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I robot creeranno 58 milioni di posti di lavoro. Parola del World Economic Forum

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Sep 18, 2018, 10:59 UTC

I robot sono una minaccia o una risorsa per il futuro del lavoro nelle fabbriche? Il World Economic Forum presenta il rapporto sul lavoro del futuro e traccia la strada da seguire per aziende, governi e singoli intenzionati a non perdere il treno della Quarta rivoluzione industriale.

I robot creeranno 58 milioni di posti di lavoro. Parola del World Economic Forum

Il World Economic Forum afferma che l’introduzione di robot e algoritmi nei posti di lavoro potrebbero generare 133 milioni di posti di lavoro in più nel mondo, in sostituzione dei 75 milioni di posti che dalla quarta rivoluzione industriale verranno eliminati. Un processo rapido, perché potrebbe avvenire già entro il 2022. A conti fatti, afferma il WEF nel nuovo rapporto sul futuro del lavoro appena pubblicato (The Future of Jobs 2018), il saldo netto degli occupati sarebbe positivo di 58 milioni di posti di lavoro a livello globale.

Il rapporto è stato presentato ieri 17 settembre a Tianjin in Cina, dove il WEF sta tenendo una “Davos estiva” dal titolo Annual Meeting of the New Champions. Secondo le 147 pagine di documento entro il 2025 le macchine svolgeranno un crescente numero di compiti all’interno delle fabbriche, compiti fino a oggi svolti unicamente dall’uomo.

Le capacità cognitive dei robot

I nuovi robot, supportati dai big data e dall’intelligenza artificiale, sono oggi capaci di svolgere attività dalle discrete competenze cognitive un tempo possibili solo all’uomo.

Il cambiamento in atto nel settore industriale, se da un lato apporterà prosperità, dall’altro è indubbio che ridurrà il numero di lavoratori richiesti per compiti determinati.

L’analisi condotta dal WEF, verifica che crescerà la domanda per i nuovi ruoli lavorativi legati all’Industria 4.0, mentre diminuirà sensibilmente la richiesta di personale qualificato per mansioni non più necessarie.

Governi e istituzioni sociali devono essere pronte ad affrontare l’inevitabile passaggio che sicuramente comporterà una non facile transizione per milioni di lavoratori. Sono necessarie politiche proattive e investimenti per formare i lavoratori del presente e ancor più gli studenti di oggi ai quali saranno affidate le fabbriche 4.0 del prossimo futuro.

Investire nel capitale umano non è una passività

Il World Economic Forum invita anche le aziende a un cambiamento di mentalità, secondo il WEF è necessario che le aziende considerino la formazione dei propri lavoratori come un investimento necessario per meglio affrontare la Quarta rivoluzione industriale e non come un investimento passivo che pesa sul bilancio societario.

La formazione continua del personale significa una migliore capacità delle aziende di affrontare i cambiamenti, di essere pronte a seguire i nuovi trend per restare al passo. Una azienda dove non si investe sulla formazione del personale e dove mancano le competenze anche al livello manageriale dell’organizzazione, è destinata al declino o al fallimento.

Un Report sul presente del lavoro

Il World Economic Forum sottolinea come il report è stato un lavoro di ricerca che ha richiesto cinque anni di lavoro per mostrare una trasformazione sociale non lontana da noi. Il cambiamento è invece il presente dell’economia e dell’industria mondiale. The Future of Jobs 2018 è il presente del lavoro, quello che i lavoratori devono sapere per evitare di uscire dal mercato del lavoro attuale, quello che gli studenti delle superiori e dell’università devono conoscere per poter entrare il prima possibile in un mercato del lavoro altamente specializzato.

Il WEF spera che il rapporto sia una vera e propria chiamata all’azione per i governi, le aziende, gli educatori e i singoli individui. Perché tutti si devono sentire parte del cambiamento ed è interesse in particolare dei singoli trarre vantaggio da una finestra di opportunità che si sta chiudendo rapidamente.

I vettori di cambiamento

In conclusione ecco i vettori del cambiamento in atto:

  • internet mobile ad alta velocità;
  • intelligenza artificiale;
  • ampia adozione dei big data;
  • tecnologia cloud;

Questi i vettori di cambiamento che domineranno da qui al 2022, apportando effetti positivi al business delle aziende che sapranno ben interpretare e assimilare le tecnologie all’interno dei processi industriali esistenti.

Il report sul futuro del lavoro è disponibile a questo link in lingua inglese.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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