Nel fine settimana il ministro del petrolio saudita continua a "fare notizia" poiché un lieve cambiamento del suo linguaggio apre le porte ad un possibile
Tale decisione ha spinto i prezzi del greggio ulteriormente al ribasso registrando un calo di oltre il 50% dal mese di giugno. Detto questo, secondo il Fondo Monetario Internazionale, l’Arabia Saudita tende a bilanciare l’equilibrio tra domanda e offerta poiché è l’unico paese capace incrementare notevolmente i suoi livelli di produzione.
Il regno produce 9,6 milioni di barili giornalieri e non sembra intenzionato a ridurre i suoi attuali livelli. «L’Arabia Saudita e altri Paesi – ha puntualizzato polemicamente al-Naimi – hanno cercato di riportare il mercato in equilibrio, ma la mancanza di cooperazione dei Paesi produttori fuori dall’Opec e il diffondersi di informazioni fuorvianti e della speculazione hanno fatto crollare i prezzi».
Quest’anno i prezzi del greggio perdono circa il 46% registrando il più grande calo annuo dal 2008 poiché l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio sceglie di difendere la quota di mercato e di mantenere invariato il suo tetto di produzione. Contemporaneamente la produzione statunitense posta i massimi degli ultimi trent’anni sul retro di un boom dello scisto. Detto questo, nel mese di novembre, la Libia ha prodotto 580.000 barili giornalieri, postando un calo di 1,59 milioni rispetto alla fine del 2010. La Libia spegna tre dei cinque incendi insorti la scorsa settimana a seguito dei bombardamenti da parte dei militanti islamici. Infatti, stando a quanto riportato da un portavoce del Petroleum Facilities Guard, i vigili del fuoco sono riusciti a spegnere le fiamme in tre serbatoi nel porto di Es Sider, Ali al-Hasy, tuttavia, la nazione potrebbe non essere in grado di contenere ulteriori incendi.
In uno scenario globale, il mercato del greggio è sempre più competitivo, infatti, nonostante un costo di estrazione tre o quattro volte superiore a quello del Medio Oriente, dal 2006 ad oggi, gli Stati Uniti hanno registrato un incremento della produzione del 40%.
“E’ giusto che un produttore altamente efficiente riduca la sua produzione mentre i produttori inefficienti continuano a produrre?”, questa la domanda che Naimi pone durante l’intervista rilasciato a Mees. Il ministro aggiunge:” Se io riduco la produzione che fine farà la mia quota di mercato? Il prezzo salirà e i russi, i brasiliani e i produttori di scisto statunitensi si impossesseranno della mia parte, motivo per cui, reputo ingiusto ridurre la mia produzione”
I produttori di scisto degli Stati Uniti continuano ad incrementare la loro produzione mentre i consumatori traggono costanti benefici dal calo prezzi della benzina, prezzi che hanno raggiunto i minimi pluriennali. Secondo un sondaggio Lundberg, in queste due settimane il prezzo medio di un gallone di benzina negli Stati Uniti è sceso di 25 centesimi postando i minimi degli ultimi sei anni. Il calo registra una perdita di 1,25$ rispetto al mese di maggio. Ricordiamo, inoltre, come il crollo dei prezzi del gas naturale sia stato dettato principalmente dal processo di fratturazione idraulica – meglio conosciuto come fracking – meccanismo che consente alle aziende petrolifere di raggiungere le grandi quantità di petrolio precedentemente disponibili, ma al tempo stesso irraggiungibili, scenario che ha portato ad un boom del greggio nazionale.