Nonostante il calo della produzione in Libia dettato da un incendio che ha colpito un importante centro petrolifero del paese, i trader energetici
Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti per l’Industria e la Sicurezza ha dichiarato che l’agenzia rivedrà le richieste di esportazione caso per caso. Ricordiamo come dal 1975 la nazione abbia vietato la maggior parte delle esportazioni fatta eccezione per alcuni paesi come il Canada. Tuttavia, restano le restrizioni sui prodotti raffinati come benzina e gasolio. La Pioneer Natural Resources Ltd. e l’Enterprise Products Partners LP hanno dichiarato che nel mese di giugno il suddetto dipartimento ha approvato i loro piani di esportazione. Un sondaggio effettuato da Bloomberg News prima del rilascio ufficiale del rapporto EIA, ha mostrato come, la scorsa settimana, le scorte di greggio degli Stati Uniti abbiano registrato un incremento di 900.000 barili per attestarsi su quota 3881,1 milioni di barili, i massimi dal 1982. Il braccio statistico del dipartimento dell’energia rilascerà il suo rapporto nella tarda giornata di oggi, poco prima delle vacanze di fine anno.
Ricordiamo, inoltre, come il forte calo dei prezzi del greggio abbia colpito anche il rublo, che posta il più grande ribasso annuale dal 1998. L’Opec non sembra intenzionata ad accogliere le richieste del Venezuela. infatti, stando a quanto dichiarato da Nicolas Maduro, presidente del Venezuela, la produzione statunitense continua ad inondare il mercato. Ricordiamo, inoltre, come nella riunione del 27 novembre il leader del paese aveva chiesto all’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio di ridurre la produzione. Secondo i dati Bloomberg, l’Opec fornisce circa il 40% del greggio mondiale con una produzione di 30.56 milioni di barili giornalieri nel mese di novembre.
Quest’anno i prezzi del greggio hanno postato un ribasso del 50% rispetto ai massimi del 2014, postando i minimi degli ultimi sei anni. Il calo è avvenuto al ritmo più alto degli ultimi 8 anni.
Dopo aver registrato un lieve rally sul retro delle preoccupazioni riguardanti una riduzione delle esportazioni libiche, il greggio WTI si muove al ribasso perdendo 1,12%, ovvero, lo 0,2%. Il combustibile statunitense è scambiato a 53,61$, i minimi dal 1° maggio del 2009. Ricordiamo come prima del crollo di venerdi, i contratti avevano raggiunto quota 55,74$ registando un incremento dell’1.8%.