Pubblicita'
Pubblicita'

Il rally del dollaro incide sulle performance asiatiche

Da
Barry Norman
Pubblicato: Feb 27, 2015, 18:08 GMT+00:00

Ieri Wall Street ha avuto una chiusura contrastata per via degli ultimi dati economici e dei timori sul prezzo del petrolio che hanno inciso sul

Il rally del dollaro incide sulle performance asiatiche

Ieri Wall Street ha avuto una chiusura contrastata per via degli ultimi dati economici e dei timori sul prezzo del petrolio che hanno inciso sul sentimento degli investitori. I mercati europei hanno invece chiuso la sessione toccando nuovi massimi record beneficiando del rialzo delle azioni Standard Chartered. Gli indici asiatici aprono la sessione odierna anch’essi in maniera contrastata: gli indici di riferimento di Hong Kong, Indonesia e Giappone sono cresciuti fra il +0,06% e il +0,07% mentre quelli di Corea del Sud, Singapore e Cina si sono contratti fra il -0,04% e il -0,19%.

Stamane i dati nipponici hanno evidenziato che a gennaio la produzione industriale giapponese è cresciuta del +4%, stando a quanto riferisce il ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria. La lettura è migliore delle previsioni che puntavano a un’espansione del +2,7% dopo il +0,8% di dicembre. Su base annua la produzione industriale si è ridotta del -2%, anche se il dato è comunque migliore di quello atteso (-3,1%) dopo il +0,1% registrato a dicembre. Fra i settori che più hanno contribuito alla ripresa della produzione vi sono le attività dedicate alla realizzazione di macchinari, equipaggiamenti da trasporto ed elettronica. Stando a un sondaggio sulle previsioni di produzione manifatturiera, questa dovrebbe espandersi del 0,2% a febbraio e tornarsi a contrarre del -3,2% a marzo. Su base mensile a gennaio le scorte si sono ridotte del -3,5% così da dare luogo alla seconda flessione mensile di fila. Su base annua le scorte si sono espanse del +8,8%. Il ministero degli Interni e delle Comunicazioni ha aggiunto che a gennaio la spesa media delle famiglie nipponiche si è ridotta del -5,1% (dato su base annua), per toccare quota 289,847 yen. La lettura è peggiore rispetto alla previsione che puntava a un calo del -4,1%; a dicembre la spesa delle famiglie si era ridotta del -3,4%.

Ieri sera lo yen si è così deprezzato contro il dollaro Usa nello stesso frangente in cui quest’ultimo dava luogo a un rally. La valuta del Giappone è ora scambiata a 119,24 nel corso della sessione asiatica, flettendo di 18 punti mentre i trader iniziano a farne incetta per via del suo basso costo. Nei confronti dell’euro viaggia invece a 133,70.

Ieri il dollaro australiano è caduto al di sotto del livello di prezzo a 78 dopo che il dollaro Usa ha toccato quota 95,35 prima di cedere terreno nel corso della sessione asiatica (è sceso a 95,19) con i trader che preferivano liberarsene per fare dei profitti. I prezzi dei minerali di ferro continuano a flettere incidendo pesantemente sulle quotazioni dell’AUD. Frattanto, il Kiwi ha realizzato una performance sicuramente migliore riuscendo a guadagnare 16 punti fino a 0,7548 dopo un rialzo nella fiducia delle aziende. Il Kiwi è stato lungamente una delle valute predilette dagli investitori per via dei suoi alti tassi d’interesse. La banca centrale neozelandese attribuisce solamente l’8% di possibilità all’eventualità in cui nel corso della sua prossima riunione di politica monetaria si verifichi un taglio del tasso di riferimento dall’attuale 3,5%; per l’istituto centrale australiano le probabilità di assistere una riduzione del suo tasso ufficiale dall’attuale 2,25% sono invece del 54%. L’istituto australiano si riunirà martedì prossimo.

In Europa la sterlina e l’euro viaggiano entrambi in rialzo nel corso della sessione asiatica. L’euro è in risalita dopo aver toccato ieri sera un minimo al di sotto di quota 1,12; al momento viaggia a 1,1212 mentre la sterlina ha recuperato 33 punti fino a 1,5438 dopo che qualche giorno fa aveva realizzato un nuovo massimo a quota 1,55. La fiducia dei consumatori nel Regno Unito si è mossa sensibilmente in rialzo nel corso di febbraio, stando a quel che rivela l’indagine GfK pubblicata stamattina, il cui l’indice è infatti cresciuto del +1. La lettura è invariata rispetto a quella di gennaio, benché inferiore alle aspettative che puntavano a un +2. Il dato di febbraio coincide con il massimo raggiunto lo scorso agosto; per quanto riguarda le singole voci che compongono l’indice, la fiducia nello stato delle finanze personali è balzata al nuovo massimo dallo scorso maggio.

Sull'Autore

Pubblicita'