Questa mattina il mercato aurifero si muove al rialzo recuperando un paio di dollari ed è scambiato a 1197,50$ poiché i trader asiatici approfittano del
Wall Street registra una sessione fortemente instabile, tuttavia chiude in ribasso a causa di un massiccio sell off postato nelle ultime ore di trading. Ricordiamo come, inizialmente, la borsa fosse sostenuta da un forte rally dei mercati energetici e dalle scommesse degli investitori che vedono la Federal Reserve rivalutare quella promessa di mantenere ancora “a lungo” i tassi di interesse ai minimi. Dopo aver postato un rialzo dello 0,5% ad inizio sessione, il Dow Jones chiude in ribasso perdendo lo 0,7% ed è negoziato a 17.069. L’Argento guadagna lo 0,3% per attestarsi su quota 15,7683$ l’oncia. Ricordiamo come quest’anno il metallo abbia perso il 19% ampliando le perdite del 36% postate nel 2013.
Martedì i funzionari della Federal Reserve hanno iniziato la riunione di due giorni che vede come tema principale il rialzo dei tassi di interesse fermi dal 2008. Inizialmente, le scommesse dei trader vedevano un ritardo nelle tempistiche del suddetto rialzo, ritardo dettato dalla forte volatilità dei mercati e dal ribasso dei prezzi del greggio.
Sempre martedì, i dati economici degli Stati Uniti hanno mostrato numeri leggermente più deboli del previsto: Il mese scorso, l’Housing Stars, un indicatore economico che riflette il numero di nuove case di proprietà privata (tecnicamente unità abitative) su cui è stata iniziato la costruzione in un determinato periodo, é sceso ad un tasso annualizzato di 1,028 milioni di unità contro gli 1.040 milioni previsti dagli analisti. I permessi per le costruzioni scendono a 1.035.000 unità contro 1.075.000 precedentemente stimato. Tuttavia, ci sembra opportuno segnalare come tali dati siano stati compensati da una revisione al rialzo per l’Housing Stars, revisione effettuata ad ottobre.
Stando a quanto riportato dal Markit, nel mese di dicembre, l’attività di fabbrica negli Stati Uniti si muove al ribasso, infatti, la lettura flash dell’indice dei responsabili degli acquisti di produzione si attesta su quota 53,7 contro i 54,8 di novembre.
Oggi, Xia Yingying, analista della Nanhua Futures Co. con sede a Hangzhou, Cina, scrive in una nota “Tutti sono in attesa di vedere se la Fed manterrà o abbandonerà la promessa di mantenere ancora “a lungo” i tassi di interesse in prossimità dei minimi, scenario che interesserà maggiormente il dollaro statunitense e il mercato dei metalli preziosi.” “Le scommesse su un imminente rialzo dei tassi si riflettono nei flussi ETF”. La possibilità di assistere ad un massiccio sell off di oro russo pesa sui prezzi.”
Nella sessione di ieri i prezzi dei metalli di base si muovono al ribasso sul London Metal Exchange. La contrazione dell’attività fabbrica cinese grava sui prezzi. Il Nichel perde il 2,7% mentre il piombo posta un calo del 2,5%. Gli altri metalli registrano delle perdite che variano tra lo 0,6% e l’1,9%. L’oro perde 13,40 dollari l’oncia, ovvero l’1,1%, per attestarsi su quota 1.194$. Il ferro posta il suo ottavo giorno consecutivo di ribassi perdendo 50 centesimi e raggiungendo i 68.10$ per tonnellata. sempre nella sessione di ieri, il rame si muove al ribasso ed è scambiato a 2.864$, tuttavia, questa mattina amplia le sue perdite per attestarsi su quota 2,861$. Detto questo, la produzione di rame raffinato in Cina, il più grande mercato mondiale del metallo, registra un incremento del 3,1% rispetto al mese di novembre. Il dato posta nuovi record per il quarto mese consecutivo.
Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come, dall’inizio dell’anno, i prezzi del rame abbiano postato un calo di circa 1.000$ a tonnellata, scenario che sottolinea un eccesso dell’offerta, eccesso che potrebbe durare per anni. Secondo l’Australia’s Bureau of Resource and Energy Economics, nel 2015, potremmo assistere ad un surplus mondiale di 300.000 tonnellate, numeri che equivalgono a circa un anno e messo della produzione della Corea del Sud.