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Cos’è il Buffett Indicator e funziona davvero? Scopri come usarlo

Da
Fabio Carbone
Pubblicato: Nov 30, 2025, 05:46 GMT+00:00
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Cos’è il Buffett Indicator e funziona davvero per capire se un mercato nazionale è sottovalutato o sopravvalutato? Scopri come usarlo e individua le bolle.

Cos’è il Buffett Indicator

Nel dicembre 2001 il celebre economista e investitore Warren Buffett lanciò un indicatore noto col nome tecnico di Market Capitalization-to-GDP ratio. Uno strumento di analisi fondamentale per misurare la valutazione di un gruppo di azioni o di un indice nazionale in ogni momento.

Da allora l’indicatore è più comunemente conosciuto come The Buffett Indicator e lo scopo di questo articolo di approfondimento, inserito nella raccolta formativa di FXEmpire, è illustrare cos’è il Buffett Indicator e se funziona davvero.

Cos’è il Buffett Indicator?

Come saprai in tutta la sua carriera Buffett ha praticato il value investing, una strategia di investimento basata sull’analisi fondamentale di singoli titoli azionari.

L’obiettivo di Buffett è sempre stato quello di scovare società americane quotate in Borsa che avessero un valore intrinseco non ancora espresso, ma che lo sarebbe stato nei decenni a venire.

Dal suo lungo lavoro di investitore è nata la metrica Market Capitalization-to-GDP ratio che si prefigge di determinare se il mercato delle azioni è sottovalutato o sopravvalutato in un dato tempo.

Qual è la formula dell’indicatore di Buffett? Scopriamola subito.

La formula del Buffett Indicator

Ed ecco come funziona il Buffett Indicator attraverso la sua formula:

Buffett Indicator = Total Market Capitalization / GDP.

  • Total Market Capitalization: la capitalizzazione di mercato complessiva delle azioni inserite in un indice.
  • GDP: il prodotto interno lordo della nazione di riferimento dell’indice azionario.

Dunque un investitore che volesse conoscere il valore dell’indicatore di Buffett per l’Italia, dovrebbe dividere la capitalizzazione di mercato dell’indice Ftse Italia All-Share per il Pil italiano più recente.

Indicatore di Buffett per il mercato azionario italiano = Ftse Italia All-Share market cap / Pil Italia.

Per cosa si usa il Buffett Indicator?

L’obiettivo del Buffett Indicator è fornire all’azionista il rapporto tra il valore del mercato azionario nel suo complesso e le dimensioni dell’economia collegata.

Quando la capitalizzazione di mercato supera il Pil nazionale di un margine significativo, è allora che l’azionista dovrebbe iniziare a indagare i motivi per scoprire se si è in presenza di una situazione di sopravvalutazione generale.

In caso di eccessiva sopravvalutazione delle azioni e in assenza di driver forti, può bastare una notizia negativa moderatamente importante (non eccessivamente importante) per innescare una correzione temporanea o più profonda.

Dunque l’azionista può usare questo strumento di valutazione finanziaria come un elemento in più per stabilire se è il momento di rivedere il portafoglio finanziario, eventualmente vendendo parte o completamente le posizioni in forte guadagno.

Esempio pratico di utilizzo del Buffett Indicator

Poniamo il caso di aver investito su azioni italiane durante una fase di forte minimo. Dopo alcuni anni ci poniamo la domanda se non sia il caso di vendere per incassare le plusvalenze.

Non siamo, però, del tutto convinti che sia il momento giusto per vendere le nostre azioni e vogliamo valutare se il mercato azionario italiano è eccessivamente sopravvalutato dagli investitori o meno.

Utilizzando la formula sopra riportata abbiamo (dati aggiornati al 28/11/2025):

46041,86 (Ftse Italia All Share) / 2192,182 milioni di euro (Pil Italia) = 21%.

Individuare i trend lunghi con l’indicatore di Buffett

L’indicatore di Warrenn Buffett è utile in particolare per identificare le tendenze a lungo termine nella valutazione di mercato, piuttosto che i movimenti a breve termine.

Quando l’indicatore è ben al di sopra del 100%, può segnalare una bolla, poiché suggerisce che i prezzi delle azioni stanno aumentando più rapidamente dell’economia nel suo complesso. Quando l’indicatore è inferiore al 100%, può suggerire che le azioni sono relativamente economiche rispetto al PIL nazionale.

Nella nostra simulazione riportata nella sezione precedente, il rapporto tra indice delle azioni e il PIL italiano ha prodotto come risultato finale un 21%. Valore ben al di sotto della soglia del 100%, che potrebbe suggerirci un mercato delle azioni italiane ancora a forte sconto rispetto al loro valore reale. Ma è proprio così che stanno le cose?

Nel prossimo capitolo illustreremo quelli che sono i limiti dell’indicatore di Buffett, sarà opportuno tenerli in considerazione.

Quali sono i limiti del Buffett Indicator?

L’Oracolo di Omaha non ha certo trovato la “regola aurea” per individuare quando un mercato azionario è in bolla, e quando è assolutamente da comprare. Esistono dei limiti anche per questo strumento di valutazione delle azioni.

  • I termini di composizione: i diversi paesi e mercati possono variare in modo significativo in termini di composizione delle loro economie e dei mercati azionari. Ad esempio, i paesi con una percentuale più elevata di società private potrebbero presentare un rapporto dell’indicatore di Buffett più basso, mentre i paesi con un settore pubblico più ampio potrebbero presentare un rapporto più elevato.
  • I tassi di interesse: le variazioni dei tassi di interesse, dell’inflazione e di altri fattori economici possono influenzare i valori dell’indicatore.
  • L’influenza di alcuni settori o titoli specifici: sebbene l’indicatore Buffett sia stato calcolato per molti mercati azionari internazionali, presenta alcune limitazioni. Infatti, alcuni mercati presentano composizioni meno stabili di società quotate in borsa. Ad esempio, l’indicatore dell’Arabia Saudita è stato influenzato in modo significativo dalla quotazione di Aramco nel 2018.
  • Confronti tra paesi: alcuni mercati presentano rapporti molto diversi tra aziende private e pubbliche (ad esempio, Germania vs Svizzera). Di conseguenza, l’utilizzo dell’indicatore per confronti di valutazione tra mercati diversi è generalmente sconsigliato.

La correlazione con il mercato azionario statunitense

Dunque non sempre può essere considerato valido applicare il Buffett Indicator, tuttavia per chi investe sulle azioni degli Stati Uniti lo strumento è assolutamente valido.

Anzi, la base teorica dell’indicatore è stata corroborata da alcuni studi che hanno dimostrato una forte e costante correlazione annuale tra la crescita del PIL USA e la crescita degli utili delle società statunitensi, una relazione che è diventata ancora più pronunciata dopo la Grande Recessione del 2007-2009.

Il PIL USA riflette efficacemente gli scenari in cui alcuni settori registrano aumenti significativi dei margini, tenendo conto della riduzione dei salari e dei costi che possono comprimere i margini in altri settori.

Bolla finanziaria dagli Stati Uniti e ruolo del Buffett Indicator

Se il Buffett Indicator è così strettamente correlato all’economia degli Stati Uniti, allora può essere usato da tutti gli investitori per capire se questo enorme mercato azionario è eccessivamente sopravvalutato o meno.

Risulterà utile a tutti per capire se negli Stati Uniti c’è il rischio di una bolla finanziaria imminente. Come sappiamo quando le borse USA cadono, anche le altre borse mondiali crollano.

Per concludere: scherzare con il fuoco

Quando Warren Buffett presentò l’indicatore in un saggio pubblicato su Fortune insieme al giornalista Carol Loomis, tra le varie cose che scrisse ce né una che gli investitori dovrebbero sempre tenere a mente ed è la seguente:

Se la percentuale cade sotto il 70% – 80%, allora acquistare azioni è una buona idea. Se il ratio è vicino o superiore al 200% e compri, significa che stai giocando con il fuoco”.

Il Buffett Indicator per il mercato degli Stati Uniti è calcolato prendendo come riferimento lo U.S. Wilshire 5000 Index (o FT Wilshire 5000, FTW5000), il quale include ben 5mila titoli azionari made in USA.

Puoi verificare in qualsiasi momento l’andamento del Warren Buffett Indicator qui. Nel frattempo, scopri qual è la strategia migliore tra investire e speculare.

Sull'Autore

Scrittore web freelance dal 2013, scrive di crypto economy dal 2016 e di fintech e mercati azionari dal 2018. Scrive inoltre di economia digitale.Dal 2018 collabora per FXEmpire.it scrivendo di crypto e mercati azionari con particolare attenzione a Borsa Italiana. Inoltre, cura la pubblicazione di articoli formativi a cadenza domenicale per l'area Formazione del sito di FX Empire Italia.

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