Martedì i futures sul petrolio greggio per il mese di febbraio continuano a perdere terreno. A provocare le vendite sarebbe stata la dichiarazione da
Martedì i futures sul petrolio greggio per il mese di febbraio continuano a perdere terreno. A provocare le vendite sarebbe stata la dichiarazione da parte degli Emirati Arabi Uniti secondo la quale l’Opec non taglierà la produzione neanche nel caso in cui i prezzi dovessero scendere ai $ 40 al barile.
I trader tengono gli occhi bene aperti alla ricerca di segnali che indichino un eventuale taglio della produzione da parte dei produttori statunitensi. La scorsa settimana, un rapporto Baker Hughes ha segnalato un calo del numero di pozzi impegnati nella produzione; questo potrebbe significare che i produttori statunitensi cominciano ad avvertire un certo disagio. Qualora il fenomeno venisse confermato in futuro allora potrebbe cominciare il processo di definizione di un livello di fondo del prezzo.
L’aggiustamento di posizioni in vista della annuncio di politica monetaria della Fed di mercoledì ha contribuito a sostenere la coppia EUR/USD. Il rialzo è collegato anche all’aumento del tasso di interesse di riferimento in Russia, dal 6,5% al 17%.
La coppia EUR/USD si è mossa al rialzo nonostante un sondaggio fra i responsabili degli acquisti secondo il quale nel mese di dicembre l’attività nel settore privato dell’eurozona avrebbe registrato un incremento modesto. Questo ha consolidato l’idea che l’economia europea si appresti a chiudere l’anno sul terreno negativo. I dati Markit indicano un indice composito PMI salito dal 51,1 del mese di novembre al 51,7 nel mese di dicembre, ancora in prossimità del livello 50 che segna il confine fra un’economia in espansione o in contrazione.
Anche la coppia GBP/USD registra un rialzo nonostante un debole rapporto sull’inflazione. I dati dell’Ufficio Statistico Nazionale indicano che in GB il tasso di inflazione annuale è sceso all’1%, il minimo dal settembre 2002. A provocare la caduta sarebbe stato il calo dei prezzi del settore trasporti, a sua volta innescato dalla caduta dei prezzi del petrolio.
Il calo dell’inflazione all’1% porta l’indice al di sotto dell’obiettivo della Banca d’Inghilterra di un 2%. La contrazione era però prevista. Il mese scorso, il governatore della BoE Mark Carney aveva dichiarato che l’inflazione sarebbe dovuta rimanere sotto l’obiettivo di breve termine, e probabilmente sarebbe scesa sotto l’1% nel corso dei successivi sei mesi. Il rally di oggi è stato probabilmente provocato dalla caduta dell’inflazione in linea con le aspettative e non al di sotto. I trader molto probabimente hanno venduto sterline in eccesso e stanno usando il rapporto di oggi per effettuare delle aggiustamenti di posizione alla luce dei nuovi dati.
La volatilità sui mercati di oro, euro e sterlina britannica potrebbe essere collegata al basso volume di scambi in vista dell’annuncio di politica monetaria della Fed, atteso per domani. La rivelazione dei piani della Fed potrebbe provocare improvvisi e drastici cambi di direzione sul mercato.
James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.