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Prezzi Dell’Oro Stabili Contro Un Dollaro Forte

Da
Barry Norman
Aggiornato: Dec 18, 2014, 15:28 GMT+00:00

Con il recente boom dell'economia statunitense i consumatori non badano a spese, infatti,  stanno investendo molto denaro nei regali di Natale.  Inoltre,

Prezzi Dell’Oro Stabili Contro Un Dollaro Forte

Prezzi Dell’Oro Stabili Contro Un Dollaro Forte
Con il recente boom dell’economia statunitense i consumatori non badano a spese, infatti,  stanno investendo molto denaro nei regali di Natale.  Inoltre, il forte calo dei prezzi della benzina supporta i rivenditori e la maggior parte dei gioiellieri registra un impennata nelle vendite di metalli preziosi. Quest’anno avremmo un natale migliore. Detto questo, l’aumento delle vendite mantiene il mercato aurifero in prossimità dei 1200$, mentre l’argento, un metallo più economico e indubbiamente più popolare per i consumatori, rimane a livelli piuttosto bassi favorendo ulteriormente gli acquirenti. Questa mattina, il metallo bianco è negoziato a 16,008$, in prossimità dei minimi 2014 mentre l’oro si attesta su quota 1197,60$. Dopo il forte calo postato ad inizio settimana, il platino guadagna 11,65$. A tale proposito, ci sembra opportuno segnalare come nella sessione di mercoledì il platino abbia rotto al di sotto dei 1200$ portando, in un breve lasso di tempo, lo spread tra l’oro e il platino al negativo. La mossa ha preso piede dopo la conferenza stampa FOMC. Il platino si muove al ribasso per la sesta settimana consecutiva postando il più lungo calo dal 21 agosto.

Per quanto riguarda l’aumento dei tassi d’interesse statunitensi, la Federal Reserve ha dichiarato di non avere fretta mostrando un tono piuttosto dovish nella sua politica. I funzionari della Banca Centrale sembrano essere bloccati all’interno di un dibattito che ormai è diventato di dominio pubblico, ovvero, quello riguardante la tempistica necessaria alla banca per attuare un incremento dei tassi di interesse, bloccati vicino allo zero dal 2008. L’attuale consenso del mercato vede il primo rialzo verso la metà del 2015.

Il Federal Open Market Committee (Fomc) ha dichiarato di poter essere “paziente” nel giudicare quando avviare il rialzo dei tassi di interesse, sottolineando la coerenza che tale messaggio ha con la posizione precedentemente presa dalla Fed, ovvero quella di mantenere invariati i tassi per un “tempo considerevole” dopo la fine del programma di ridimenzionamento. Stando alle dichiarazioni di un manager dei fondi con sede negli Stati Uniti, la nuova strategia Fed potrebbe già essere quella di ridurre le tempistiche relative al rialzo dei suddetti tassi, tuttavia, vista la forte volatilità dei mercati, la Banca ha scelto di utilizzare un tono dovish.

Detto questo, ricordiamo come da dicembre 2008 a giugno 2011 il mercato aurifero abbia postato un incremento del 70% poiché le banche centrali hanno avviato un alleggerimento quantitativo senza precedenti, scenario che ha incrementato le preoccupazioni riguardanti una possibile accelerazione dell’inflazione. Tuttavia, nel 2013, il metallo giallo perde il 28% postando il più grande calo triennale sul retro di una forte ripresa statunitense. Secondo le previsioni trimestrali rilasciate oggi, la maggior parte dei funzionari della Fed prevedono che il rialzo dei tassi di interesse prenderà piede già dal prossimo anno, tuttavia, ritengono che, nei prossimi tre anni, gli oneri finanziari saliranno ad un ritmo più lento del previsto. Per quanto riguarda il problema della disoccupazione, quest’ultimo dovrebbe giungere a termine nel 2015.

Questa mattina l’impennata del dollaro statunitense grava sui prezzi dei metalli di base. Il rame amplia le sue perdite registrando un calo di 3 punti ed è scambiato a 2.871$. I prezzi del ferro e le spese di spedizione postano i minimi quinquennali sul retro di un rallentamento della ripresa economica cinese, scenario che riduce notevolmente la domanda. Il nichel oscilla tra piccoli guadagni e altrettante perdite, poiché il ribasso dei prezzi delle case n Cina incrementa le speculazioni riguardanti la possibilità di assistere ad un ulteriore stimolo. inoltre, la Federal Reserve, non ha mostrato nessun cambiamento per i tassi di interesse nel prossimo futuro. Il Nichel perde lo 0,5%.

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