Venerdì mattina il mercato aurifero si muove fortemente al ribasso sul retro delle valutazioni fatte dai trader nei confronti dei nuovi dati statunitensi,
Nel mese di dicembre il mercato auriferio si è stabilizzato in prossimità dei suoi massimi storici, tuttavi la maggior parte degli osservatori ritengono che l’incertezza sulla futura politica della Fed stia gravando sugli investitori. Nella sessione precedente, proprio a causa della generale preoccupazione per un imminente avvio del programma di ridimensionamento dello stimolo monetario promosso dalla Federal Reserve, i prezzi del prezioso hanno registrato un calo di 30$ l’oncia, il più grande ribasso giornaliero dallo scorso ottobre, pertanto riteniamo che nella sessione odierna, il metallo giallo manterrà intatte le sue perdite poiché il timore di una simile politica finanziaria è stato incrementato dai forti numeri mostrati dal rapporto delle vendite al dettaglio degli Stati Uniti. Il mercato aurifero si dirige verso il suo più grande declino annuale in 13 anni poiché gli investitori, sostenuti da una forte ripresa economica mondiale, preferiscono indirizzare il proprio denaro verso asset ad alto rendimento.
Mark Keenan, responsabile della ricerca delle materie prime per l’Asia presso la Societe Generale, riferendosi ai gold-backed exchange-traded funds ha dichiarato “Visti i continui deflussi dell’ETF, è particolarmente difficile costruire un qualsiasi titolo significativo nel mercato aurifero poiché, quest’anno, il sentimento dei prezzi è stato guidato proprio dagli exchange-traded funds, pertanto le possibilità di assistere ad un rincaro dei del prezioso sono alquanto remote”.
Un altro fattore fortemente ribassista che influenza i trader dell’oro è il desiderio di “incassare” soprattutto dagli exchange-traded funds. L’ SPDR Gold Trust, il più grande fondo comune di investimento (ETF) garantito in oro del mondo, ha riportato una riduzione delle partecipazioni a 827.60 tonnellate.
Giovedì, l’U.S. Bureau of the Census (l’ufficio del censimento statunitense) ha dichiarato che le precedenti stime effettuate per la vendita dei servizi al dettaglio e dei prodotti alimentari, per il mese di novembre, erano di 432,3 miliardi di dollari, registrando un aumento dello 0,7% rispetto al mese precedente e del 4,7% rispetto a novembre 2012. Nel trimestre che va da settembre a novembre, le vendite totali sono aumentate del 4,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il Citi Research e l’UBS prevedono che i prezzi dell’oro nell’anno venturo si stabilizzeranno intorno ad un range di 1200$ l’oncia. Secondo il Citi Research, nel 2014, i prezzi dell’oro ammonterebbero in media a 1.255$ l’oncia mentre l’UBS stima una media di 1.200$ l’oncia mostrando come il prezioso l’oro sia ostacolata dagli investitori interessati alla vendita del metallo, sottolineando inoltre l’assenza di un massiccio supporto in grado di spingere il metallo giallo al rialzo. Quest’anno l’oro perde circa il 27% e si avvicina al suo più grande calo degli ultimi 13 anni.