Mercoledì il mercato del greggio WTI si muove in rialzo testando la maniglia dei 51$, tuttavia, questa mattina perde 47 centesimi per attestarsi su quota
Mercoledì il mercato del greggio WTI si muove in rialzo testando la maniglia dei 51$, tuttavia, questa mattina perde 47 centesimi per attestarsi su quota 50,53$. Il Brent segue le orme del greggio, infatti, nella sessione di ieri era scambiato a 61,93$, tuttavia, questa mattina perde 66 centesimi ed è negoziato a 61,27$. Il ribasso del dollaro statunitense ha supportato il rincaro dei prezzi delle materie prime. Il Brent guadagna lo 0,2% sulla scia della dichiarazioni rilasciate dal presidente della Fed, Janet Yellen, tuttavia, il greggio mostra segni di debolezza poiché martedì si muove in ribasso per la quinta sessione consecutiva sulla scia di un accumulo delle scorte più forte del previsto.
Detto questo, il greggio chiude in rialzo dopo che il ministro del petrolio dell’Arabia Saudita ha citato un incremento della domanda mostrando come le fabbriche cinesi stiano producendo più del previsto. I forti numeri della scorte di greggio mostrati dal governo degli Stati Uniti hanno inizialmente accerchiato il sentimento rialzista, tuttavia, il calo della scorte dei prodotti raffinati ha supportato il mercato.
Stando a quanto riportato mercoledì dal rapporto EIA, la scorsa settimana le scorte di greggio statunitense hanno registrato un aumento di 8.4 milioni di barili per attestarsi su quota 434,07 milioni di barili. A Cushing, Oklahoma, il punto di consegna per il contratto di greggio degli Stati Uniti, le scorte sono aumentate di 2,4 milioni di barili. Tuttavia, sempre secondo il rapporto EIA, le scorte di benzina hanno postato un calo di 3,1 milioni di barili, un calo superiore quello precedentemente stimato dagli analisti interpellati da Reuters. Le scorte dei distillati, che includono gasolio e cherosene, perdono 2,7 milioni di barili mostrando un calo inferiore alle aspettative.
Durante un commento pubblico, il ministro del petrolio dell’Arabia Saudita, Ali al-Naimi, ha dichiarato che la domanda di greggio inizia ad aumentare e che i mercati sono piuttosto calmi. A tale proposito ricordiamo come il greggio abbia rimbalzato dai minimi degli ultimi sei anni. Infatti, dal mese di giugno il combustibile ha perso il 60% del suo valore iniziale postando, nel mese di gennaio, i minimi dal 2009 a 45$ al barile. Attualmente, i prezzi del Brent del Mare del Nord, punto di riferimento internazionale , si attestano in prossimità dei 60$.
Ricordiamo come nella riunione di novembre, la forza trainante della decisione Opec, decisione che ha visto i membri dell’organizzazione scegliere di mantenere la quota di mercato piuttosto che ridurre i livelli di produzione, fu proprio Naime. L’esito della suddetta riunione ha spinto i prezzi del greggio fortemente in ribasso, postando livelli inattesi anche dai principali produttori del Golfo Opec, gli stessi che si erano opposti al taglio richiesto dagli altri membri. Da allora, abbiamo assistito a forti mormorii e contestazione pubbliche tra i membri Opec e i produttori non appartenenti alla suddetta organizzazione, poiché in molti hanno contestato la decisione dell’Arabia Saudita.
Il gas naturale guadagna 15 punti con i trader pronti ad approfittare dei rincari e delle perdite del combustibile per passare alla presa di beneficio almeno fino a quando le tempeste invernali manterranno al freddo gli Stati Uniti. Con l’avvicinarsi della fine dell’inverno le gelide temperature degli ultimi mesi dovrebbero lasciare il posto ad un marzo piuttosto caldo. Intanto in vista dell’odierno rilascio del rapporto d’inventario il gas naturale si attesta su quota 2,885$.