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L’UE tuona contro il Bel Paese

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Nov 17, 2016, 13:02 GMT+00:00

  Non è la prima volta. Non sarà l’ultima. Da Bruxelles giunge un monito dal sapore di invettiva. Le alte sfere comunitarie non hanno gradito la

L’UE tuona contro il Bel Paese

 

Non è la prima volta.

Non sarà l’ultima.

Da Bruxelles giunge un monito dal sapore di invettiva.

Le alte sfere comunitarie non hanno gradito la bozza di legge di bilancio tricolore del 2017, considerandola “a rischio di non rispetto” degli impegni sovranazionali e avvertendo che “potrebbe risultare in una deviazione significativa dall’aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine”.

È vero che l’Italia è in buona compagnia, trovando Slovenia, Cipro, Belgio, Finlandia e Lituania che condividono il suo stesso -mal comportamento-, ma questo aiuta solo a conferire una portata più chiara della questione.

Quella che investe il Bel Paese è una critica su più fronti .

In primo luogo, la Commissione Ue si sofferma sul debito e sulla sua conseguenza sul sistema paese, analizzando cause e conseguenze: “Le perdite nell’export restano sostanziali. La performance esterna e la competitività dei costi soffrono a causa di una ridotta crescita della competitività del lavoro, nonostante una contenuta crescita dei salari ed il deprezzamento del tasso effettivo di cambio. La debole ripresa economica, la bassa inflazione e la politica di bilancio espansiva ritardano la riduzione dell’altissimo debito pubblico e dei rischi ad esso collegati”.

Tutto chiaro, anche se sfortunatamente tautologico.

Il passaggio alla disamina bancaria è presto detto.

Secondo la Commissione: “La bassa redditività e l’alto stock di crediti deteriorati rendono il sistema bancario italiano sempre più vulnerabile e ostacolano la capacità delle banche di sostenere l’economia. La cattiva allocazione di capitale associata all’alto stock di sofferenze contribuiscono alla bassa crescita della produttività e i bassi volumi di credito sono associati al ridotto livello degli investimenti”.

Anche qui, nulla di nuovo. Anzi, l’Ue dimostra di considerare poco la costituzione dei due fondi Atlante, risposta tricolore all’annosa problematica sofferenziale, più volte lodata proprio in sede comunitaria ma forse presto cancellata da considerazioni di carattere generale.

Atlante 1 e 2 possono contribuire in maniera massiva, ma non possono fare miracoli. Né in termini sostanziali, né tantomeno temporali.

Suona come slogan dovuto, quanto detto in relazione al terremoto subito dall’Italia recentemente, incarnando maldestramente un discutibile do ut des, in cui la Commissione si dice “pronta a considerare un approccio ampio sul trattamento specifico delle spese collegate al terremoto”, motivando siffatta posizione per il fatto che la “natura integrata di tali spese rende il legame tra emergenza e prevenzione meno chiaro e a causa della ricorrenza degli eventi sismici”.

Una linea in contrasto con la recente austerity tedesca poi rimodulata in fretta e furia per salvare le apparenze.

Per conoscere l’orientamento che adotterà l’Ue verso l’Italia occorrerà attendere il 5-6 dicembre: in quella data avrà avuto luogo l’incontro con Eurogruppo ed Ecofin e solo allora sarà possibile sapere se il Bel Paese subirà una procedura avversa.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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