Il Dow Jones è a quota 18702,41, in rialzo di 112,72 punti ossia dello 0,61%. Lo S&P 500 ha raggiunto quota 2159,25, con un ribasso di 4,01 punti ossia dello 0,19% e il Nasdaq è sceso a quota 5197,22, con una perdita di 53,85 punti ossia dell’1,03%.
Il Nasdaq è stato spinto in ribasso dal sottoindice iShares Nasdaq Biotechnology ETF (IBB) e dalle azioni dette Fang (Facebook, Amazon, Netflix e Alphabet).
I titoli del Tesoro degli Stati Uniti
I rendimenti dei titoli del Tesoro degli Stati Uniti hanno continuato ad aumentare, con quelli dei titoli a due anni intorno allo 0,90% e quelli dei titoli a dieci anni al 2,85%. L’incremento dei titoli del Tesoro degli Stati Uniti suggerisce che gli investitori stanno anticipando un ritorno dell’inflazione.
L’oro
Durante la giornata di giovedì, i contratti future sull’oro si sono mossi in ribasso poiché gli investitori si sono diretti su asset a maggiore rendimento. Tuttavia, la volatilità manifestatasi a metà della sessione e la riscossione degli utili hanno sostenuto il dollaro fino alla chiusura. Sul prezzo dell’oro ha pesato anche l’incremento dei rendimenti dei titoli del Tesoro degli Stati Uniti, dato che il prezioso metallo non paga interessi né dividendi, così da divenire un asset meno attraente.
Il dollaro e le altre valute
I contratti future sull’indice del dollaro sono stati anzitutto sostenuti dal ribasso dell’euro e dello yen, entrambe valute di finanziamento. Gli investitori si sono posti ai margini dagli inizi di luglio, subito dopo il Brexit e hanno preso a prestito yen ed euro a un tassi prossimo allo zero dalle banche nipponiche ed europee per aumentare le loro posizioni sui mercati azionari.
Il greggio
Nella giornata di giovedì, i contratti future sul Wti si sono mossi in ribasso dopo che i compratori non sono riusciti a generare sufficiente interesse per il lato long dopo il rialzo di ieri. Durante la sessione odierna, l’attenzione è tornata a concentrarsi sull’eccesso di offerta globale e sulla capacità o meno dell’Opec di portare i propri membri e gli altri principali produttori di greggio a un’intesa sulla riduzione della produzione.