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Padoan dixit

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Nov 25, 2016, 14:26 GMT+00:00

Il n.1 del Tesoro affronta trasversalmente la questione del sistema paese e fornisce interessanti spunti di riflessione in un’intervista rilasciata a

Padoan dixit

Il n.1 del Tesoro affronta trasversalmente la questione del sistema paese e fornisce interessanti spunti di riflessione in un’intervista rilasciata a SkyTg24.

In primo luogo, Padoan assicura che non sarà a capo dell’Esecutivo qualora il referendum del 4 dicembre desse esito negativo, con conseguente uscita di scena del premier Renzi.

Anche se rinnova la propria disponibilità a comporre una squadra di Governo anche sotto un presidente del Consiglio dei Ministri diverso dall’attuale.

Ecco la sua posizione sulla vicenda: “Un governo Padoan è fanta-politica: se vince il no, cosa che non credo, spetterà al presidente della Repubblica decidere i passi successivi, e non dico altro. Ho accettato con senso di onore per il compito che sto svolgendo e dipenderà dal nuovo Governo, se ce ne sarà uno ma non credo, decidere quale sarà la sua composizione”.

Successivamente il Ministro assevera la mancanza di collegamento tra l’esito del referendum e l’imminente Manovra, confermando come la legge di bilancio seguirà il regolare corso normativo: “Tutto sarà concluso entro la fine dell’anno come richiede la legge”.

Auspica ottimismo circa il controllo del debito pubblico, ammettendo la possibilità di migliorare la situazione in tal senso: “ “Non siamo ancora soddisfatti, ma sono convinto che la crescita sarà più forte”.

Nel dettaglio, Padoan illustra la ratio del disegno di legge relativo al Bilancio: “Per le spese di ricostruzione il credito d’imposta può essere già ceduto alla banca e stiamo pensando di introdurre una misura analoga anche per le spese di messa in sicurezza. Vedremo nell’ambito del ddl bilancio di introdurre misure in questo senso al Senato”.

E ammonisce su quanto emerso recentemente circa le critiche comunitarie di non aver rispettato determinati impegni sovranazionali: “E’ falso che non abbiamo fatto la spending review; ci sono limiti fisiologici alla riduzione delle spese. La spending review l’abbiamo fatta più di altri Paesi Ue, ma a un certo punto deve arrivare maggiore crescita”.

Non manca un intervento sulla presenza del Bel Paese nell’Ue, in cui il n.1 di Via XX Settembre sostiene un’armonizzazione comunitaria che guardi al concreto, superando le dinamiche differenziali dei vari Paesi: “l’Ue deve cambiare. Credo che l’Italia debba rivendicare con forza i cambiamenti, ma il surplus commerciale tedesco è molto elevato, oltre le soglie ammissibili e quindi le regole devono essere simmetriche; tutti devono aggiustarsi”.

Quanto detto dal Ministro appare pienamente condivisibile, specie considerando il livello sperequativo di approccio dell’Ue verso uno stato e l’altro.

L’Italia si sta impegnando non poco per tenere fede agli impegni comunitari, spesso dalla valenza davvero creativa e indice di un’austerità controproducente che rischia di cancellare gli sforzi tricolore verso un miglioramento economico-finanziario che non può ammettere ingerenze.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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