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Nasdaq sottotono rispetto Dow Jones da 4 settimane consecutive, segnali di cambiamento?

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Mar 14, 2021, 09:15 UTC

Il Nasdaq sottotono rispetto all'indice Dow Jones, al NYSE, per 4 settimane consecutive, segnali di cambiamento in vista? Forse, ma anche non proprio.

nasdaq

In questo articolo:

Il Nasdaq è sottotono da 4 settimane e anche se negli ultimi giorni ha recuperato leggermente le perdite, resta comunque con un andamento sottotono.

Al contempo il Dow Jones, l’indice delle 30 principali società USA quotate alla Borsa di New York, fa decisamente meglio fissando il nuovo ATH. Ma il dato più significativo è quello riguardante il confronto delle performance del Nasdaq-100 (anche il Nasdaq Composite) e del DOW Jones, si fa notare che sono 4 settimane consecutive che il primo è underperformed rispetto al secondo. Qualcosa che non accadeva dal 2016.

Ed in effetti un rapido sguardo agli andamenti dei due indici a tre mesi rivela che procedono in direzioni opposte, almeno per ora.

Nasdaq-100 e Dow Jones, performance a confronto

Il Dow Jones ad un mese guadagna il +4,09%, mentre a 3 mesi guadagna un rilevante +9,54%.

Il Nasdaq-100 all’opposto, ad un mese è in negativo del -6,50% e solo a tre mesi è in positivo, ma del +3,71%.

Solo se guardiamo il percorso di crescita fatto da un anno a questa parte dai due indici, possiamo vedere che il Nasdaq-100 è il migliore tra i due con il +71,26%, mentre il Dow Jones ad un anno ha guadagnato il +49,39%.

Cosa sta accadendo? Questa inversione di tendenza dei tecnologici statunitensi è solo un fattore momentaneo o un segnale di una inversione di tendenza, dopo un anno straordinario per gran parte delle società che compongono l’indice NDX: la pandemia le ha aiutate enormemente a differenza degli altri settori industriali.

Investitori abbandonano i tecnologici?

Secondo la Cnbc gli investitori starebbero lasciando i tecnologici dopo un decennio di sovraperformance.

Tuttavia la stessa Cnbc fa notare anche che gli analisti di mercato sui tecnologici si sono sempre sbagliati, che alla fine dei conti poi è sempre il settore tecnologico a spuntarla.

E questo grazie alle straordinarie performance di titoli come Apple (AAPL), Amazon (AMZN), al pompaggio di Tesla (diciamocelo: più sulla fiducia, sul personaggio Elon Musk, che sui risultati oggettivi e sulle sue reali capacità operative attuali). Ma anche grazie all’esplosione del cloud computing che grazie alla pandemia procede a gonfie vele e che probabilmente continuerà su questa rotta a lungo: si pensi al piano del governo italiano di passare su cloud tutta la Pubblica amministrazione.

Questa volta, però, sarebbe diverso. Questa volta ci sono grandi società di gestione degli investimenti che starebbero indirizzando i loro clienti verso altri settori industriali e finanziari, verso i materiali e l’energia.

E questo perché si crede, ed a ragione, che nel post pandemia gli stimoli dei governi verteranno sull’economia reale, portando su l’inflazione e i tassi di interesse. Ma questo movimento in realtà sta portando a una fuga dall’intero mercato azionario, con l’acquisto di quello obbligazionario.

Quindi cosa accadrà?

Già a settembre dello scorso anno i tecnologici diedero un primo segnale di regressione dopo mesi di impressionanti guadagni. Già allora si diceva che gli altri settori fino ad allora “bastonati” dalla pandemia sarebbero tornati, e questo movimento è in atto e si fortificherà nei prossimi mesi con il rafforzamento a livello globale della campagna vaccinale.

Sì, perché c’è una domanda repressa di fare cose e di fare acquisti, testimoniata anche dal risparmio che giace inutilizzato sui conti correnti delle persone. Un risparmio in parte strategico, ma in parte anche imposto dalle limitazioni sanitarie.

Accadrà quindi che il settore turistico, come le società delle navi crociere quotate, o come le società delle attività del tempo libero e quelle del trasporto aereo, che torneranno progressivamente ai livelli pre-pandemia.

Quindi? Quindi gli investitori ovviamente si stanno spostando da mesi anche su questi titoli.

E poi la transizione energetica, ma credere che i tecnologici non ci saranno in tutto questo, è strategicamente sbagliato.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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