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In apertura di 2015, fari puntati su BoJ, Bce e Fed

Da
Barry Norman
Pubblicato: Jan 2, 2015, 17:05 GMT+00:00

Il rally del dollaro Usa è proseguito anche nel primo giorno del nuovo anno, con la banconota verde forte come in passato. Il dollaro è infatti lievitato

In apertura di 2015, fari puntati su BoJ, Bce e Fed

Il rally del dollaro Usa è proseguito anche nel primo giorno del nuovo anno, con la banconota verde forte come in passato. Il dollaro è infatti lievitato sino a 90,96 e potrebbe facilmente rompere la barriera dei 91. Ieri l’indice DX si è mosso in rialzo del +0,4% grazie all’incremento dell’aversione al rischio fra i sentimenti di mercato che ha portato all’aumento della domanda per le valute dai bassi rendimenti. Guadagni maggiori sono stati comunque impediti da dati economici nel loro complesso contrastanti. La divisa Usa ha toccato un massimo di metà sessione a 90,67 prima di chiudere la giornata a 90,65.

Il 2014 è l’anno in cui il dollaro ha stampato la sua migliore performance dal 2005 a fronte di voci sempre più insistenti su di un prossimo rialzo dei tassi da parte della Fed, proprio mentre le autorità monetarie europee e nipponiche si apprestano a varare nuovi alleggerimenti. Nel 2014 la banconota verde si è apprezzata contro tutte le sue 31 maggiori controparti valutarie grazie a dei dati economici che hanno evidenziato come l’economia Usa sia stata capace di crescere al ritmo più intenso dell’ultima decade. Lo yen si è invece contratto per il terzo anno di fila per via dei nuovi allentamenti monetari attuati dalla Banca del Giappone finalizzati a contrastare la deflazione.

Ieri lo yen giapponese ha dovuto cedere tutti suoi ultimi guadagni a fronte di un dollaro in pieno rally. La valuta nipponica è ora scambiata a 120,46 contro la sua controparte statunitense e a 145,20 contro l’euro: nelle due settimane che hanno preceduto la pausa natalizia, lo yen era andato apprezzandosi sul dollaro grazie al calo dei prezzi del greggio (che hanno toccato il minimo degli ultimi 5 anni) e dunque all’accresciuta domanda per asset sicuri. La divisa del Giappone è stata così capace di crescere contro 28 delle sue 31 maggiori controparti valutarie mentre la Banca del Giappone assicurava che presto avrebbe incrementato la quantità dei suoi acquisti di titoli di Stato. L’euro ha invece toccato il minimo degli ultimi due anni contro il dollaro Usa proprio mentre la Grecia si avvia a nuove elezioni politiche. Ieri la divisa europea ha toccato il nuovo minimo degli ultimi 7 anni per essere scambiata a 1,2052 mentre gli investitori si preparano al varo del QE della Bce (che si riunirà la prossima settimana) e guardano con crescente preoccupazione agli sviluppi politici ellenici. L’euro ha toccato il minimo degli ultimi 2 anni contro il dollaro Usa mentre crescono i timori che Syriza, partito di estrema sinistra e anti-austerità, finirà per vincere le prossime elezioni e dunque mettere in discussione il programma di aiuti internazionali accordato alla Grecia. L’euro si è quindi deprezzato contro 15 delle sue 16 maggiori controparti valutarie a fronte delle voci per cui sia ormai imminente l’adozione di maggiori stimoli monetaria da parte della Bce nel tentativo di rimettere in moto la crescita europea.

In apertura di 2015 le attenzioni saranno tutte per le mosse delle banche centrali. Bce, BoJ e Fed si riuniranno a gennaio e con ogni probabilità finiranno per acuire la divergenza fra le rispettive politiche monetarie, fatto che ha permesso il sensibile apprezzamento del dollaro mettendo sotto pressione le altre valute, specialmente l’euro, la corona norvegese e il dollaro australiano. Prima il presidente Bce Draghi ha detto che l’istituto è pronto ad agire per contrastare il calo dell’inflazione; poi il numero uno della Banca del Giappone ha incrementato le dimensioni del suo programma di allentamento monetario; infine il presidente Fed Yellen ha iniziato a prepararsi per il rialzo dei tassi d’interesse Usa già nel corso del 2015.

Stamattina i dollari di Australia e Nuova Zelanda hanno perso entrambi 53 punti: l’AUD è scivolato a 0,8128 mentre il Kiwi a 0,7748.

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