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L’avversione al rischio lancia il rally dello yen nipponico

Da
Barry Norman
Pubblicato: Dec 10, 2014, 16:48 GMT+00:00

Le voci secondo cui la Grecia andrà a elezioni anticipate sono state l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso e impennare l’avversione al rischio

L’avversione al rischio lancia il rally dello yen nipponico

Le voci secondo cui la Grecia andrà a elezioni anticipate sono state l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso e impennare l’avversione al rischio da parte degli investitori, con un crollo degli indici azionari di tutto il mondo. La domanda di beni rifugio quali oro e yen non ha tardato a decollare, sanzionando il rally di entrambi gli asset. La banconota verde si è deprezzata marginalmente mentre gli investitori andavano a caccia di yen: il dollaro è così calato a 88,55 dal massimo di inizio settimana a 89,4, laddove la divisa nipponica lievitava a 118,89. Per quanto riguarda le valute, quelle asiatiche sono scambiate in negativo rispetto al dollaro Usa, rimbalzato verso l’alto non appena gli indici borsistici a stelle e strisce sono riusciti ad arrestare le perdite e a tornare a crescere. Lo yen ha toccato quota 119,39 dopo aver stampato un minimo a 118,98 nel corso della sessione di ieri. Stamattina le sue quotazioni volgono nuovamente al ribasso.

Stamattina i dati economici di Cina e Giappone hanno mancato di poco le rispettive previsioni. Durante la sessione odierna non sarà pubblicato alcun indicatore di rilievo, mentre in chiusura di sessione Usa conosceremo il dato relativo alle richieste di prestiti negli Stati Uniti.

Lo yen ha cancellato gran parte delle perdite patite la scorsa settimana dal momento che ha guadagnato quasi 200 punti da lunedì. Per quanto riguarda gli indici, la lettura preliminare degli ordini di macchinari è migliorata fino a toccare il massimo degli ultimi 4 mesi; la lettura finale del Pil nel terzo trimestre è invece peggiorata dello 0,4%, laddove quella relativa al secondo trimestre era già stata rivista al -1,9% dal precedente -1,6%. I dati non fanno che confermare la lettura preliminare del Pil d’inizio novembre, contrattasi per il secondo trimestre di fila e dunque confermando la recessione dell’economia nipponica. Notizie migliori per quanto riguarda il saldo delle partite correnti, con un surplus in grado di raggiungere gli 0,95 trilioni di yen e dunque di superare di gran lunga gli 0,46 stimati nella vigilia.

L’economia del Giappone si sta contraendo sin dall’approvazione del rialzo dell’iva d’inizio aprile voluto dal governo Abe; le ultime notizie evidenziano il fatto che la recessione è anche peggiore di quanto immaginato in precedenza. L’economia si è infatti contratta dell’1,9% anche nel terzo trimestre 2014 (su base annua), a fronte di una contrazione che inizialmente era stata stimata nell’ordine del -1,6%. Gli ultimi dati dipingono un “quadro piuttosto negativo per l’economia del Giappone”.

L’euro è invece lievitato dal minimo a 1.2310 fino a 1,2450, per chiudere la sessione Usa di ieri prossimo a 1,2380. Il dollaro australiano è passato dal minimo a 82,30 a circa 83,65, chiudendo la sessione Usa a 83,10. Le agenzie di stampa hanno battuto la notizia che il governo ellenico ha anticipato in maniera del tutto inaspettata l’elezione per il nuovo presidente della Repubblica. Inizialmente i 300 membri del Parlamento si sarebbero dovuti esprimere per individuare il successore di Karolos Papoulias a febbraio; al momento il voto è stato invece spostato al 17 dicembre. Gli analisti temono che l’incertezza e le lacerazioni che aleggiano attorno alla figura del prossimo capo dello Stato saranno tali da ritardare il processo di consolidamento fiscale che è stato richiesto alla Grecia per ricevere i 240 milioni di euro di salvataggio erogati dall’Ue e dall’Fmi.

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