ad effettuare investimenti tematici consigliamo di leggere l’articolo dedicato ai rischi di lungo periodo degli ETF tematici.

Se vuoi fare trading ora, inizia pure.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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