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Guerra in Ucraina, dopo 2 mesi come cambiano mercati ed economia

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Apr 22, 2022, 09:56 UTC

Guerra in Ucraina, dopo 2 mesi di tragici eventi, ecco come cambiano anche i mercati finanziari e l'economia chiamata a fare nuove scelte.

guerra in ucraina

Oltre 46 mila morti in due mesi di guerra in Ucraina, 12 milioni di sfollati e 565 miliardi di dollari in danni materiali. Quando si tocca il tema della guerra in Ucraina non si può che partire da questi dati drammatici e provvisori.

Il cambiamento di prospettiva con il quale l’economia globale si sta confrontando è inatteso, ma pone investitori e imprenditori di fronte a scelte da prendere senza troppi indugi.

Cosa è cambiato in due mesi di guerra in Ucraina? Ecco alcuni spunti.

Reshoring, si torna a produrre in Patria

In principio fu Donald Trump ad avviare la stagione del reshoring, cioè il rientro in patria della produzione; quindi la pandemia che ha messo fabbriche e città in quarantena e spezzato le catene di fornitura (vedasi Shanghai come esempio più recente).

La guerra in Ucraina e le sue conseguenze geopolitiche sull’approvvigionamento delle materie prime e i costi che queste ultime hanno raggiunto, stanno imponendo alle imprese un rimpatrio delle produzioni.

Nei fatti produrre all’estero non è più conveniente, perché i prezzi delle materie prime e del costo dell’energia è in crescita ovunque e poi ci sono i problemi sulla catena di approvvigionamento che stanno mandando in tilt le produzioni. Un esempio l’automotive e la scarsità di chip.

Produrre in patria torna ad essere conveniente e se sul breve questo sconvolge mercati ed economia, chissà che per alcuni Paesi come l’Italia non si trasformi in una rivincita.

Il ritorno in patria delle produzioni riguarda anche le materie prime agricole, perché il land grabbing in Europa potrebbe essere stato messo in discussione proprio dalla guerra in Ucraina. Produrre grano e altre materie agricole in Italia è forse tornato conveniente.

Investire o non investire nelle armi

Per difendere la democrazia, è morale o è immorale investire nelle armi? Il dibattito torna prepotente e impone scelte politiche, oltre che di portafoglio finanziario.

In Europa nei prossimi anni si assisterà ad un periodo di potenziamento degli armamenti e degli arsenali. I titoli azionari europei legati ai sistemi d’arma come Leonardo spa (LDO) sono balzati in poche settimane.

Morningstar fa notare che l’Obiettivo di sviluppo sostenibile numero 16 delle Nazioni Unite riguarda la pace, la giustizia e le istituzioni solide.

Servono anche le armi, come deterrente e non come forma di aggressione, per garantire la pace nel mondo? La risposta sembra darla il regime dittatoriale armato di testate nucleari che ha sede a Mosca: questa settimana ha testato il nuovo missile balistico intercontinentale Sarmat.

Il clima sotto scacco

La fine della pandemia avrebbe dovuto impegnare i governi nella transizione energetica per raggiungere gli obiettivi di zero emissioni (o quasi) entro il 2050.

Diciamocelo francamente, la guerra in Ucraina sembra “fatta apposta” anche per far fallire i piani di decarbonizzazione globali. Una delle conseguenze della guerra è, infatti, non meno ma più energia da fonti fossili. Almeno nell’immediato. Perché se nei prossimi mesi l’Europa dovesse avere problemi di approvvigionamento di gas per produrre elettricità, le centrali a carbone sono già in pre-allerta e chissà che la Germania non riapra le miniere di carbone chiuse sotto l’era Merkel…

L’Unione Europea si è risvegliata dipendente dal gas russo e dal petrolio russo? In realtà, come ha detto il ministro dell’economia italiano, Daniele Franco, al G20 a Whashington questa settimana, l’Ue si è svegliata dal sonno e si è resa conto di essere quasi al 100% dipendente da nazioni extra-comunitarie.

Guardiamo la mappa degli approvvigionamenti? Da dove arrivano il petrolio, il carbone e il gas naturale che servono a tutta l’Europa?

In fatto di scelte di sicurezza strategica, e le scelte in materia energetica lo sono, l’Unione Europea non potrebbe essere più deficitaria.

Da un punto di vista energetico, l’Ue è sotto il ricatto di tutti e non solo della Russia. Ad esempio, il gas che l’Italia sta prendendo in Africa da più fonti per “diversificare” ci costerà più di quello russo.

Guerra in Ucraina, 46 mila morti in due mesi.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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