L’ossessione con cui si cerca di capire se la Brexit sarà intransigente o moderata lascia piuttosto perplessi, se si considera che, alla fine, il governo britannico cercherà di stabilire un rapporto del tutto nuovo con l’UE, uscendo dal mercato unico europeo per riottenere il pieno controllo sui propri confini.
Le ultime mosse indicano che la sterlina rimarrà legata al sentimento del mercato, a sua volta dipendente dai dubbi circa gli sviluppi della Brexit, ossia se tale processo sarà intransigente o moderato. Se la tabella di marcia proposta da May è ragionevole, il recesso del Regno Unito dall’UE dovrebbe essere completato per il 2018.
Il piano di May pone i mercati innanzi a un dilemma per i prossimi 26 mesi, sebbene ci si possa aspettare che la questione venga risolta nel breve periodo. Inoltre, con l’avvio dei negoziati tra Londra e Bruxelles, la volatilità dovrebbe cominciare a manifestarsi. Le decisioni che verranno prese da qui ai primi accordi dipenderanno più dall’andamento dell’economia britannica, dal sentimento verso la politica monetaria della Banca d’Inghilterra e dalla giudizio dei mercati sull’adempimento degli obiettivi che May ha esposto nella giornata di martedì.
L’apprezzamento sperimentato dalla sterlina nella sessione di martedì è stato certamente eccessivo, ma ciò non vuol dire che mosse simili non si ripeteranno nei prossimi mesi. Dati macroeconomici fondamentali sul Regno Unito, come quelli sull’occupazione, pubblicati nella giornata di oggi, o quelli sulle vendite al dettaglio di dicembre, che verranno diffusi nella sessione di venerdì, potrebbero influire sulle decisioni di politica monetaria della Banca d’Inghilterra.
Dopo l’aumento dell’inflazione a dicembre, come mostrato dalle cifre pubblicate nella mattinata di ieri, qualora mostrassero stabilità, i dati sul mercato del lavoro diffusi nella mattinata di oggi rafforzerebbero la necessità di una manovra restrittiva. Carney si è detto preoccupato da un declino della spesa per i consumi in un contesto di aumento dei prezzi. Se i dati che verranno pubblicati questa mattina e quelli sulle vendite al dettaglio previsti per la giornata di venerdì saranno positivi, mostrando che i consumatori continuano a trascurare l’esito del referendum sulla Brexit e il possibile tracollo dell’economia britannica, il pessimismo certamente diminuirà.
La sterlina si è mossa in ribasso dai massimi toccati nella giornata di martedì, ma è probabile che il deprezzamento della coppia GBP/USD abbia più a che fare con i dati sull’inflazione di dicembre negli Stati Uniti, che verranno pubblicati nel pomeriggio di oggi. Un’accelerazione del tasso di inflazione fornirebbe, infatti, alla Fed più di un motivo per attuare una politica monetaria maggiormente restrittiva. Tuttavia, la Fed avrà le mani legate fino al discorso di insediamento di Trump. Nel corso della settimana, per quanto riguarda la politica monetaria, i membri del Fomc si sono mostrati prudenti, nonostante il continuo andamento positivo dell’economia degli Stati Uniti.