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Il Rialzo dei Prezzi del Petrolio Favorisce un Clima di Ottimismo nei Mercati

Da
Barry Norman
Aggiornato: Feb 6, 2015, 18:25 GMT+00:00

Oggi, in virtù dei recenti rialzi sui mercati del petrolio, i trader di tutto il mondo possono godersi un po’ di tranquillità. Il WTI questa mattina

Il Rialzo dei Prezzi del Petrolio Favorisce un Clima di Ottimismo nei Mercati

Oggi, in virtù dei recenti rialzi sui mercati del petrolio, i trader di tutto il mondo possono godersi un po’ di tranquillità. Il WTI questa mattina guadagna 67 centesimi attestandosi a 51,15, mentre il Brent ne guadagna 41 e si ferma a 56,99, continuando il rally iniziato diversi giorni fa. Il rialzo sui prezzi del petrolio greggio ha un effetto positivo anche sulle azioni di materiali ed energia, favorendo un’impennata dello S&P 500 rispettivamente dell’1,8% e dell’1,4%. I prezzi del petrolio greggio USA sono saliti del 4,9% per attestarsi a 50,79 $ al barile. Il calo dei prezzi del petrolio (e di altre materie prime) che durava oramai da un mese aveva messo in agitazione gli investitori. Secondo Dan Greenhaus, responsabile per la strategia globale di BTIG, “quando il prezzo del petrolio dà segni di ripresa, aumenta la fiducia degli investitori”.

Il Rialzo dei Prezzi del Petrolio Favorisce un Clima di Ottimismo nei Mercati
Spesso il petrolio, così come altri commodity (ad esempio il rame), ha incide in maniera significativa sul calcolo degli indici delle materie prime; un eventuale periodo prolungato in ribasso finisce inevitabilmente col riverberarsi sui metalli industriali e di base, ma anche sul settore agricolo. Giovedì le tensioni riguardo un giacimento in Libia hanno inizialmente favorito un rally, sostenuto successivamente dal rapporto di Cushing Oklahoma che ha segnalato un incremento delle scorte di greggio inferiore alle aspettative.

I prezzi del petrolio continuano oggi a guadagnare terreno, a conclusione di una settimana di forte volatilità sui mercati di commodity; l’euro d’altro canto tiene duro dopo le assicurazioni da parte della Banca Centrale Europea sulla disponibilità dei finanziamenti necessari alle banche greche. Lo scontro fra il nuovo primo Ministro delle Finanze greco e la controparte tedesca sull’eventuale rinegoziazione del debito di Atene potrebbe essere stato scongiurato, mentre un forte rally a Wall Street ha fornito supporto ai mercati della regione. Venerdì i mercati volgeranno invece lo sguardo ai dati – attesi in giornata – sull’occupazione Usa nel mese di gennaio, che potrebbero celare nuovi indizi sulle possibili decisioni future in tema di politica monetaria da parte della Federal Reserve.

Il petrolio ha guadagnato ancora nel fine settimana, dopo che i prezzi hanno oscillato dai minimi degli ultimi sei anni toccati venerdì scorso ai massimi del 2015. Giovedì i prezzi del greggio hanno chiuso in rialzo di oltre il 4%; l’inasprimento degli scontri in Libia e l’inaspettato aumento della domanda dalla Banca Centrale Cinese hanno infatti favorito un rimbalzo in seguito al crollo della sessione precedente. Secondo trader e analisti questa sorta di corsa sulle montagne russe iniziata venerdì scorso potrebbe continuare fino al raggiungimento di un minimo di lungo periodo che ponga fine all’ondata di vendite degli ultimi sei mesi che ha spinto il mercato al minimo degli ultimi 6 anni.
Per quanto riguarda il mercato fisico, l’Arabia Saudita – il principale produttore OPEC – ha tagliato i prezzi per le consegne di marzo ai propri clienti asiatici aumentando al contempo i tassi per gli acquirenti europei e statunitensi, lanciando una segnale di incerta interpretazione ai trader di future. Il Brent mercoledì è sceso di quasi il 7% e il WTI del 9%, reagendo al rapporto governativo sulle scorte USA che ha indicato nella scorsa settimana un incremento di 6,3 milioni di barili, per un livello record di 413 milioni. L’aumento di riserve ha interrotto un rally che durava da quattro giorni e che aveva prodotto un rialzo di quasi il 20% in scia al crollo del numero di pozzi di petrolio operativi negli USA.

I prezzi della benzina sono estremamente sensibili rispetto all’andamento dei prezzi del Brent, non stupisce perciò che siano tornati a salire. Secondo un indagine dell’AAA pubblicata giovedì, gli automobilisti statunitensi, per la prima volta da molti mesi, hanno assistito a un incremento dei prezzi della benzina. Secondo l’organizzazione di categoria, nel corso dell’ultima settimana il prezzo medio del gas USA sarebbe aumentato di 11 cent., dai 2,04 $ al gallone del 29 gennaio ai 2,15 $ al gallone di giovedì 5 febbraio.
I prezzi alla pompa sono ancora in forte ribasso rispetto allo scorso anno, ma i recenti incrementi di prezzo segnano la fine di un trend ribassista che durava da 123 giorni, un record assoluto.

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