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La Decisione della Banca Nazionale Svizzera Continua a Tenere l’Euro Sotto Pressione

Da
James Hyerczyk
Pubblicato: Jan 17, 2015, 01:08 GMT+00:00

L'annuncio shock di giovedì da parte della Banca Nazionale Svizzera continua anche a influenzare l'andamento dei prezzi sui mercati di valute e di materie

La Decisione della Banca Nazionale Svizzera Continua a Tenere l’Euro Sotto Pressione

L’annuncio shock di giovedì da parte della Banca Nazionale Svizzera continua anche a influenzare l’andamento dei prezzi sui mercati di valute e di materie prime.

Nonostante il fatto che oggi la coppia EUR/USD non abbia stabilito un nuovo minimo di nove anni, si è mossa comunque al ribasso mettendosi in condizione di perforare il minimo di ieri a 1,1573, e si appresta probabilmente a chiudere la settimana in netto ribasso.

La decisione da parte della Banca Nazionale Svizzera di rimuovere il vincolo sul tasso di cabio dovrebbe continuare a esercitare una pressione sui mercati. A compromettere ulteriormente la possibilità di un eventuale rally di copertura short in chiusura di sessione si aggiunge la riunione della prossima settimana della Banca Centrale Europea e la possibilità che la banca centrale annunci un massiccio programma di alleggerimento quantitativo.

Alla luce della decisione della Banca Nazionale Svizzera, la BCE dovrà probabilmente aumentare le dimensioni e la durata del programma di acquisto di debito sovrano, e questo potrebbe portare, all’inizio della prossima settimana, all’aumento della volatilità e della pressione delle vendite.

La svolta nella linea politica della Banca Nazionale Svizzera ha spinto al ribasso anche la coppia GBP/USD. A questo si aggiungono le aspettative di un calo del tasso di inflazione che nel breve termine dovrebbe contribuire a spingere al ribasso la sterlina britannica contro il dollaro. Le negoziazioni dei titoli di stato britannici questa settimana ci dicono che i trader oramai escludono la possibilità di un aumento dei tassi di interesse da parte della Banca d’Inghilterra.

Il Comex Gold per il mese di febbraio continua a spingersi in prossimità dei massimi degli ultimi quattro mesi venerdì. La decisione da parte della Banca Nazionale Svizzera ha contribuito a mettere sotto pressione il dollaro Usa e questo ha portato a rialzi di giovedì sul mercato dell’oro. Oggi, i trader concentrano l’attenzione sulla decisione da parte della Banca centrale di tagliare i tassi di interesse sui depositi a vista su terreno negativo per lo 0,75%.

In linea generale, la decisione di togliere il vincolo sul cambio con l’euro e i tassi di interesse su territorio negativo dovrebbero rappresentare un fattore positivo per l’oro. Il grafico giornaliero indica che, in caso di superamento del livello $ 1265, i trader potrebbero favorire un’accelerazione al rialzo. L’obiettivo rialzista primario sul grafico mensile corrisponde nel breve termine a $ 1310.

I fattori di natura tecnica e la possibilità di un’ondata di vendite sul mercato del dollaro USA hanno contribuito a sostenere i futures sul petrolio greggio per il mese di marzo. Il pattern grafico e l’andamento dei prezzi suggeriscono che le condizioni di iper-venduto stanno spingendo fuori dal mercato i trader short più deboli. Qualora i fondi di materie prime e speculativi dovessero cominciare a coprire in maniera aggressiva le proprie posizioni allora potremmo aspettarci di vedere un avvicinamento a $ 49 in chiusura di sessione. Questo potrebbe spingere il mercato verso un risultato positivo settimanale e potrebbe favorire un forte rally all’inizio della prossima settimana.

Dall’osservazione dei fondamentali non si riscontrano cambiamenti nel tasso di produzione dell’Opec o degli Stati Uniti perciò la maggior parte dell’azione del prezzo è probabilmente da attribuirsi alla notizie provenienti dalla Svizzera e all’indebolimento del dollaro.

Per quanto riguarda le altre notizie del giorno, l’indice dei prezzi al consumo USA, dopo essere sceso dello 0,3% nel mese di novembre, è sceso dello 0,4%, la flessione più consistente dal dicembre 2008. I trader si aspettavano una diminuzione dello 0,4%, mentre l’inflazione core è rimasta invariata.

Il tasso di utilizzo del capitale negli USA si attesta al 79,7% contro previsioni per un 80,2%. La produzione industriale registra una contrazione dello 0,1% contro le previsioni che segnavano un dato positivo dello 0,1%. L’indice preliminare sulla fiducia dei consumatori dell’Università di Michigan è rimasto stabile a 98,2, contro le stime che indicavano un 94,2.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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