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I Trader Abbandonano il Mercato del Gas Naturale

Da
Barry Norman
Aggiornato: Feb 27, 2015, 20:23 GMT+00:00

Giovedì il grande sconfitto è il gas naturale, che si attesta a 2,679 cedendo terreno in scia a un rapporto sulle scorte ribassista e alle nuove

I Trader Abbandonano il Mercato del Gas Naturale

I Trader Abbandonano il Mercato del Gas Naturale
Giovedì il grande sconfitto è il gas naturale, che si attesta a 2,679 cedendo terreno in scia a un rapporto sulle scorte ribassista e alle nuove previsioni meteo che hanno pesato fortemente sulla commodity. I future sul gas naturale USA hanno perso oltre il 5% reagendo a un rapporto sulle scorte che segnala una contrazione molto inferiore alle aspettative e alle previsioni meteo che indicano temperature più alte del previsto per le prossime due settimane. Secondo l’Agenzia di Informazione sull’Energia USA la scorsa settimana sono stati utilizzati 219 miliardi di piedi cubi di gas, ben al di sotto rispetto alla stima sui prelievi pari a 241 BCF indicata in un sondaggio di Reuters.

Il freddo finora questo mese ha sostenuto la domanda di riscaldamento, spingendo in rialzo i prezzi del gas a New York e nel New England per buona parte del mese di febbraio. In questo modo i generatori di elettricità hanno potuto approfittare di prezzi più bassi per bruciare il combustibile residuo e il gasolio per riscaldamento piuttosto che il gas. Secondo Thomson Reuters Analytics l’ultimo modello previsionale del Global Forecast System mostra temperature leggermente più fredde nelle prossime due settimane, per 433 HDD previsti.

Il gasolio per il riscaldamento, favorito dalle attuali basse temperature e con il greggio WTI e il Brent in rialzo, registra un rally, per attestandosi venerdì mattina a quota 1,9096.

Il greggio WTI guadagna 73 punti raggiungendo quota 48,91, mentre il Brent ne guadagna 40 per attestarsi nel corso della sessione asiatica a 60,88. Giovedì i future sul WTI hanno registrato una forte caduta in scia a un rapporto sulle scorte che continua a esercitare una pressione ribassista sia sul Brent che sui contratti USA, in quanto a deluso le le aspettative di una ripresa della domanda.

Mentre le perdite per il Brent sono state limitate dalle aspettative di un aumento della domanda globale e dal clima di preoccupazione a livello geopolitico per l’offerta di energia dalla Libia e della Russia, Brent e greggio USA hanno dissolto ampiamente il terreno conquistato mercoledì.
Entrambi i contratti mercoledì hanno sperimentato un rally in scia alle dichiarazioni del Ministro del Petrolio Saudita Ali Al-Naimi secondo il quale si starebbe verificando un aumento della domanda. A inizio settimana un delegato Opec ha previsto una crescita della domanda della seconda metà del 2015, favorendo un ulteriore ampliamento dello spread fra Brent e WTI che, tenendo anche conto della giornata di scambi di ieri, si attesta attorno ai 12 $ al barile, il massimo da oltre un anno. Le scorte di petrolio greggio Usa continuano a salire: l’ultimo rapporto registra un incremento di 8,4 milioni di barili.

A limitare le perdite del Brent questa settimana è venuto in aiuto il presidente Vladimir Putin, che mercoledì ha minacciato un interruzione dei rifornimenti di gas naturale all’Ucraina se non otterrà un pagamento anticipato, facendo pensare a una possibile interruzione dei rifornimenti anche in Europa.

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