Giovedì il mercato aurifero si muove leggermente al ribasso poiché i mercato delle materie prime sembrano aver riacquistato una certa "compostezza".
Il presidente della BCE, Mario Draghi, e gli altri responsabili politici, nonostante l’opposizione tedesca, sembrano essere intenzionati ad avviare il Qe. Ricordiamo come la Germania abbia più volte mostrato il suo dissenso affermando che tali cambiamenti politici avrebbero potuto minare l’economia dell’eurozona, tuttavia, stando a quanto dichiarato da Mario Draghi, sembrerebbe che il programma d’acquisto titoli sia l’unico modo per contrastare la deflazione.
Mercoledì, Charles Plosser, presidente della Fed di Philadelphia, ha dichiarato che l’economia degli Stati Uniti ha mostrato forti segni di ripresa e che la Federal Reserve sembra essere intenzionata ad alzare i tassi di interesse quanto prima al fine di contrastare una possibile inflazione futura. Charles Plosser, che si dimetterà a marzo, ha aggiunto che il mercato del lavoro statunitense è cresciuto ad un ritmo più veloce di quanto previsto dalla maggior parte degli analisti. Quest’anno, l’economia degli Stati Uniti sembra essere destinata a postare un incremento del 3%.
La difficile situazione geopolitica legata anche alla condizione della Grecia ha mantenuto il prezioso in prossimità dei recenti massimi. Ieri il Presidente della Repubblica italiana ha annunciato le sue dimissioni lasciando a Matteo Renzi il compito di trovare un degno successore. Stando a quanto dichiarato da alcuni “commentatori” il Premier potrebbe anche optare per le elezioni qualora non riuscisse a trovare un sostituto per l’ormai ottantanovenne Napolitano.
Sorprendentemente, al momento, i trader sembrano avere un problema con l’oro, infatti stanno cercando di capire se il prezioso sarà o meno in grado di rompere al di sopra della significativa resistenza mostrata dal grafico e di consolidare così i cospicui guadagni postati da novembre. Ricordiamo come, dal mese di novembre ad oggi, il metallo giallo abbia guadagnato circa l’8,7% e come, il rally postato congiuntamente al rialzo del dollaro, suggerisca una forza sottostante del prezioso.