Ieri le materie prime vengono colpite dall’implacabile rafforzamento del dollaro statunitense che non mostra segnali d’arresto, relegando questi strumenti
Ieri le materie prime vengono colpite dall’implacabile rafforzamento del dollaro statunitense che non mostra segnali d’arresto, relegando questi strumenti verso il fondo dei loro rispettivi range di andamento. La moneta statunitense si è ampiamente rafforzata contro lo yen e l’euro che ne hanno pagato lo scotto. I prezzi dell’oro sono riusciti a mantenersi appena sopra il livello dei 1200$, ma non sappiamo quanto potrà durare se il rialzo del dollaro continuerà anche nella giornata odierna. Come abbiamo indicato in precedenza, la regione tra i 1200$ e i 1220$, dove attualmente è assestato il metallo prezioso, funge da notevole supporto. In passato si sono verificate situazioni nelle quali i prezzi sono rimasti in stallo per poi invertire la rotta, ma questa volta la forza del dollaro statunitense è conclamata, resta da vedere se l’area di contenimento dell’oro riuscirà a fronteggiare questa marea. Ieri sera le dichiarazioni della Yellen hanno più o meno confermato, per quanto riguarda i mercati, che la Fed procederà verso un rialzo dei tassi d’interesse a dicembre e questa è la ragione del più recente rialzo del dollaro. L’innalzamento dei tassi d’interesse avrà un’incidenza principalmente sull’andamento dell’oro e dell’argento, con i fondi che verranno spostati da questi porti sicuri verso il dollaro statunitense.
Tale effetto lo abbiamo già visto sui prezzi dell’argento che hanno subìto un ribasso al di sotto dei 17$ e ora stanno languendo al livello appena superiore dei 16,50$, mentre scriviamo. I prezzi dell’argento, come quelli dell’oro, appaiono estremamente deboli e se la tendenza rialzista del dollaro USA continuerà anche nella giornata odierna, ci saranno altri ribassi sui prezzi di questi metalli.
Ieri anche i prezzi del petrolio sono scesi, con un ribasso maggiore di 1 dollaro, poiché il rafforzamento del biglietto verde ha inciso negativamente anche nei confronti del combustibile. Il petrolio aveva beneficiato di due giornate positive, a seguito della notizia di un possibile accordo tra i produttori petroliferi su una riduzione delle estrazioni, che dovrebbe essere annunciata nell’incontro dell’OPEC previsto per la fine di questo mese, ma ieri il rafforzamento della moneta statunitense ha dominato la scena su tutti i mercati, non risparmiando nemmeno i prezzi del petrolio. Ci sono lievi disaccordi e qualche confusione che si sta facendo strada, su chi dovrà procedere a questi tagli della produzione e per quali quantitativi, e il mercato vede queste indecisioni come un rischio potenziale che è anche una delle ragioni che ha condotto i prezzi del petrolio verso un’inclinazione ribassista. Guardando alla giornata odierna, non ci sono importanti notizie in previsione, a livello mondiale, che possano avere un’influenza sui prezzi delle materie prime, quindi ci attendiamo qualche ulteriore consolidamento con un’inclinazione ribassista.
Colin First è stato coinvolto nel settore FX per 14 anni lavorando in varie vesti come trader, gestore di fondi, rivenditore e analista. Si è specializzato nello sviluppo di strategie di trading ed è appassionato di FX e servizi finanziari. Colin mantiene un blog in cui discute su diversi argomenti relativi al FX.