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Oro E Greggio Negoziati In Rialzo Sulla Scia Di Una Nuova Settimana

Da
Barry Norman
Aggiornato: Feb 9, 2015, 17:36 GMT+00:00

Oro e Greggio rimbalzano nella sessione asiatica. I metalli preziosi sono negoziati in rialzo sulla scia di uno stress politico sempre più forte, infatti,

Oro E Greggio Negoziati In Rialzo Sulla Scia Di Una Nuova Settimana

Oro E Greggio Negoziati In Rialzo Sulla Scia Di Una Nuova Settimana
Oro e Greggio rimbalzano nella sessione asiatica. I metalli preziosi sono negoziati in rialzo sulla scia di uno stress politico sempre più forte, infatti, i colloqui con la Russia riguardanti il conflitto in Ucraina sembrano essere giunti a termine senza alcun risultato, inoltre, nel suo primo importante discorso dopo le elezioni, il premier greco ha mostrato un atteggiamento piuttosto aggressivo contro l’Unione Europea e le esigenze di salvataggio/austerità. Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come, dopo aver perso quasi 30$ nella sessione di venerdì a seguito del rilascio del rapporto sulle buste paga nei settori non agricoli statunitensi, rapporto che ha mostrato numeri nettamente più forti del previsto, questa mattina l’oro abbia guadagnato 2.70$ ed è scambiato a 1.237,30. L’Argento posta un rincaro di 41 punti per attestarsi su quota 16.735$ mentre il platino guadagna 1,10$ d è negoziato a 1224.95$. Per quanto riguarda la Grecia, domenica, Tsipras ha promesso di aumentare il salario minimo e bloccare le privatizzazioni delle infrastrutture, scenario che lo mette inevitabilmente in rotta di collisione con i creditori prima di una riunione di emergenza con i ministri delle finanze della zona euro. Il conflitto in Ucraina, conflitto che dura ormai da quasi un anno, entra in una settimana cruciale, infatti lunedì riprenderanno i colloqui a Berlino, colloqui volti a definire e preparare un vertice per i leader di Francia, Russia ed Ucraina che si riuniranno l’11 febbraio a Minsk, Bielorussia.

Nella prima parte della scorsa settimana l’oro era scambiato all’interno di un range di trading piuttosto limitato, tuttavia, i prezzi del prezioso si sono drasticamente ridotti nella sessione di venerdì. Infatti, il prezzo spot mondiale del prezioso oscillava tra i  1,255$ $ e i 1,286$ prima di attestarsi su quota  1,228.48$. Ad innescare la caduta un incremento del settore occupazionale Usa che a gennaio aggiunge 257.000 unità e una significativa revisione dei dati di novembre e dicembre.  Inoltre, dopo aver postato un calo dell’1,9% nel mese di dicembre, la retribuzione oraria media dei dipendenti è aumentata del 2,2% su base annua. Tutti questi dati positivi hanno offuscato l’aumento del tasso di disoccupazione che, a gennaio,  raggiunge il 5,7% contro il 5,6% registrato nel mese precedente.

Per quanto riguarda i dati economici degli Stati Uniti, questa settimana sarà piuttosto tranquilla, infatti, gli unici dati importanti, ovvero i numeri delle vendite al dettaglio e le normali richieste settimanali per il sussidio di disoccupazione, verranno rilasciati giovedì. L’indice del dollaro é scambiato a 94.68. L’outlook é rialzista. Una rottura al di sopra dell’immediata resistenza situata alla maniglia dei 95 potrebbe condurre l’indice al livello dei 95.65 entro questa settimana. Detto questo, un ulteriore aumento dell’indice del dollaro potrebbe mettere sotto pressione il mercato aurifero, almeno per quanto riguarda uno scenario a breve termine.

Ad aiutare i mercati a ridurre lo stress il rialzo dei prezzi del greggio. Questa mattina il greggio WTI registra un incremento di 60 centesimi per attestarsi su quota 52.30$ mentre il Brent posta un rincaro di 33 centesimi ed é scambiato a 59.01$. Gli speculatori hanno accolto con entusiasmo i segni di un possibile calo della produzione in Nord America, entusiasmo accresciuto da un solido rapporto sull’occupazione Usa. Secondo un sondaggio effettuato da una società petrolifera degli Stati Uniti, la Baker Hughes, il numero degli impianti di perforazione della nazione sono diminuiti di altre 83 unità per attestarsi su quota 1.140 nella settimana conclusasi il 6 febbraio. Il calo ha ampliato le perdite della settimana precedente, settimana in cui so registrò un taglio di 94 impianti di perforazione. Stando a quanto riportato da Bloomberg News il numero degli impianti di trivellazione ha postato i minimi da dicembre del 2011. Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come il suddetto calo sia stato accompagnato dalla notizia  di un possibile taglio alla spesa di capitale delle principali compagnie petrolifere, tra cui BP e BG Group, scenario che suggerisce la possibilità di una futura riduzione delle forniture. Ricordiamo come dallo scorso giugno i prezzi del greggio abbiano perso più del 50% del valore sulla scia di un significativo surplus delle scorte e di una massiccia produzione di scisto statunitense.

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