Ogni attenzione è ancora una volta per le mosse delle banche centrali, mentre i mercati non hanno ancora digerito la decisione a sorpresa della Banca
Ogni attenzione è ancora una volta per le mosse delle banche centrali, mentre i mercati non hanno ancora digerito la decisione a sorpresa della Banca Nazionale Svizzera della scorsa settimana. I trader aspettano con ansia le riunioni Bce, Boj e della Banca del Canda, mentre lunedì prossimo sarà la volta della Reserve Bank of New Zealand.
Fonti Reuters riferiscono che ieri un membro del Parlamento nipponico nonché architetto dell’Abenomics del primo ministro Shinzo Abe ha detto che la banca centrale non allenterà ulteriormente la propria politica monetaria a meno che l’economia del Giappone non sia colpita da shock esterni. Durante lo scorso ottobre la Boj ha preso in contropiede i mercati espandendo il suo programma di stimoli al fine di contrastare il crollo dei prezzi del greggio che aveva portato a un rallentamento della crescita dei prezzi e dunque rimandato il raggiungimento del target inflattivo al +2%. Dal momento che i prezzi energetici sono diminuiti di un altro 50% e che l’inflazione al consumo è finita al di sotto dell’1%, la Boj è alle prese con nuove richieste per un’altra tornata di stimoli. Il programma dell’istituto nipponico, denominato Qqe (Quantitative and qualitative easing), è una delle tre frecce dell’Abenomics, un insieme di politiche di stimolo e di strategie pro-crescita finalizzato a rimettere in moto l’economia del paese dopo 15 anni di deflazione.
L’enorme programma di stimoli lanciato dalla Boj ha spinto in territorio negativo i rendimenti dei titoli nipponici, motivo per cui diversi membri dell’istituto sono al momento contrari a un’eventuale espansione del Qqe. Sempre secondo Reuters, la Boj potrebbe così decidere di incrementare due programmi di prestito per incoraggiare gli istituti di credito a erogare maggiori finanziamenti e rinviare nel tempo (oltre marzo) le eventuali scadenze.
In realtà non è possibile escludere a priori un’espansione (a sorpresa) del Qqe nipponico, tanto più se nel corso del prossimo anno fiscale la previsione mediana sull’inflazione, risultante dall’opinione dei membri del board direttivo, dovesse finire al di sotto dell’1%. Lo yen giapponese è scambiato a 118,22: la valuta si sta ora deprezzando mentre diversi trader aspettano con ansia il lancio di un nuovo programma di stimoli da parte della Boj per contrastare il rallentamento dell’inflazione.
L’euro continua a deprezzarsi in vista della riunione Bce di giovedì e della conseguente decisione dei vertici dell’istituto. L’ottimismo che aleggia attorno alla possibilità del lancio di un Qe nel corso della riunione di questa settimana spinge sempre più investitori a fare acquisti di azioni. Allo stesso tempo, il brusco deprezzamento dell’euro assieme al calo dei prezzi del greggio supportano le speranze di quanti ritengono che la ripresa dell’Eurozona non sia poi così lontana. L’euro ha perso 25 punti stamattina per essere scambiato a 1,1579. La possibilità che la Bce inizi a stampare ingenti quantitativi di moneta è vista come la causa della decisione della autorità monetarie elvetiche di rimuovere la soglia di cambio minimo fra franco ed euro; ieri la banca centrale della Danimarca (paese al di fuori del blocco monetario) ha portato in territorio negativo il suo tasso d’interesse principale ribadendo la sua intenzione di mantenere la corona agganciata all’euro. Stamattina il cross EUR/CHF viaggia in lieve ribasso a 1,0182 mentre il cross USD/CHF si è portato a quota 0,8797.
Domani si riunisce la Banca del Canada, che però non dovrebbe rivedere le sue ultime decisioni di politica monetaria. La riunione sarà seguita da una conferenza stampa presieduta dal governatore Poloz. Il CAD è scambiato a 1,1976, non troppo distante dal minimo degli ultimi anni.
Gli speculatori seguiranno con grande interesse le parole del governatore Rbnz Wheeler di lunedì prossimo. Frattanto, il NZD viaggia a 0,7724 mentre l’indagine trimestrale sulla fiducia delle aziende curata dal New Zealand Institute of Economic Research (un indicatore fondamentale per le strategie della banca centrale) ha evidenziato come il sentimento delle aziende volga ancora al positivo, anche se non quanto servirebbe per produrre un rialzo dei prezzi nell’attuale scenario di bassa inflazione. I dati ufficiali di domani dovrebbero evidenziare un rialzo del +0,9% (su base annua) nell’andamento dei prezzi al consumo durante il Q4 2014, valore poco al di sotto del target fissato dall’istituto centrale (1%-3%). I trader sono convinti che la Rbnz finirà per rialzare i tassi d’interesse alla luce delle proiezioni inflattive pubblicate lo scorso anno.