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Il mercato Aurifero Corregge La Reazione Di Venerdì

Da
Barry Norman
Pubblicato: Nov 11, 2014, 16:31 GMT+00:00

Lunedì il mercato aurifero inverte la sua rotta restituendo parte dei guadagni postati venerdì e questa mattina, nella sessione asiatica, si muove

Il mercato Aurifero Corregge La Reazione Di Venerdì

Lunedì il mercato aurifero inverte la sua rotta restituendo parte dei guadagni postati venerdì e questa mattina, nella sessione asiatica, si muove nuovamente al ribasso per attestarsi su quota 1152.30$. Ricordiamo come, nella sessione di Venerdì il prezioso si sia mosso al rialzo sul retro dei deboli numeri riguardanti i posti di lavoro statunitensi, tuttavia, l’esito della riunione della FOMC ha spinto il metallo giallo in prossimità dei 1131$ aprendo così le porte alla maniglia dei 1000$. La Federal Reserve ha mantenuto la sua promessa, infatti, la banca centrale ha dichiarato la fine del suo programma di acquisto asset di 1,66 miliardi di dollari, tuttavia, i tassi di interesse rimarranno invariati poiché la ripresa economica del paese sembra essere piuttosto graduale. Tecnicamente parlando, il rimbalzo del 7 novembre, rimbalzo che ha spinto il mercato aurifero alla maniglia dei 1,131.85$, potrebbe ampliarsi ulteriormente poiché sembra essere costituito da tre onde, di cui, al momento, ne vediamo solo due. La terza onda potrebbe condurre il prezioso in prossimità dei massimi della prima onda ovvero alla maniglia dei 1,178.94$.

Detto questo, nonostante le continue anticipazioni della Fed, che per diversi mesi si è mostrata intenzionata a porre fine al suo programma di stimolo monetario attraverso un taglio di 15 miliardi di dollari, la mossa sembra aver colto di sorpresa i trader che, nelle ultime settimane, avevano iniziato a dubitare della ripresa economica del paese, tanto da ipotizzare un prolungamento del suddetto stimolo.

Venerdì il mercato aurifero guadagna il 2.4% poiché i dati sull’occupazione statunitense hanno mostrato numeri più deboli del previsto spingendo i trader ad effettuare delle prese di beneficio in previsione di un possibile calo del prezioso, un fenomeno noto come short squeeze. Ricordiamo come dal 21 ottobre ad oggi, i prezzi del metallo giallo abbiano registrato un calo superiore al 7% sul retro di un forte dollaro statunitense e di leggero rincaro dei prezzi al consumo nelle principali economie mondiali.

La Goldman Sachs è piuttosto cauta nelle sue previsioni riguardanti i prezzi del metallo giallo, tuttavia, pur non escludendo la possibilità di forti oscillazioni nei prossimi sei mesi, parla di una possibile coerenza del mercato.

Stando a quanto dichiarato dalla Goldman Sachs ” i prezzi del metallo giallo hanno mostrato una forte tendenza ribassista sul retro di un dollaro statunitense forte e di un possibile aumento dei tassi si interesse dovuto a dati economici più forti del previsto, tuttavia, riteniamo che, pur non escludendo la possibilità di assistere ad ulteriori pullback da parte del mercato, i prezzi del prezioso dovrebbero stabilizzarsi nei prossimi 12 mesi”.

Lunedì il mercato aurifero si muove al ribasso postando un calo dell’1% poiché i trader hanno rivisto le proprie posizioni sul retro dei deboli numeri riguardanti i posti di lavoro statunitensi,  numeri che pur mostrando un incremento non hanno rispettato le aspettative. Inoltre il debole sentimento del mercato continua a esercitare una pressione ribassista sul prezioso. Detto questo, stando a quanto dichiarato da Sam Laughlin, rivenditore dei metalli presso il Gruppo MKS, Il rally di venerdì potrebbe essere stato leggermente esagerato poiché i trader si sono resi conto che i numeri occupazionali degli Stati Uniti non erano poi così male”. L’argento e il palladio divergono, infatti, il metallo bianco  si muove al ribasso perdendo 118 punti ed è negoziato a 15,553$ mentre il palladio posta un incremento di 3,85$ per attestarsi su quota 1.201.80$.

Questa mattina il rame rimane invariato mostrando un range di trading piuttosto limitato ed è scambiato a 3.017$. Ricordiamo come, nella sessione di lunedì, il metallo rosso si sia mosso al ribasso sul retro delle forti preoccupazioni riguardanti un possibile calo della domanda cinese, il più grande consumatore mondiale dei metalli industriali. A tale proposito segnaliamo come, nel mese di ottobre, le importazioni cinesi dei suddetti prodotti siano aumentate del 4,6% contro il 5% stimato dagli analisti. In un simile scenario, ci sembra opportuno segnalare come, dall’inizio dell’anno, il rame abbia registrato un calo dell’11% sul retro delle preoccupazioni riguardanti la crescita economica della Cina. .

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