Pubblicita'
Pubblicita'

L’Oro Si Muove Al Ribasso Prima Della Riunione FOMC

Da
Barry Norman
Pubblicato: Dec 15, 2014, 19:47 GMT+00:00

Lunedì mattina il mercato aurifero si muove al ribasso testando la maniglia dei 1217,60$ poiché i trader hanno rilevato i propri investimenti dopo che

L’Oro Si Muove Al Ribasso Prima Della Riunione FOMC

Lunedì mattina il mercato aurifero si muove al ribasso testando la maniglia dei 1217,60$ poiché i trader hanno rilevato i propri investimenti dopo che Senato e congresso hanno approvato un nuovo bilancio evitando così la minaccia di un possibile arresto di governo. Inoltre, in Giappone il primo ministro Abe è stato rieletto confermando, scenario piuttosto prevedibile. Ricordiamo come, negli ultimi giorni della scorsa settimana il prezioso abbia restituito parte dei suoi guadagni iniziali sul retro di un brusco calo dei prezzi di greggio e delle preoccupazioni riguardanti un possibile aumento dei tassi d’interesse statunitensi dettati anche da un incremento delle domanda cinese. Venerdì i lingotti con consegna immediata hanno perso lo 0,% postando i minimi giornalieri a 1.217,50$ e chiudendo la settimana a 1.221,92$. Stando agli ultimi dati pubblicati sul sito web, le partecipazioni sull’SPDR Gold Trust, il più grande fondo comune di investimento garantito in oro del mondo, si attestano su quota 725,75 tonnellate.

Tuttavia, questa settimana, l’attesissima riunione FOMC potrebbe ravvivare i mercati dei metalli preziosi innescando persino un inversione di rotta. Detto questo, si attendono i dati economici degli Stati Uniti dopo che la scorsa settimana il TLTRO della BCE è stato al centro del mirino. Oltre alla riunione FOMC si attendono altri rapporti chiave come il PIL degli Stati Uniti, le elezioni in Giappone, i dati relativi alla produzione industriale statunitense, il PMI manifatturiero della Cina, i dati delle abitazioni negli Stati Uniti e quelli relativi al sentimento economico tedesco.

L’evento principale della settimana sarà la prossima riunione  FOMC, seguita da una conferenza stampa e dall’aggiornamento delle prospettive economiche. L’anno scorso la reazione del mercato alla riunione del FOMC ebbe esiti negativi poiché il comitato decise di mantenere una linea dura, tuttavia, questa volta non assisteremo ad un ulteriore ridimensionamento del QE3, ma ad una decisione sulla tempistica relativa all’aumento dei tassi d’interesse. Ricordiamo come il FOMC presterà particolare attenzione ai recenti rapporti sulle buste paga nei settori non agricoli statunitensi, rapporti che hanno mostrato numeri più forti del previsto, valutando anche il lento aumento dell’inflazione degli Stati Uniti. a fronte di ciò, potremmo assistere anche all’emergere di nuovi cambiamenti in Europa, Cina e Giappone.

La scorsa settimana i prezzi del metallo giallo hanno postato un rincaro del 2,5%, tuttavia, nella sessione di venerdì si muovono fortemente ribasso testando la maniglia dei 1.221$ l’oncia. In un simile scenario anche i mercati azionari si muovono al ribasso postando il più grande calo settimanale degli ultimi tre anni  sul retro di un forte ribasso dei prezzi del greggio. Il combustibile registra nuovi minimi.

Il crollo dei mercati azionari ha spinto numerosi trader ad investire nel metallo considerato come un’attività alternativa, inoltre, il ribasso del dollaro statunitense ha reso il prodotto più conveniente. Detto questo, potremmo assistere ad una lieve deflazione, scenario che potrebbe allungare le tempistiche riguardanti un possibile aumento dei tassi di interesse, previsto già per il prossimo anno. Per quanto riguarda gli altri metalli, l’argento con scadenza a marzo perde lo 0,3% per attestarsi su quota 17,06$ l’oncia. Il platino con scadenza a gennaio posta un calo dello 0,9% ed è scambiato a 1,231.50$ l’oncia mentre il palladio  con scadenza a marzo scende dello 0,4% raggiungendo gli 816,55$ l’oncia.

Questa mattina il rame sorprende gli investitori postando un incremento di 5 punti per attestarsi su quota 2.934$, la mossa prende piede dopo una revisione al ribasso della crescita cinese per il biennio 2014-2016. A tale proposito segnaliamo come, stando a quanto riportato dai ricercatori della banca centrale cinese, il prossimo anno, l’economia del paese potrebbe crescere ad un ritmo del 7,1% contro il 7,4% precedentemente stimato poiché il crollo immobiliare continua a pesare sulla  seconda economia mondiale.

Sull'Autore

Pubblicita'