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La sveglia del mercoledì mattina suona per AUD, JPY, NZD, EUR, GBP e USD

Da
Barry Norman
Pubblicato: Nov 12, 2014, 16:54 GMT+00:00

Osservando attentamente gli ultimi flussi di scambi valutari fra il dollaro Usa e le sue principali controparti valutarie, è possibile rilevare che un

La sveglia del mercoledì mattina suona per AUD, JPY, NZD, EUR, GBP e USD

Osservando attentamente gli ultimi flussi di scambi valutari fra il dollaro Usa e le sue principali controparti valutarie, è possibile rilevare che un andamento simile si verificò già nel periodo 1996-2000, quando la forza del dollaro e la debole crescita economica dei paesi asiatici ed emergenti indusse gli speculatori a fare incetta di asset quali materie prime, beni immobiliari e oro. Al momento sia la Cina che un gran numero di economie fra quelle asiatiche ed emergenti attraversano un periodo di difficoltà al punto che avrebbero grandi problemi a sostenere l’ennesimo apprezzamento delle materie prime. Frattanto, il forte dollaro Usa sta convincendo gli speculatori a evitare l’oro nonostante la svalutazione monetaria messa in atto dalla gran parte degli istituti centrali dei paesi G8.

Stamattina gli indici asiatici viaggiano in territorio positivo dopo che i mercati statunitensi sono stati in grado di difendere i guadagni realizzati lunedì. Tutti gli indici Usa hanno chiuso infatti in lieve rialzo, con lo S&P che si attestava a 2039,68 in rialzo del +0,07%. Per quanto riguarda le valute, quelle asiatiche viaggiano piatte, mentre il dollaro ha sperimentato una correzione minore dopo che nel corso della notte euro e yen riuscivano a recuperare parte del terreno perduto dopo gli ultimi ribassi. La banconota verde viaggia attualmente in rialzo di 11 punti e si attesta a 87,73: il suo outlook è positivo.

Lo yen giapponese si attesta invece a 115,78 dopo aver rotto per la prima volta in 7 anni il livello di prezzo 116. Ieri alcuni membri del partito di governo del primo ministro Abe hanno esortato gli elettori a prepararsi per un tornata elettorale anticipata, mentre fonti governative ventilavano la possibilità che il rialzo dell’iva potrà essere rimandato in modo da non danneggiare la ripresa economica. Le Borse asiatiche viaggiano al rialzo con l’Hang Seng in crescita del +0,2% e il Nikkei 225 del +0,88%. La crescita degli indici nipponici ha trainato verso l’alto le piazze della regione per la quarta giornata di fila, mentre lo yen si riprendeva dopo aver toccato il minimo degli ultimi sette anni e il rendimento dei titoli di Stato si andava calmierando a fronte delle voci di un possibile rinvio del rialzo dell’iva.

L’Aussie ha ceduto qualche punto, toccando quota 0,8678, dopo che i dati sulla fiducia dei consumatori Westpac hanno evidenziato un lieve rialzo dell’indice. Il Kiwi si è mosso invece a 0,7815 a seguito delle parole del governatore Rbnz Wheeler secondo il quale il mercato immobiliare di Auckland non si troverebbe a “rischio” bolla speculativa, benché tale eventualità era stata al contrario piuttosto concreta fino al momento in cui la banca centrale non introdusse delle restrizioni alla circolazione dei prestiti durante l’ottobre dello scorso anno. Wheeler si è sottoposto alle domande dei responsabili legislativi del paese, fra i quali il primo leader del comitato Finanziario e di spesa Winston Peters ha voluto domandare al governatore centrale se il mercato immobiliare della capitale fosse a rischio bolla speculativa.

Oggi i riflettori saranno tutti per i dati economici provenienti dal Regno Unito, con la Banca d’Inghilterra che pubblicherà il suo rapporto sull’inflazione e il numero dei britannici che hanno avanzato richieste per sussidi di disoccupazione. Secondo un’indagine di Reuters, l’istituto centrale non rialzerà i tassi – attualmente al minimo storico – prima del secondo trimestre 2015 (e dunque in ritardo rispetto a quanto immaginato fino a questo momento), mentre in data odierna finirà per tagliare le stime di espansione economica e relative all’andamento dell’inflazione. La sterlina si è deprezzata sino a 1,5909 dopo che ieri si era mossa al rialzo contro il dollaro Usa, la cui crescita ha finito per ribassare sia l’euro che la sterlina britannica. L’euro è frattanto scambiato a 1,2465, in prossimità del suo minimo a 1,2399. Stando a quanto ha riportato il Sueddeutsche, per un panel composto da analisti economici tedeschi la crescita della prima economia d’Europa sarà dell’1% nel 2015, mentre per l’anno corrente le stime sono state tagliate al +1,2% dal precedente +1,9%. Il panel, che renderà formalmente pubbliche quest’oggi le proprie previsioni, ha rivisto al ribasso le prospettive economiche della Germania per via dei persistenti rischi geopolitici e degli sviluppi per nulla favorevoli all’interno della zona euro. Diversi altri economisti, nonché lo stesso governo di Berlino, avevano già avuto modo di rivedere al ribasso le proprie previsioni di crescita per l’anno corrente.

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