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Da Monero Classic a Bitcoin Gold. ‘Hard Fork’ delle Criptovalute Più Famose e Come (Non) Comprarle

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Jul 11, 2018, 13:23 UTC

L’Hard Fork di una criptovaluta è il “divorzio semplificato”. La community non va d'accordo sul futuro sviluppo della coin? Non c’è problema, facciamo un hard fork e ciascuno procede per la propria strada. Vale la pena investire in questi hard fork?

Hard Fork Criptovalute

Bitcoin ne ha subiti tanti e nessuno ci fa più caso: da Bitcoin Cash a Bitcoin Gold, passando per Bitcoin God e Bitcoin Diamond, non si contano più i fork.

Vale la pena investire in questi hard fork? E quello che scopriremo insieme nell’articolo dedicato agli Hard Fork delle criptovalute più famose e come (non) comprarle. Partiamo da Bitcoin.

Bitcoin e la Sua Stirpe di Hard Fork

I fork più noti e anche quelli scambiati sugli exchange di criptovalute sono:

BitcoinDark

Questo hard fork precede gli altri e risale al 2014. Il prezzo di BitcoinDark è rimasto piatto per anni, fino a quando il boom del 2017 ha trascinato il valore verso cifre vertiginose (387 USD il 7 gennaio 2018). Da allora ha perso molto ma non è tornato piatto e nonostante non abbia un vero progetto di sviluppo alle spalle, vale circa 40 euro. Il sito web, rifondato, è https://bitcoindark.life.

Bitcoin Gold, Bitcoin Private e Bitcoin God

Questi tre hard fork sono uno la fotocopia dell’altro e hanno molto più in comune con Zcash che con BTC. Condividono molte caratteristiche tra cui l’algoritmo di consenso Equihash, che in Bitcoin Gold è da poco diventato Equihash-BTG.

Bitcoin Gold Hard Fork

BTG è fra tutti quello di maggior fama, ma non dimentichiamo che a maggio 2018 ha subito con successo un attacco del 51% costringendo il team di sviluppo a rivoluzionare ancora una volta il codice.

Mentre gli altri due è meglio lasciarli nelle mani degli squali speculatori, Bitcoin Gold è disponibile sull’exchange Binance iscrivendosi da qui. Ma non considerarla una criptovaluta sulla quale investire a lungo termine: altre brutte sorprese potrebbero essere in agguato.

Meglio approfondire, invece, come comprare bitcoin con la nostra guida.

Anche Monero ha i suoi… ‘Divorzi’

I malumori in casa Monero sono iniziati quando Bitmain, nota società produttrice di chip per il mining, ha annunciato la produzione di un ASIC miner in grado di estrarre criptovalute che usano l’algoritmo CryptoNight. Con una decisione senza precedenti il fondatore di Monero, Riccardo Spagni ha comunicato alla community che l’algoritmo sarebbe stato cambiato ogni 6 mesi per contrastare lo sviluppo tecnologico degli ASIC.

La decisione ha portato alla nascita di ben due altcoin: Monero Classic e Monero Original.

Monero Classic e Monero Original

Entrambe le altcoin nascono con l’intento di restare amici degli ASIC. Di maggiore interesse XMO (Monero Original) il cui hard fork è stato annunciato con una pagina dedicata dal sito ufficiale monero.org.

XMO e XMC (Monero Classic) non hanno ottenuto lo stesso successo presso gli exchange, XMC, in quanto progetto cinese, ha dalla sua un maggior numero di exchange. La migliore scelta resta XMR, un progetto solido e con una mission gestita da un team collaudato, per comprare Monero leggi come fare nell’articolo dedicato.


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Litecoin Hard Fork

Litecoin ha i suoi fork originali con cui “competere”. Litecoin Cash è sicuramente il più divertente, basta guardare il logo per capire tutto: LCC scimmiotta BCC, cioè Bitcoin Cash. Litecoin Cash abbandona l’algoritmo scrypt e torna alle origini con lo SHA256; compie un’operazione di frazionamento delle coin aumentandole da 84 a 840 milioni. Ora c’è davvero Litecoin per tutti!

Litecoin Cash Hard Fork

Alcuni exchange decentralizzati hanno listato la coin e Stocks.Exchange ha avuto il coraggio di aggiungere la coppia LCC/LTC, ma non sembra riscuotere successo. Chi ha Litecoin non vuole scambiarlo con Litecoin Cash. E non possiamo biasimarlo. Leggi la nostra guida dedicata all’acquisto di Litecoin.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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