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Nomine UE. Fumata nera, non c’è accordo sui nomi

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Fabio Carbone
Aggiornato: Jun 21, 2019, 08:05 UTC

Nomine UE. Fumata nera, non c’è accordo sui nomi. Secondo indiscrezioni i partiti europei cercano un accordo che assegni a ciascuno un nome ai vertici.

Nomine UE

Niente accordo sulle nomine UE ieri sera a Bruxelles, l’incontro tra i capi di stato UE e di governo che avrebbe dovuto decidere i nomi dei nuovi vertici istituzionali dell’UE a 27 è terminata con una fumata nera.

Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha annunciato un nuovo incontro il 30 giugno prossimo, domenica, in cui i vertici degli Stati UE proveranno a trovare un accordo sulle nomine UE in quattro ore di colloquio, che si preannuncia intenso e non è detto che avrà come esito una fumata bianca.

Ma non ci sarà poi più tanto tempo, perché i nomi, come ha ricordato la stessa Cancelliera Angela Merkel vanno trovati “prima del 2 luglio”.

Il nodo più spinoso è sul nome del presidente della Commissione UE, colui che dovrà sostituire Jean-Claude Junker. La Merkel vuole che il Consiglio europeo sia in grado di trovare un nome che non “sia poi respinto dagli eurodeputati”.

Si cercano quindi candidati irrifiutabili e di elevato spessore.

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Conferenza alle due del mattino

Donald Tusk ha convocato la conferenza stampa questa mattina alle due per comunicare l’esito del vertice.

Tusk, che in un primo momento era ottimista oltre che cauto, al termine delle consultazioni si è detto più cauto che ottimista, segno che non si trova un accordo sulle nomine UE.

Neanche il vertice a tre Tusk, Merkel, Macron è servito a diradare la nebbia sui nomi.

Il nome di Manfred Weber, che in questi giorni è circolato tra gli altri, come possibile presidente alla Commissione UE, non va a genio a tutti.

L’ex commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Dacian Ciolos, presidente di Renew Europe, e appartenente ai liberali europei, ha affermato che se Weber non ha la maggioranza, la sua parte politica continuerà a sostenere la Vestager, almeno “finché non ci sono altri nomi sul tavolo” oltre quelli di Weber e di Timmermans.

Solo su una cosa Ciolos è sicuro: “dobbiamo uscire da questo stallo”.

Manfred Weber: Merkel Sì, Macron No

Manfred Weber è europarlamentare tedesco dal 2004, eletto per la Baviera con il partito Unione Cristiano Sociale. Al Parlamento europeo è capogruppo del Partito popolare europeo, classe 1972 ha 46 anni.

La Merkel ovviamente sostiene il nome di Weber, tedesco, quale prossimo presidente della Commissione UE, ma il presidente francese Emmanuel Macron non è dello stesso avviso.

Quindi i nomi sul tavolo, per ora, sono tre:

  1. Manfred Weber (Germania), appoggiato dal Ppe;
  2. Frans Timmermans (Paesi Bassi), appoggiato dal Pse;
  3. Margrethe Vestager (Danimarca), appoggiata dai Liberldemocratici.

La distribuzione delle nomine UE

Secondo le indiscrezioni giornalistiche, i leader europei si sarebbero messi d’accordo per la distribuzione delle cariche ai vertici istituzionali. Ciascuna area politica avrà, alla fine, un nome ai vertici:

  • ai popolari la Commissione UE;
  • ai socialisti l’Alto Rappresentante;
  • ai liberali il presidente del Consiglio europeo;
  • ai verdi la presidenza del Parlamento per almeno mezzo mandato.

Gli altri nomi

Dopo il vertice di ieri sera, durato fino alle due di questa mattina, ciò che appare chiaro è che sui tre nomi non c’è accordo, per la Commissione UE bisognerà cercare altri candidati.

Tra gli altri nomi circolati in queste ore, quello del primo ministro croato Andrej Plenkovic e quello della presidente croata Kolinda Grabar-Kitarovic, entrambi afferenti al Ppe della Merkel.

Ma è spuntato anche il nome di Michel Barnier, il capo negoziatore per la Brexit, che appartiene al partito popolare come gli altri due nomi citati.

Le nomine UE richiedono ancora del tempo, ma l’Europa ha bisogno di guide in fretta.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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