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Tether, su OMG Network, è sempre più multi piattaforma. Cosa comporta?

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Aug 23, 2020, 06:54 UTC

Tether USDt è passato su OMG Network ed è così sempre più multi piattaforma. Cosa comporta ciò? Ecco le criticità della stablecoin.

Tether

Tether ha ufficialmente migrato gli USDt presenti sulla blockchain Ethereum sul non custodial layer di secondo livello OMG Network, in precedenza noto come OmiseGo.

Il passaggio si è reso necessario, scrivono da Tether, a causa dell’eccessivo costo delle transazioni su Ethereum in momenti di particolare congestione della relativa rete che fa aumentare vertiginosamente i costi di transazione (gas), costringendo gli utenti a significativi esborsi per spostare USDt da un wallet ad un altro o presso uno scambio.

Utile precisare che a transitare sulla soluzione di scalabilità di secondo livello non sono il totale degli USDt emessi da Tether, ma solo quelli presenti su Ethereum.

Tuttavia non sono stati resi noti i particolari tecnici del passaggio della stablecoin sulla OMG Network.

Il comunicato stampa si focalizza invece sulla maggiore velocità delle transazioni e sulla riduzione dei costi. Inoltre il comunicato informa che la OMG Network faciliterà il deposito e prelievo di USDt sull’exchange di criptovalute Bitfinex a cui Tether è legata.

Fin qui la notizia che tra l’altro è già nota da qualche giorno, ma la riflessione che qui apriamo a beneficio dell’investitore in crypto asset, vuole approfondire alcuni aspetti critici di Tether e della sua stablecoin USDt.

Cos’è in realtà Tether?

Dal whitepaper apprendiamo che Tether è una “valuta fiat sulla blockchain di Bitcoin”, ma approfondendo la datazione del documento si scopre anche che esso non viene aggiornato dal giugno del 2016 e questo insignificante particolare già ci fa cambiare posizione sulla sedia. Tuttavia non ci fossilizziamo, dopo la registrazione dei primi USDt sulla blockchain Bitcoin attraverso Omni layer in Tether sono andati avanti.

Con la possibilità di utilizzare gli smart contract su Ethereum per registrare i quantitativi di stablecoin, hanno infatti capito che questa era la piattaforma più funzionale da usare.

In seguito in Tether hanno “osato” ancora di più e così oggi troviamo quantitativi di USDt registrati su TRON, su EOS, ed ancora su Algorand…

Confuso? In effetti qualcosa non sembra tornare vero? Tether non è una piattaforma autonoma e decentralizzata con un suo token, non è una dApp sviluppata per una specifica piattaforma decentralizzata (Ethereum, Eos.io. Tron) e che ha il suo quantitativo di token registrato in uno smart contract.

No, la stablecoin fa uso a piacimento di piattaforme di terzi per caricare degli smart contract che attestano la generazione di un certo nuovo quantitativo di USDt, EURt, o del più recente Tether Gold.

Cosa c’è da capire qui

La criticità di Tether è proprio questo suo essere multi piattaforma e senza un tetto limite alla sua “coniazione”. Una sorta di fiat digitale stampata alla bisogna.

Vero è che altre criptovalute non hanno un tetto massimo di coniazione: vedasi Dogecoin. Le altre criptovalute hanno però un proprio ecosistema decentralizzato e non si appoggiano su quello di altri.

E poi il legame dei token con la valuta fiat o con l’oro fisico (per Tether Gold). Dove sono le prove che esista effettivamente questo legame tra il token virtuale, generato su più piattaforme decentralizzate, e il relativo quantitativo di dollaro USA fisico? Nei forzieri di quale banca sono conservati gli USD?

La pagina trasparenza di Tether presenza dei numeri molto dettagliati sui quantitativi di token istituiti ed elenca gli smart contract a cui sono legate le varie somme dei token emessi.

Nonostante ciò nulla si dice delle banche che detengono le somme fisiche corrispondenti ai quantitativi di token generati sulle varie piattaforme digitali decentralizzate (Ethereum, Tron, ecc.).

Se tutti ritirassimo i soldi (USDt) in banca

La domanda è semplice, ed è la stessa che delle volte poniamo a noi stessi a proposito dei nostri soldi: “Se domani tutti ci recassimo in banca a ritirare i nostri soldi, cosa accadrebbe?”

Se domani tutti decidessimo di convertire i nostri USDt o i nostri TetherGold, riceveremmo tutti dollari USA e oro vero in cambio?

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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