Venerdì le materie prime hanno mostrato forti ribassi con il dollaro americano che si è rafforzato su tutta la linea e i mercati che si sono resi conto
Venerdì le materie prime hanno mostrato forti ribassi con il dollaro americano che si è rafforzato su tutta la linea e i mercati che si sono resi conto che non ci sarebbe stata molta scelta sul fatto di accettare Trump come nuovo presidente degli Stati Uniti. I mercati prima sono entrati in confusione ma poi hanno realizzatoche le cose non si potevano cambiare. Ciò ha fatto prendere coscienza che in futuro tali risultati possono diventare la norma in un mondo evoluto.
Sebbene il crescente rafforzamento del dollaro americano possa essere uno dei motivi principali del crollo dei prezzi delle materie prime, un altro motivo potrebbe essere addebitato alla dura presa di posizione di Trump nei confronti della Cina, durante la campagna elettorale. Ha promesso di riportare il lavoro in America aumentando la produzione manufatturiera all’interno del Paese, anche cercando di bloccare le esternalizzazioni quanto piùpossibile. Entrambe le decisioni potrebbero influire pesantemente sugli interscambi commerciali con la Cina e se Trump riuscisse a portare a termine questo programma, ciò avrebbe un impatto sull’economia cinese e di conseguenza sui prezzi dei materie prime, dato che la Cina è uno dei maggiori utilizzatori di materie prime quali acciaio, rame e oro.
Sulla base di quanto appena detto, venerdì i prezzi dell’oro hanno fatto un ruzzolone, scivolando al di sotto del forte supporto nella regione dei 1250$ e sembrano preparati a testare il prossimo supporto nella regione dei 1200$. Il metallo aurifero è attestato al livello dei 1218$, mentre scriviamo, con un ribasso di oltre 50$ tra venerdì e la giornata odierna.
L’argento ha letteralmente seguito l’andamento dell’oro, con i prezzi che venerdì hanno subìto un forte ribasso ritornando al di sotto del livello dei 18$. L’argento aveva fatto uno sforzo enorme per superare il livello dei 18$ nelle settimane precedenti, ma non si è rivelata una mossa duratura, ed è risceso sotto il supporto, in seguito al rafforzamento del dollaro americano e al generale ribasso dei prezzi delle materie prime a livello mondiale. Ora è assestato al livello dei 17,25$ avendo infranto la DMA 200 (displaced moving average) e potrebbe verificarsi una ulteriore pressione se i prezzi delle materie prime continuassero a scendere.
Venerdì i prezzi del petrolio si sono stabilizzati e consolidati, non avendo subìto gli effetti dei forti ribassi delle altre materie prime. In effetti, appare lo strumento rimasto quasi indenne dal nervosismo generale dei mercati, consolidando le perdite subite nella settimana precedente. Il mercato resta in attesa dell’incontro dell’OPEC per vedere se i produttori petroliferi riescono a spianare i dettagli più spigolosi della riduzione delle estrazioni pianificata a settembre. Aspettatevi qualche ulteriore consolidamento e oscillazione nei prossimi giorni.
Colin First è stato coinvolto nel settore FX per 14 anni lavorando in varie vesti come trader, gestore di fondi, rivenditore e analista. Si è specializzato nello sviluppo di strategie di trading ed è appassionato di FX e servizi finanziari. Colin mantiene un blog in cui discute su diversi argomenti relativi al FX.