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Qual è il Vero Obiettivo dell’Arabia Saudita?

Da
Barry Norman
Pubblicato: Dec 19, 2014, 19:18 GMT+00:00

Il petrolio greggio WTI registra una virata, salendo a quota 54,72. Molti investitori hanno accolto questo movimento come un'inversione del trend

Qual è il Vero Obiettivo dell’Arabia Saudita?

Il petrolio greggio WTI registra una virata, salendo a quota 54,72. Molti investitori hanno accolto questo movimento come un’inversione del trend ribassista, molti altri credono invece si tratti semplicemente di un aggiustamento rispetto ai forti ribassi delle scorse settimane. L’Arabia Saudita conferma la propria linea, dichiarando di non aver alcuna intenzione di tagliare la produzione rischiando di perdere quote di mercato. Potrebbe però essersi aperto uno spiraglio: qualora gli Stati Uniti decidessero di ridurre i livelli di produzione, potrebbero essere disponibili a trattare. Il petrolio Brent stamattina si muove invece in direzione opposta, lasciando sul terreno 28 centesimi per attestarsi a 59,41.

Alla conferenza di esperti presso l’Overseas Press Club, è sembrato prevalere un certo scetticismo riguardo la possibilità che l’Arabia Saudita si rifiuti di sostenere i prezzi del petrolio nel tentativo di spingere i produttori americani fuori al mercato. È più probabile che la scelta sia dettata da esigenze di natura politica, mentre il taglio della produzione di scisto negli Stati Uniti è stata solo “una ciliegina sulla torta”.

Nell’attuale scenario i paesi che pagano il prezzo più alto sono ovviamente Iran e Russia; il primo è indiscutibilmente il rivale per eccellenza dell’Arabia Saudita nella regione, ma in fin dei conti neanche con il secondo i rapporti sono idilliaci.

I prezzi del greggio giovedì hanno registrato ancora un ribasso, il giorno successivo al rally provocato dalle azioni di copertura short, mentre i trader aprono nuove posizioni rialziste nella speranza che il mercato recuperi parte delle enormi perdite degli ultimi sei mesi legate all’eccesso di offerta. Il petrolio greggio WTI e il Brent hanno perso due dollari al barile in chiusura di sessione dopo un iniziale prolungamento dell’azione di copertura di mercoledì, che aveva fatto salire i prezzi di oltre tre dollari. Con il Brent di nuovo sotto la soglia psicologica dei $ 60 il barile e WTI sotto i $ 55, i trader si aspettano nuove vendite in un mercato che dal mese di giugno già perso metà del suo valore.
Mentre il mercato sembra scivolare in scia al clima di crescente preoccupazione per l’eccesso di offerta, i trader sostenevano che parte delle vendite potrebbe essere legata agli aggiustamenti di posizione in vista della scadenza di venerdì e del contratto front-month per il mese di gennaio sul petrolio greggio USA.

Alcuni hanno fatto riferimento al rapporto di Bloomberg che parla della sospensione degli scioperi in Nigeria, sebbene i lavoratori impegnati in questo porto non fossero coinvolti nelle esportazioni di petrolio. Il ribasso registrato a metà mattina ha subito un’accelerazione negli ultimi 30 minuti di scambi.

Il gas naturale torna su terreno negativo e chiude la giornata di giovedì in ribasso dell’1,6%, in scia alle previsioni meteo che indicano ora temperature sopra la media dei prossimi giorni. Nonostante il rapporto governativo che indica una contrazione delle scorte superiore alle previsioni, i prezzi hanno continuato a scendere. Le previsioni meteo negli Stati Uniti indicano temperature in aumento nelle prossime due settimane per un totale di 433 HDD, rispetto ai 453 previsti giovedì. In base ai dati diffusi da Thomson Reuters Analytics, il valore medio in questo periodo dell’anno sarebbe pari a 446. Questa mattina il gas naturale ha guadagnato quattro punti attestandosi a 3,667.
L’Agenzia USA d’Informazione sull’Energia (EIA) segnala nella settimana trascorsa una contrazione di scorte pari a 64 bcf (miliardi di piedi cubi) di gas naturale. Il dato supera le stime di 60 bcf degli analisti intervistati in un sondaggio Reuters e la precedente contrazione di 51 BCF registrata la scorsa settimana, ma è comunque di gran lunga inferiore a i 256 BCF sottratti alle scorte la stessa settimana dello scorso anno e alla media degli ultimi cinque anni corrispondente a 157 BCF.

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