Nel corso degli ultimi due giorni il dollaro Usa si è allontanato dai più recenti massimi, perdendo 7 punti per essere scambiato a 92,17 nel corso della
L’euro ha in parte beneficiato del deprezzamento del biglietto verde, scambiato a 1,1843. Il presidente Bce Draghi ha detto che il suo istituto sta proseguendo i “preparativi tecnici” per combattere la deflazione: sono così aumentate le voci secondo le quali sarebbe pronto a lanciare un programma di acquisto-titoli analogo a quello varato dal Giappone per iniettare nuova liquidità nel sistema. Allo stesso tempo si vocifera che la Bce non riuscirà a stampare abbastanza moneta per scatenare il Qe di cui abbisognerebbe Eurolandia.
Gli acquisti della Banca del Giappone per 12 trilioni di yen al mese (circa 102 miliardi di dollari) corrispondono alle emissioni di securities del governo Abe. Stamattina il saldo delle partite correnti nipponico ha evidenziato come il deprezzamento dello yen abbia permesso alle società del paese di incrementare i propri guadagni nel corso dell’ultimo anno fiscale. Novembre è il quinto mese di fila in cui il Giappone ha realizzato un surplus nelle partite correnti, dal momento che il più debole yen ha permesso di incrementare i guadagni sugli investimenti esteri, almeno secondo i dati ufficiali pubblicati quest’oggi.
Secondo i dati del ministero delle Finanze, il surplus delle partite correnti è stato pari a 433 miliardi di yen dopo che un anno fa il mese di novembre era stato chiuso con un deficit di 596,9 miliardi. Le partite correnti rappresentano la misura più completa dello stato dei rapporti commerciali di un paese con il resto del mondo, dal momento che non considerano solamente gli scambi di beni e di servizi, ma anche i servizi, il turismo e i guadagni sugli investimenti esteri. Lo yen è così lievitato a 118,18 contro il dollaro Usa; contro l’euro viaggia invece a 139,95.
Stamattina la Cina ha pubblicato i propri dati commerciali. Alla notizia il dollaro australiano si è immediatamente ripreso, toccando quota 0,8189. A dicembre la Cina ha importato 86,85 milioni di tonnellate di metalli ferrosi per un totale annuo di 932,5 milioni di tonnellate: stando all’Amministrazione generale delle dogane, si tratta dei due nuovi massimi su base mensile e su base annua. A dicembre le importazioni sono lievitate del 18,3% su base annua e del 29% su base mensile. Rispetto all’intero 2013, il 2014 si è chiuso con un incremento del 13,8%. Stando ai dati ufficiali, a dicembre il surplus commerciale si è ridotto fino a 49,61 miliardi dai 54,47 di novembre. Gli analisti intervistati da Bloomberg si aspettavano invece un surplus commerciale di 49 miliardi di dollari. Il Kiwi è rimasto piatto, mostrandosi poco reattivo ai dati commerciali cinesi di stamattina dal momento che il crollo dei prezzi delle materie prime e il calo del dollaro hanno finito per bilanciare le aspettative del mercato. Il dollaro neozelandese è così scambiato a 0,7783.