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I Dati Cinesi E Il Taglio Dei Tassi D’interesse Promosso Dalla Banca Popolare Cinese Mantengono In Bilico I Trader Di Greggio

Da
Barry Norman
Aggiornato: Mar 2, 2015, 20:20 GMT+00:00

L'inaspettato taglio dei tassi di interesse apportato dalla Cina durane il fine settimana grava sui mercato delle materie prime a livello mondiale. Lo

I Dati Cinesi E Il Taglio Dei Tassi D’interesse Promosso Dalla Banca Popolare Cinese Mantengono In Bilico I Trader Di Greggio
I Dati Cinesi E Il Taglio Dei Tassi D’interesse Promosso Dalla Banca Popolare Cinese Mantengono In Bilico I Trader Di Greggio.

L’inaspettato taglio dei tassi di interesse apportato dalla Cina durane il fine settimana grava sui mercato delle materie prime a livello mondiale. Lo stimolo dovrebbe spingere la domanda in rialzo, tuttavia, mostra anche diversi problemi economici legati alla crescita del paese. Infatti,  l’eventuale rallentamento della crescita potrebbe pesare sull’economia riducendo la domanda globale di beni di consumo. I trader del greggio spingono i prezzi al di sotto dei 50$, il greggio WTI è scambiato a 49.40$ mentre il Brent rimane invariato a 62.21$ mostrando una leggera propensione al ribasso nella sessione di stamattina. Il dollaro statunitense posta un rally guadagnando 15 punti nelle prime ore della sessione asiatica raggiungendo quota 95.44. Il rialzo del dollaro peserà sulle materie prime negoziate con la suddetta valuta.

La banca centrale cinese ha dichiarato che il taglio di 25 punti base dei tassi di riferimento dei prestiti e dei depositi “non rappresenta un cambiamento nella direzione della politica monetaria.” Stando alle dichiarazione rilasciate dalla Mizuho Bank, l’istituto di credito non ha escluso la possibilità di apportare un ulteriore taglio di 25bps all’RRR (coefficiente di riserva obbligatorio) entro i prossimi 3-6 mesi qualora i prezzi del petrolio non raggiungessero un equilibrio e l’inflazione dei prodotti alimentari rimanesse inalterata.

Abbiamo assistito al rilascio di alcuni dati economici misti con un rapporto finale del PIL statunitense migliore del previsto. Tuttavia, i guadagni sono stati limitati dalle dichiarazioni dell’Opec che ha deciso di mantenere invariati i suoi livelli di produzione. L’Arabia Saudita e i principali produttori della suddetta organizzazione si rifiutano di convocare una riunione d’emergenza per contrastare il recente crollo dei prezzi del greggio. A tale proposito, ricordiamo come all’inizio della settimana un alto funzionario saudita abbia previsto un incremento della domanda globale di greggio entro la fine dell’anno.

Il greggio chiude la settimana con un calo dell’1,1%. Nel frattempo, i dati settimanali rilasciati da Baker Hughes hanno mostrato un calo di 43 unità negli impianti di perforazione statunitensi  di greggio e gas naturale, infatti, nella settimana terminata il 27 febbraio gli impianti attivi si attestano su quota 1.267 unità. I numeri mostrano un calo di 502 impianti rispetto a quelli attivi nello stesso periodo dello scorso anno. Le piattaforme petrolifere perdono 33 unità raggiungendo quota 986. Ricordiamo, inoltre, come il rapporto rilasciato venerdì dal Dipartimento del Commercio abbia mostrato come nell’ultimo trimestre del 2014 la crescita economica degli Stati Uniti abbia registrato un rallentamento più forte del previsto. Tuttavia, nonostante la revisione al ribasso, il ritmo di crescita del PIL del quarto trimestre era comunque al di sopra delle stime degli economisti.

Questo mese il greggio posta un rincaro del 16% chiudendo gennaio su quota 52,99 dollari al barile, il più grande guadagno mensile da maggio del 2009. Stando a quanto dichiarato da Daniela Corsini, analista presso la banca italiana Intesa Sanpaolo “i prezzi del greggio hanno toccato il fondo e si stabilizzeranno nei prossimi mesi prima di muoversi in rialzo verso la seconda metà dell’anno”. Tuttavia, altri sostengono che il recente rally del combustibile invertirà presto la sua rotta, poiché l’Opec ha deciso di non tagliare i suoi livelli di produzione. Infatti, secondo le previsioni effettuate da Carsten Fritsch presso la Commerzbank “il rally postato a gennaio dal combustibile è stato piuttosto esagerato e nelle prossime settimane subirà un inversione di rotta poiché il mercato del greggio continua a registrare un forte surplus delle scorte.”

Gli analisti Barclays  prevedono che nel secondo trimestre di quest’anno i prezzi del greggio si attesteranno su una media di 47$ al barile raggiungendo i 51$ entro la fine del 2015. Stando alle dichiarazioni rilasciate dal più importante gruppo energetico del paese, la China National Petroleum Corp, quest’anno la domanda implicita di greggio in Cina è destinata a crescere del 3%, un numero che supera le previsioni del 2,5% stimate dall’Agenzia Internazionale per l’Energia. Detto questo, gli Analisti di Phillip Future hanno mostrato un incremento della domanda proveniente dall’Eurozona e dal Giappone, infatti, venerdì, una società di intermediazione con sede a Singapore ha dichiarato quanto segue: “Se la crescita dovesse rimanere forte, il greggio potrebbe muoversi in rialzo poiché aumenterebbe la domanda.”

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