Pubblicita'
Pubblicita'

L’economia italiana riparte il 4 maggio con il -15% di Pil

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Apr 22, 2020, 07:21 GMT+00:00

L’economia italiana riparte il 4 maggio ma con il -15% di Pil nel primo semestre. Una zavorra pesante che grava sulla seconda metà dell'anno tra distanza sociale e ripresa del lavoro.

4 maggio

Il 4 maggio, quindi, il motore produttivo dell’Italia riprenderà un ritmo più veloce di quello attuale, ma non il pieno regime.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato, ieri martedì 21 aprile alla Camera dei deputati, che il 4 maggio si ripartirà secondo un progetto in corso di strutturazione.

Le regole di base saranno la distanza sociale, la mascherina in ogni luogo pubblico e privato eccetto che a casa propria.

Non potranno esistere ore di punta e i trasporti andranno completamente ripensati. Anche se non ci sono informazioni ufficiali sul come il Governo prevede di rimodulare la vita dei cittadini, gli esperti hanno già anticipato quelle che sono le soluzioni più ovvie e, in alcuni casi, le uniche possibili.

Trasporto pubblico, vuoto

Autobus e metropolitane stracolme per i prossimi mesi non saranno possibili. Per i treni i software calcoleranno i posti da lasciare vuoti per creare la distanza sociale. Gli autobus potranno viaggiare solo con persone sedute e senza la possibilità di riempire tutte le sedie.

Ci si domanda, però, come sarà possibile trasportare ogni mattina per tempo i lavoratori che prima dovevano sacrificarsi su autobus riempiti oltre la capienza massima, o su metropolitane stracolme che ora potranno al massimo trasportare qualche decina di persone per corsa.

Aumentare le corse? Le società di trasporto pubblico sono dotate del numero sufficiente di autobus e treni per moltiplicare le corse?

Senza dimenticare il capitolo costi che tutto ciò comporterà. Chi pagherà le spese di un trasporto pubblico che dovrà aumentare il personale e il numero di corse?

Il trasporto alternativo

In molti preferiranno raggiungere il posto di lavoro in auto, ma sappiamo benissimo senza dover fare affidamento a dati statistici qual è la condizione delle tangenziali e dei raccordi autostradali negli orari in cui si raggiungono o si lasciano i luoghi di lavoro. E sono strade trafficate anche quando i trasporti pubblici lavorano a pieno regime.

Il governo studia forme alternative di trasporto come la bicicletta e monopattini elettrici. Forse sarà possibile in quelle città dove c’è la cultura dell’uso della bicicletta e dove le piste ciclabili esistono e raggiungono i centri cittadini. Molte aree metropolitane italiane non hanno mai contemplato un piano urbanistico che includesse piste ciclabili che, dai paesi periferici conducessero al centro delle città più grandi. E sappiamo che parte di chi lavora nelle città principali, vive nei paesi periferici.

Smart working, mobilità ridotta e vita su appuntamento

La parola d’ordine dal 4 maggio non potrà che essere smart working, pena il collasso del sistema di trasporto pubblico e viario italiano. E all’appello mancheranno le scuole e le università. A settembre se dovesse tornare la didattica in aula per tutti, si può immaginare il tilt dei trasporti. Forse per raggiungere scuola e il lavoro servirà alzarsi alle 4 del mattino.

Allora sarà mobilità ridotta favorita dallo smart working il più possibile e da una vita su appuntamento. Si andrà su appuntamento anche dal medico di base, e alle poste attraverso la app.

Se così non fosse, ai già enormi costi economici che tutto ciò comporterà, si aggiungerà l’impossibilità di fatto di poter raggiungere luoghi di lavoro e scuole e sarà blocco produttivo comunque.

Il Pil nel primo semestre: -15%

L’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ha pubblicato la nota congiunturale di aprile e ci presenta un quadro pesante: -15% del Pil nazionale nel primo semestre, con un calo che non si era mai visto nella storia della Repubblica.

Se la pandemia in Italia dovesse regredire a breve, allora un primo recupero si avrà a partire dal terzo trimestre scrive l’Upb.

Anche Confindustria ha pubblicato le sue stime e lo stesso ha fatto Banca d’Italia, ma stime certe ancora non ci sono e per ora si naviga a vista anche con i dati.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

Hai trovato utile questo articolo?

Pubblicita'