Sembrava che i mercati valutari dovessero scivolare nel 2015 senza particolari scossoni, con la maggior parte dei trader ancora in vacanza, così come i
Il dollaro Usa ha guadagnato 5 punti nel corso della sessione asiatica per essere scambiato a 90,59. Il timore maggiore riguarda le prossime elezioni in Grecia, ove gli elettori potrebbero decidere di dar voce a tutta la propria sfiducia verso i piani di riforma economica improntati sull’austerità e contenuti nel piano di salvataggio internazionale premiando il partito di estrema sinistra Syriza e inaugurando una nuova stagione di incertezza politica. Non a caso si è tornati a parlare di “Grexit”. Ma alla luce dei danni prodotti dalla Grecia sul sistema finanziario dell’Eurozona nel biennio 2010-12, è altamente improbabile che anche questa volta possa avere luogo una crisi finanziaria di tale entità. A quel tempo tutto ruotava attorno al rischio-contagio per economie molto più grandi e importanti, quali quelle di Spagna e di Italia.
Si riteneva che entrambi questi due paesi fossero insolventi – ovvero incapaci di onorare il proprio debito pubblico: in realtà non era vero. A differenza della Grecia, lei sì che era insolvente, la Spagna e l’Italia vissero una crisi di liquidità innescata dal panico e dalla paura. Ma entrambi i paesi furono in grado di sostenere il peso dei rispettivi debiti pubblici, peraltro a tassi d’interesse ragionevoli. Il problema si pose quando a fronte dell’intensificarsi della crisi greca, i mercati iniziarono a chiedere tassi sempre più alti anche per Spagna e Italia.
Ieri Berlino ha avvistato Atene che il supporto tedesco alle economia del paese ellenico dipenderà dalle riforme del nuovo esecutivo ellenico e dal rispetto per i piani di salvataggio precedentemente concordati.
Alla notizia delle elezioni anticipate in Grecia, che peraltro ha sollevato più di un dubbio sul fatto che il prossimo esecutivo vorrà rispettare le politiche di austerità imposte al paese ellenico dai suoi creditori internazionali, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble si è affrettato a emanare un comunicato dicendo che “continueremo a sostenere la Grecia nel suo processo di risanamento, ma se Atene dovesse scegliere un percorso diverso, allora le cose diverrebbero difficili. Le elezioni non avranno alcuna ripercussione sugli impegni assunti dal precedente governo di Atene e qualsiasi formazione gli dovesse succedere sarà tenuta a rispettare quanto pattuito dall’esecutivo Samaras”.
Sul fronte asiatico, la Cina ha appena rivisto al ribasso le sue previsioni di crescita per il 2015 dal +7 al +6%. E con le importazioni incapaci di centrare le previsioni, l’economia cinese rischia di mancare anche il target per l’anno corrente. Nel corso dei primi 11 mesi del 2014, i commerci totali sono aumentati solamente del +3,5% su base annua in termini di dollari Usa, stando a quanto calcolato dal Dow Jones Newswires. L’apprezzamento del dollaro Usa e il calo delle previsioni di crescita cinesi non hanno mancato di incidere sulle quotazioni delle valute di Australia e Nuova Zelanda. L’AUD è caduto di 4 punti a 0,8127 mentre il Kiwi di 7 a 0,7779. Secondo un’indagine di Reuters, a dicembre la crescita del settore manifatturiero cinese dovrebbe essere rallentata al minimo degli ultimi 18 mesi, alimentando i segnali che puntano a un rallentamento più prolungato di quanto preventivato della seconda economia mondiale, tanto da indurne le autorità monetarie a varare nuove misure di stimolo. La previsione media degli 11 economisti intervistati stima che la lettura ufficiale dell’indice PMI manifatturiero per dicembre calerà al 50,1, il livello più basso dal giugno 2013, dal 50,3 di novembre. Il valore dell’indicatore sarà reso noto giovedì.