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Il Greggio WTI E Il Brent Si Muovono Al Rialzo Ma Restano Ribassisti

Da
Barry Norman
Pubblicato: Dec 22, 2014, 17:25 GMT+00:00

Negli ultimi giorni della scorsa settimana il greggio WTI si muove al rialzo ampliando il suo rally nella sessione di lunedì sul retro di un ottimistico

Il Greggio WTI E Il Brent Si Muovono Al Rialzo Ma Restano Ribassisti

Negli ultimi giorni della scorsa settimana il greggio WTI si muove al rialzo ampliando il suo rally nella sessione di lunedì sul retro di un ottimistico sentimento di mercato. Il combustibile statunitense guadagna 73 centesimi ed é scambiato a 57,96$ mentre il Brent posta un rincaro di 7 centesimi per attestarsi su quota 62.28$. I trader si domandano se un simile scenario sia in realtà una sopravvalutazione dei prezzi del greggio poiché la produzione mondiale continua ad aumentare raggiungendo livelli record. Detto questo, le recenti dichiarazioni del ministro saudita hanno mostrato come tanto l’Arabia Saudita quanto l’OPEC potrebbero prendere nuovamente in considerazione la possibilità di apportare un taglio alla produzione di greggio “proteggendo” comunque le rispettive quote di mercato. Lo scorso venerdì i contratti WTI con scadenza a gennaio, hanno postato un incremento di 2,41$ raggiungendo i 56,52$ al barile sul Mercantile Exchange di New York. La mossa cancella le perdite di giovedì, sessione in cui il greggio ha postato nuovi minimi quinquennali. Giovedì il Brent del mare del Nord con scadenza a febbraio, il punto di riferimento internazionale, regista un incremento di 2,11$ per attestarsi su quota 61.38$ al barile sulla borsa di Londra.

Ricordiamo come da giugno ad oggi, il mercato del greggio si sia mosso fortemente al ribasso perdendo circa la metà del suo valore iniziale e come la recente decisione OPEC, che vede l’organizzazione mantenere invariati i livelli di produzione, abbia spinto il mercato ulteriormente al ribasso.

Stando a quanto dichiarato da Tim Evans di Citi Futures, il mercato del greggio continua a macinare lateralmente in prossimità del recente range di trading poiché gli investitori hanno approfittato dei nuovi minimi quinquennali per acquistare il mercato. Il rally di venerdì, infatti, ha “tranquillizzato” i trader che, nonostante la forte tendenza ribassista mostrata dal mercato, ritengono che il calo degli ultimi sei mesi non può proseguire agli stessi ritmi.

Negli ultimi sei mesi i prezzi del greggio hanno perso circa la metà del proprio valore iniziale, il combustibile, infatti, si attesta leggermente al di sotto dei 58$ contro i 107$ di quest’estate postando i minimi dalla primavera del 2009, quando gli Stati Uniti erano in piena crisi. La produzione statunitense é in costante aumento mentre le “turbolenze” in Medio Oriente e in Nord Africa hanno ridotto le forniture dalla Libia, dall’Iran e dagli altri paesi. L’aumento delle forniture al di fuori dell’Opec e il reintrego dell’industria petrolifera irachena hanno contribuito a soddisfare la crescente domanda mondiale causando così una forte oscillazione all’interno di un’organizzazione già vacillante.

L’OPEC continua ad essere messa sotto pressione dalla produzione dei paesi non appartenenti all’organizzazione, infatti, la stessa stima che il prossimo anno la domanda mondiale sarà di solo 28,9 milioni di barili giornaliero, i minimi degli ultimi 10 anni.

Per i guidatori, gli spedizionieri, le compagnie aeree e gli altri consumatori di carburante, il recente calo del greggio non ha eguali. Stando a quanto riportato dalla AAA, il prezzo medio della benzina nazionale si é mosso al ribasso per 81 giorni consecutivi, raggiungendo i 2,55$ al gallone, i minimi dall’ottobre del 2009. Il combustibile posta un ribasso di 1.15$ a gallone rispetto ai suoi massimi annuali. In un simile scenario le famiglie statunitensi risparmiano circa 100$ al mese che spendono nei regali di Natale. I prezzi del cherosene postano i minimi degli ultimi 4 anni rendendo il combustibile più economico durante la stagione invernale.

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