Nei giorni scorsi i prezzi del greggio hanno fatto un "giro sulle montagne russe", infatti, il mercato ha invertito la sua rotta registrando un rally e
Sebbene i mercati stiano prestando poca attenzione al possibile sciopero dei lavoratori statunitensi, i recenti dati hanno mostrato un calo record negli impianti di perforazione, scenario che, nella sessione di venerdì, spinge i prezzi del greggio al di sopra dei 50$ al barile poiché i trader iniziano a vedere i primi risultati della strategia adottata dall’Opec. A fronte di ciò, il boom del gas di scisto statunitense potrebbe risentirne. Detto questo, i future del greggio perdono il 3% a seguito di uno sciopero dei lavoratori nelle raffinerie degli Stati Uniti, sciopero che ha paralizzato circa il 10% del mercato petrolifero. La proclamazione di uno sciopero tra i lavoratori delle maggiori raffinerie negli Stati Uniti, sciopero di un’entità tale che non si vedeva dal 1980, potrebbe potenzialmente influenzare circa il 60% del mercato statunitense.
La Royal Dutch Shell e la ConocoPhillips, due dei più grandi gruppi energetici mondiali, hanno annunciato un piano per ridurre i programmi di investimento da miliardi di dollari a causa del ribasso dei prezzi del petrolio.
Un delegato di un produttore del Golfo Opec ha dichiarato che: “I prezzi bassi stanno interessando l’investimento di alcune società in olio di scisto. Questo dovrebbe pregiudicare le forniture nel lungo termine “. “I prezzi si stanno stabilizzando tra i 40$ e i 45$, ma L’economia mondiale non è particolarmente forte e le scorte sono troppo alte”.
Altri due delegati OPEC, uno dei quali appartenente ad un produttore del Golfo, hanno detto di non poter escludere l’ipotesi di vedere i prezzi del greggio attestarsi tra i 30$ e i 35$ al barile sulla scia di una carente domanda e della manutenzione globale delle raffinerie prevista per il primo e il secondo trimestre del 2015.
Stando alle dichiarazioni rilasciate a Reuter dai delegati Opec, i prezzi del greggio potrebbero rimanere relativamente bassi fino all’estate a causa della debole domanda stagionale e della strategia adottata dall’Arabia Saudita, strategia volta a frenare la crescita della produzione dei produttori concorrenti che sembra aver iniziato a raggiungere risultati tangibili. Questa settimana, i delegati dell’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio ed alcuni esperti esterni si riuniranno presso la sede Opec di Vienna per discutere sulla strategia da adottare in uno scenario a lungo termine.
Secondo un analista della banca svizzera, i prezzi globali del greggio potrebbero muoversi ulteriormente in ribasso e scendere al di sotto dei 40$ al barile, ove potrebbero stabilizzarsi per tutto il primo semestre 2015. La ricerca effettuata dall’UBS prevede un nuovo ribasso a breve termine, tuttavia, mostra come nel secondo semestre i prezzi del greggio potrebbero stabilizzarsi tra i 67$ e i 72$ offrendo buoni guadagni fino alla fine del 2015.
Stando a quanto dichiarato da Haefele in relazione alle prospettive di investimento della banca nel rapporto “Un mondo divergente”, le previsioni a 12 mesi, che continuano a segnalare una possibile ripresa del greggio, si attestano al di sotto della stime precedenti, proiettando il Brent su quota 72$ al barile e il greggio WTI su quota 67$ al barile.
Il rapporto suggerisce come il mercato continui ad attendere la fine di quel forte momentum ribassista a cui abbiamo assistito di recente, momentum che, dall’inizio del 2015, ha postato un calo del 12-15% dei prezzi del greggio.