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I mercati delle valute tentano di riposizionarsi dopo le ultime soprese

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Barry Norman
Aggiornato: Jan 27, 2015, 16:42 GMT+00:00

Con le riunioni Bce e Boc ormai alle spalle, i trader sono liberi di concentrarsi sul meeting Fed di domani. Il dollaro Usa si mantiene prossimo al suo

I mercati delle valute tentano di riposizionarsi dopo le ultime soprese

I mercati delle valute tentano di riposizionarsi dopo le ultime soprese
Con le riunioni Bce e Boc ormai alle spalle, i trader sono liberi di concentrarsi sul meeting Fed di domani. Il dollaro Usa si mantiene prossimo al suo nuovo massimo record per collocarsi al di sopra del livello di prezzo 95 e raggiungere quota 95,21 nel corso della sessione asiatica odierna dopo essersi spinto sino a testare il livello di resistenza a 95,45 dopo l’annuncio Bce di giovedì scorso. I mercati seguiranno con interesse anche le prossime mosse della Reserve Bank of New Zealand, la quale dovrebbe modificare quantomeno parzialmente la sua stance monetaria tanto che i mercati stanno già effettuando le prime scommesse in questo senso. Il fatto è che appare impossibile avere nello stesso frangente Reserve Bank of Australia pronta a tagliare i tassi, Banca del Canada impegnata con i primi tagli di emergenza e i neozelandesi che ancora parlano di rialzare i tassi. In realtà, la scorsa settimana i mercati hanno escluso in maniera abbastanza decisa l’eventualità che la Rbnz potesse dare una sforbiciata ai tassi e, in vista della riunione Rbnz di giovedì, stanno già scommettendo sul loro prossimo ritocco verso l’alto.

Standard & Poor’s ha degradato il rating della Russia al livello spazzatura, portandolo al di sotto della soglia d’investimento minima per la prima volta nell’ultima decade, proprio mentre l’economia russa è sull’orlo della recessione a causa del crollo dei prezzi del greggio, al minimo dal 2009. L’Aussie si mantiene debole al di sotto del livello di prezzo 80, posizionandosi a 0,7941, laddove il Kiwi è scambiato invece a 0,7431. La Rbnz si riunirà giovedì prossimo.

Dopo il calo di ieri registrato nella bilancia commerciale del Giappone, lo yen è scambiato in territorio positivo guadagnando 14 punti contro il dollaro Usa fino a quota 118,33; viaggia invece a 133,07 nei confronti dell’euro.

Le oscillazioni della valuta comune sembrano ora in grado di stabilizzarsi dopo il polverone sollevato dall’annuncio del Qe europeo e dal risultato delle elezioni politiche in Grecia. L’euro è al momento scambiato a 1,1245 mentre i trader tentano di individuare il nuovo livello di equilibrio per una divisa che, solamente nell’ultima settimana, ha perso quasi 400 punti e ha toccato il nuovo minimo degli ultimi 11 anni.

L’indice del dollaro ha quasi raggiunto il suo massimo dell’ultima decade proprio mentre la fiducia verso il biglietto verde è pronta a lievitare ulteriormente nel caso in cui il Fomc dovesse dare conferma di voler rialzare i tassi già da quest’anno. Il dollaro Usa si è mosso in rialzo beneficiando inoltre di dati economici che evidenziano quanto stia migliorando lo stato di salute dell’economia statunitense. La forza del dollaro continua a incidere sulle sue controparti valutarie, con il CAD scambiato al minimo record a 1,2483 e la sterlina che stamattina viaggia in rialzo di 24 punti sino a 1,5097 dopo esser precipitata a quota 1,49 durante la scorsa settimana.

Il franco svizzero è scivolato a 0,9024 contro il dollaro Usa ed è lievitato sin oltre la parità contro l’euro (portandosi a 1,0149) proprio mentre i trader non hanno ancora individuato il nuovo punto di equilibrio per la valuta elvetica dopo l’annuncio della Banca Centrale Svizzera di 10 giorni fa e il programma di stimoli della Bce. I mercati valutari potrebbero voler così sfruttare questa settimana per posizionarsi in vista della riunione Fed di mercoledì pomeriggio.

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