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L’Oro Si Dimostra Molto Vulnerabile

Da
Colin First
Aggiornato: Nov 15, 2016, 08:15 GMT+00:00

Ieri le materie prime hanno trascorso la giornata assimilando e accettando le perdite sofferte negli ultimi giorni. Come già detto nelle nostre previsioni

L’Oro Si Dimostra Molto Vulnerabile

Ieri le materie prime hanno trascorso la giornata assimilando e accettando le perdite sofferte negli ultimi giorni. Come già detto nelle nostre previsioni di ieri, i prezzi dell’oro hanno subìto un ribasso di oltre 120$ a seguito dei risultati delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti e, fatto ancora più importante, hanno infranto il forte supporto dei 1250$ così rapidamente da rendere questa materia prima estremamente vulnerabile perulteriori correzioni.
Dopo la vittoria di Trump, il mercato ha puntato l’attenzione sul rialzo dei tassi d’interesse da parte della Fed, atteso a dicembre. Se ciò dovesse accadere, ci sarebbe un rafforzamento dell’economia statunitense che la renderebbe il mercato ideale dove investire. Questo spingerebbe ulteriormente l’economia aiutando la moneta americana a rafforzarsi maggiormente einfluenzando l’andamento dei prezzi del metallo prezioso. Ecco perché il mercato teme ulteriori correzioni dei prezzi dell’oro e gli investitori stanno spostando i fondi quanto più possibile per salvarsi dal crollo. L’unico avvenimento che potrebbe controbilanciare e prevenire tale evento sarebbe una maggiore attenzione verso il rischio che si potrebbe verificare se Trump decidesse di tornare alla retorica della sua passata campagna elettorale. Fino a questo momento, ha scelto la moderazione mantenendo il suo entourage bilanciato, creando una piacevole sorpresa sui mercati e sulla moneta americana, determinando cosìil loro rafforzamento. Se tale scenario dovesse modificarsi, ciò aiuterebbe a controbilanciare la forza del dollaro e i prezzi dell’oro a recuperare. Fino ad allora, possiamo aspettarci che i prezzi del metallo aurifero possano consolidarsi con un’inclinazione ribassista sotto il livello dei 1250$.

Ieri anche l’argento ha continuato a mostrarsi ribassista scendendo sotto il livello dei 17$ e minacciando di raggiungere l’obiettivo dei 16$ nel breve termine. Questo appare in linea con la crescente forza del dollaro statunitense che ha fatto presa sui mercati, specialmente sulle materie prime, anch’esse influenzate dalla presidenza di Trump. Se questo presidente dovesse mantenere le promesse fatte durante la campagna elettorale di aprire una guerra commerciale nei confronti della Cina, ciò influirebbe su entrambe le economie e di conseguenza anche sulla domanda di materie prime. Questo è l’effetto che stiamo già riscontrando sull’argento.

Il petrolio ha proseguito la sua fase di consolidamento nella regione di supporto, con una inclinazione in rialzo, in attesa della riunione dell’OPEC di fine novembre. Il combustibile è crollato più del 20% nelle due ultime settimane, dato che gli effetti positivi dell’ultimo incontro di settembre stanno svanendo e il dollaro statunitense sta mostrando la sua forza. Tuttavia, ora è attestato in una regione di forte supporto, che presumiamo riuscirà a mantenere questi prezzi almeno fino a quando saranno resi noti i risultati del prossimo incontro di fine novembre, teso a determinare i dettagli sulla riduzione delle estrazioni petrolifere.

Sull'Autore

Colin First è stato coinvolto nel settore FX per 14 anni lavorando in varie vesti come trader, gestore di fondi, rivenditore e analista. Si è specializzato nello sviluppo di strategie di trading ed è appassionato di  FX e servizi finanziari. Colin mantiene un blog in cui discute su diversi argomenti relativi al FX.

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