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Metalli Preziosi Negoziati In una Nota Positiva

Da
Barry Norman
Aggiornato: Feb 11, 2015, 19:37 GMT+00:00

Il mercato aurifero rimane all'interno di un range di deprezzamento minore rispetto ai livelli di ieri. Il prezioso guadagna 4.90$ nella sessione asiatica

Metalli Preziosi Negoziati In una Nota Positiva

Metalli Preziosi Negoziati In una Nota Positiva
Il mercato aurifero rimane all’interno di un range di deprezzamento minore rispetto ai livelli di ieri. Il prezioso guadagna 4.90$ nella sessione asiatica ed è scambiato a 1237,10$ mentre l’argento posta un rialzo di 117 punti per attestarsi leggermente al di sotto del livello di prezzo dei 17$. Il platino prende spunto dall’oro guadagnando 3,45$, il metallo è scambiato a 1.212,20$. Martedì i prezzi del metallo giallo si muovono in ribasso sulla scia di un aumento del dollaro statunitense, aumento che ha compensato il favorevole impatto avuto dalle forte preoccupazioni riguardanti il futuro della Grecia all’interno dell’eurozona e i timori per una possibile escalation della violenza in ucraina, scenario che ha penalizzato la propensione al rischio.

Oggi i mercati asiatici sono scambiati su una nota mista poiché il nervosismo relativo ad un possibili ritiro della Grecia dall’euro e il crescente conflitto in Ucraina continuano a minare la propensione al rischio. Nella sessione di ieri, il dollaro statunitense si muove in ribasso perdendo lo 0,3% sulla scia delle crescenti tensioni insorte tra la Grecia e i suoi partner della zona euro mentre Atene si sforzava di rinegoziare i termini del suo piano di salvataggio internazionale. Gli investitori, inoltre, si mostrano particolarmente cauti nei confronti delle crescenti tensioni tra Ucraina e Russia, scenario che ha inevitabilmente ridotto la domanda del biglietto verde. la possibilità di vedere la Grecia lasciare l’euro diventa sempre più alta poiché il primo ministro  Alexis Tsipras si mostra sempre più duro nei confronti del debito pubblico.

Martedì il peso del possibile ritiro della Grecia e del conflitto in Ucraina continua a gravare sui mercati. Gli investitori monitoreranno ora con estrema attentamente l’Ecofin di mercoledì, vertice che sarà indubbiamente tutto incentrato sulla Grecia. Per quanto riguarda la sessione odierna, i trader possono aspettarsi un ribasso dell’oro e dell’argento poiché la forza del dollaro statunitense e la speranza di un rialzo dei tassi di interesse degli Stati Uniti continuano ad esercitare una pressione ribassista sul mercato. Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come anche la questione in Grecia e in Ucraina possa risultare fondamentale per il futuro dei metalli preziosi.

Gli investitori attendono anche gli sviluppo relativi all’Europa, dove la probabilità di vedere la Grecia uscire dall’euro è aumentata notevolmente negli ultimi giorni a seguito della dura politica adottata dal primo ministro Alexis Tsipras nei confronti del debito pubblico. I ministri delle finanze dell’Eurozona si incontreranno mercoledì, mentre i lider dell’Unione Europea si riuniranno giovedì, tuttavia i funzionari stanno già minimizzando la possibilità di assistere ad una svolta. Il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, ha detto alla Grecia di non aspettarsi che la zona euro si pieghi alle richieste di Tsipras nel bel mezzo di un crescente confronto che ha scosso i mercati finanziari sebbene le richieste di Stati Uniti e Canada siano di calma e compromesso..

Per quanto riguarda il mercato dei metalli, quelli industriali si muovono in ribasso; il rame perde 4 punti nella sessione asiatica per attestarsi su quota 2,547$. Detto questo, ci sembra opportuno ricordare come lo scorso martedì i metalli di base sull’LME erano negoziati in ribasso sul retro delle numerose prenotazioni di profitto che avevano preso piede dopo il forte rally dei metalli. Martedì il prezzo del metallo rosso posta un ribasso dell’1,2% poiché il rallentamento della crescita economica cinese ha incrementato le preoccupazioni relative ad un possibile calo della domanda. Nel mese di gennaio l’inflazione cinese posta i minimi degli ultimi 5 anni confermando la persistente debolezza preannunciata dalle deludenti performance commerciali  del paese. I numeri aggiungono pressione sui politici, intenzionati a sostenere la crescita, tuttavia, la Banca Centrale della Cina, ha dichiarato di essere intenzionata ad adottare nuove politiche per bloccare il rallentamento, tuttavia, non sembra essere intenzionata a stimolare l’economia.

 

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