Michael Bloomberg, candidato Dem alla presidenziali USA, promette una legge a favore delle criptovalute se sarà eletto presidente degli Stati Uniti.
Il candidato democratico Michael Bloomberg in corsa alle primarie per le presidenziali USA del prossimo novembre 2020, ha presentato agli elettori il suo piano di riforma finanziaria destinato agli Stati Uniti d’America.
Nove pagine divise in tanti punti essenziali in cui prospetta la sua visione per migliorare la già florida economia statunitense, dove la disoccupazione è ai minimi storici.
L’ultima parte del documento è dedicata espressamente alle criptovalute. Bloomberg, che attraverso le sue società finanziarie ha istituito un indice dedicato alle criptomonete (il Bloomberg Galaxy Crypto Index, BGCI), vorrebbe con le sue proposte fare un po’ di chiarezza nel panorama a beneficio dello sviluppo del settore e non per “castrarlo”.
Bloomberg nel suo piano per il sistema finanziario Usa scrive:
«Le criptovalute sono diventate una classe di attività che valgono centinaia di miliardi di dollari, ma la supervisione normativa resta frammentata o per nulla sviluppata. Oltre alle promesse della blockchain, del Bitcoin e delle offerte iniziali di moneta (ICO), c’è anche tanto clamore, frodi e attività criminali. Mike (Bloomberg, ndr) lavorerà con il legislatore per fornire regole del gioco più chiare».
E quindi elenca quali sono i punti a detta sua che vanno migliorati e chiarificati per sviluppare il settore delle criptovalute negli USA.
Questa è la proposta concreta di Mike Bloomberg nel caso dovesse essere eletto presidente degli Stati Uniti d’America, ma anche altri due candidati democratici avevano parlato a favore di una regolamentazione delle criptomonete. I due candidati erano Eric Swalwell e Andrew Yang, i quali si sono però ritirati dalla corsa.
Come noto l’attuale presidente Donald Trump non si è mai espresso a favore del bitcoin e delle criptovalute, è sempre rimasto molto freddo nei confronti dei crypto asset. A Donald Trump, anche lui imprenditore come Mike Bloomberg, interessa il petrolio. Non lo ha mai nascosto Trump, a lui piace il petrolio, è quello il suo business.
Anche nell’ambito delle criptovalute, quindi, si scontrano negli USA due visioni opposte del come dovrà essere il futuro dell’America.
Da un lato c’è un presidente, Trump, che guarda al fossile e quindi al passato; dall’altro lato c’è Bloomberg che guarda al presente e al futuro fatto di una finanza che si basa su nuove tecnologie digitali e di un mondo molto digitalizzato, che basa tanti servizi (anche non finanziari) sulle nuove tecnologie decentralizzate.
Gli Stati Uniti d’America appaiono a un bivio storico in queste elezioni presidenziali. A novembre 2020 gli statunitensi non eleggeranno solo il nuovo presidente, ma sceglieranno quale futuro desiderano per se stessi.
Jerome Powell, di recente è stato convocato dalla Commissione finanze della Camera dei rappresentanti per discutere di dollaro digitale, perché il Federal Reserve System ne sta discutendo, ma il Segretario al Tesoro di Trump non ne vuol sapere.
Gli Stati Uniti d’America sono a un bivio storico.
Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.