I prezzi del petrolio greggio questa mattina seguono dei trend divergenti, con il WTI in ribasso di 65 centesimi (a 59,31), e il Brent in rialzo di 18
I prezzi del petrolio greggio questa mattina seguono dei trend divergenti, con il WTI in ribasso di 65 centesimi (a 59,31), e il Brent in rialzo di 18 centesimi (a 63,45): per la prima volta nel mese di dicembre lo spread ha raggiunto quota quattro dollari. Il greggio giovedì negli USA, per la prima volta negli ultimi cinque anni, è sceso sotto quota $ 60 il barile, andando a rompere un livello di supporto chiave dal grande valore psicologico e, giacché i trader non vedono per ora la possibilità di un rimbalzo, attirando nuovi venditori. Mentre i dati economici positivi dagli Stati Uniti a inizio giornata hanno offerto un supporto al mercato, avvicinandosi alla chiusura il mercato ha di nuovo perso terreno. In mancanza di notizie che possano stemperare gli umori ribassisti, la pressione ha portato un’ondata di vendite in chiusura di sessione, che ha spinto i prezzi a un nuovo minimo a $ 58,96.
Ieri il dollaro USA, in scia ai dati economici positivi sull’economia del paese, ha guadagnato lo 0,4%. Il forte rialzo della valuta è stato però frenato da un rinnovato interesse nei confronti degli investimenti ad alto rischio che ha portato a una flessione della domanda di valuta a basso rendimento. La divisa ha toccato il massimo intraday di 88,80 e ha chiuso giovedì a 88,68. Questa mattina il dollaro USA ha perso leggermente terreno attestandosi 88,55, confermando comunque la propria forza.
Ieri i prezzi del petrolio WTI e Brent sono scesi rispettivamente dell’1,6% e dello 0,9%, proseguendo nella recente corsa al ribasso. Il persistere dei timori legati all’eccesso di offerta e a prospettive ribassiste sulla domanda stanno portando a una flessione ulteriore dei prezzi del petrolio. Alcuni trader prevedono che altri membri dell’Opec, come l’Algeria e il Venezuela, possano convincere il gruppo a convocare una riunione di emergenza per l’inizio del 2015. Altri ancora dubitano però che l’Arabia Saudita possa acconsentire a un eventuale taglio
alla produzione.
Mercoledì i dati sulle scorte di petrolio greggio negli USA indicano un incremento di 1,45 milioni di barili mentre le scorte di benzina e distillato registrano rispettivamente un ulteriore incremento di 8,25 e 6 milioni di barili. Mentre non abbiamo registrato sviluppi ulteriori overnight sui mercati di petrolio, i trader stanno rimangono su posizioni short, spinti da una debolezza della domanda negli Stati Uniti anche dai cattivi segnali da parte dell’Opec.
Giovedì pomeriggio il rapporto settimanale sulle scorte della EIA ha innescato una sorprendente rialzo sul gas naturale, movimento che è stato riassorbito portando a una chiusura pressoché invariata. Il GN si attesta a 1,659, in rialzo di nove punti in corrispondenza del maltempo nel nord-est degli Stati Uniti. I futures sul gas naturale negli USA hanno chiuso in ribasso dell’1,43% spinti dallee ultime previsioni meteo che indicano ancora temperatura sopra della media per le prossime due settimane. Il ribasso si verifica nonostante il rapporto di giovedì mattina che indica una contrazione delle scorte superiore alle previsioni. La EIA indica per la scorsa settimana che un contrazione di 51 miliardi di piedi cubi di gas.