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Irpef: nel 2019 al 23% per i lavoratori dipendenti. Tria: Manovra bis non serve

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jan 30, 2019, 10:20 GMT+00:00

Irpef al 23% per i lavoratori dipendenti e le famiglie entro il 2019. L'obiettivo di Matteo Salvini per abbassare le tasse. Nessun rischio di manovra bis dice Tria.

Italy tax

Mentre le misure previste dalla manovra economica 2019 iniziano il loro percorso di attuazione, il vicepremier Matteo Salvini già annuncia l’Irpef al 23% per i lavoratori dipendenti.

La priorità del governo è ridurre le tasse dice Salvini al programma Dimartedì andato in onda ieri sera su La7 e condotto da Giovanni Floris.

“Stiamo lavorando per abbassare il primo scaglione dell’Irpef al 23% per i lavoratori dipendenti e le famiglie: questo è il mio obiettivo per il 2019”.

Il ministro rassicura anche sull’ipotesi che il prossimo anno potrebbero non esserci le coperture per l’Iva: “L’Iva non aumenterà, non siamo stati eletti per aumentare le tasse”.

Ed a proposito delle sempre più vicine elezioni europee di maggio: “ci sono le europee e se gli italiani vogliono cambieranno gli equilibri e così l’Europa invece di ammazzare di tasse i cittadini permetterà agli stati di aiutare i cittadini”.

L’Italia resterà in Europa

Non c’è pericolo che l’Italia esca dall’Unione Europea tranquillizza il ministro dell’economia Giovanni Tria intervenendo al Peterson Institute di Washington: “vogliamo contribuire a cambiare l’Europa ma l’Italia vuole restare nella moneta unica”.

Il ministro Tria parla di debito pubblico italiano

Il ministro Giovanni Tria ricorda che il debito pubblico elevato dell’Italia è una “eredità del secolo scorso”.

L’obiettivo del governo, prosegue Tria, è ridurre il debito in modo costante e progressivo ma guardando anche all’inclusione sociale. “Sono fiducioso che i mercati realizzeranno che il governo italiano vuole combinare stabilità finanziaria e sociale”, ha detto il ministro dell’economia.

Non vedo la necessità di una manovra correttiva nel 2019

Non vedo la necessità di modificare la politica di bilancio afferma il ministro Tria. La situazione attuale, spiega, non richiede un cambio degli obiettivi di governo, anzi, bisogna mantenerli, “perché le stime sono abbastanza prudenti”.

“Il peggioramento della situazione economica, non significa che dovremo intervenire sui conti e fare una manovra correttiva, perché gli obiettivi di deficit sono obiettivi strutturali e non tengono conto dell’andamento del ciclo economico”. Questo spiega il ministro Tria partecipando al Peterson Institute di Washington.

Per quanto riguarda poi lo spread dei titoli di stato italiani, il ministro spiega che gli alti interessi di questi ultimi mesi sono dovuti a “un problema di fiducia” dei mercati, ma che non ci sono giustificazioni oggettive.

A proposito dei titoli di stato italiani

Da segnalare che il Tesoro ha collocato 6,5 miliardi di euro di Bot semestrali con tassi di interesse calati sensibilmente dal +0,215% della precedente asta, all’attuale tasso del -0,025%: un tasso così basso non si registrava da aprile 2018.

La domanda è stata superiore (1,82 volte) rispetto all’offerta, con un incremento dell’1,33% rispetto alla precedente asta.

Il debito pubblico diminuisce la sovranità degli stati

Nei giorni scorsi il presidente della BCE Mario Draghi ha affermato che un alto debito pubblico riduce la sovranità degli stati perché si chiedono prestiti all’estero.

Il ministro Tria si trova in accordo con questa riflessione di Draghi, ma non crede “l’Italia corra dei rischi” da questo punto di vista, perché “il nostro livello di debito non è meno sostenibile che in passato. Anche se è un peso che rallenta la crescita dell’economia”.

Ed a proposito di debito, pochi giorni fa abbiamo scritto del debito dei governi a livello globale, e del peso che esso ha su altre economie come gli USA: un approfondimento molto interessante.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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