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Grecia, Yellen e Draghi: i trader valutari trattengono il fiato

Da
Barry Norman
Pubblicato: Feb 23, 2015, 17:48 GMT+00:00

Si è appena aperta l’ultima settimana di febbraio, con i trader speranzosi di poter assistere a una soluzione della crisi greca. L’impressione è che

Grecia, Yellen e Draghi: i trader valutari trattengono il fiato

Si è appena aperta l’ultima settimana di febbraio, con i trader speranzosi di poter assistere a una soluzione della crisi greca. L’impressione è che l’Eurozona rimarrà unita mentre già si guarda all’avvio del programma di stimoli targato Bce. Venerdì scorso le autorità elleniche e i governi europei hanno raggiunto un accordo sulla rinegoziazione del debito di Atene: il governo Tsipras dovrà sottoporre ai creditori un elenco di misure economiche da attuare come controparte all’estensione di 4 mesi del programma di salvataggio; i partner europei dovranno invece giudicare se queste saranno sufficienti o meno. Le mosse odierne di trader e investitori saranno dettate proprio dagli esisti dall’incontro di venerdì. L’euro si muove piatto in apertura di sessione ed è scambiato a 1,1384 mentre il dollaro Usa guadagna qualche punto. Le attenzioni dei mercati saranno rivolte anche all’audizione fissata per domani del presidente Fed Yellen davanti ai legislatori del Congresso Usa: le parole e le previsioni del numero uno dell’istituto statunitense potrebbero provocare una certa volatilità. Il dollaro Usa è frattanto scambiato a 94,44. Le parole di Yellen sulla politica monetaria Usa e sullo stato dell’economia a stelle e strisce seguono la pubblicazione dei verbali della riunione Fomc di gennaio, che hanno evidenziato come la maggioranza dei membri del Comitato non abbia alcuna fretta di procedere al rialzo dei tassi. La gran parte degli investitori è convinta che l’intervento sui tassi Usa arriverà quest’anno.

Nel corso della sessione asiatica i volumi di trading sono ancora limitati con i mercati cinesi che rimarranno fermi per una festività per altri due giorni. Lo yen giapponese si muove lievemente in rialzo dopo la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione di politica monetaria della Banca del Giappone. Il governatore Kuroda ha affermato oggi che il crollo dei prezzi del greggio provocherà un rialzo dell’inflazione e dei prezzi al consumo nel lungo periodo dal momento che aumenterà l’attività economica. Parlando davanti al Parlamento, Kuroda ha detto che “non c’è stato alcun mutamento nella nostra intenzione di raggiungere quanto prima il target dell’inflazione al 2%, il che dovrebbe avvenire entro i prossimi due anni”. Il numero uno dell’istituto nipponico ha in particolare risposto a un parlamentare dell’opposizione che lo aveva invitato ad ammettere il fallimento della strategia della Banca del Giappone dopo che il tracollo dei prezzi del petrolio aveva ulteriormente allontanato dal loro obiettivo la crescita dei prezzi. Lo yen nipponico è scambiato a 118,95 contro il dollaro Usa e a 135,41 contro l’euro.

Il dollaro australiano si mantiene ben saldo a 0,7835 mentre il kiwi è caduto di 7 punti sino a 0,7520. Le oscillazioni del dollaro Usa hanno inciso sulle quotazioni di entrambe le valute anche se i trader della seconda sono in attesa di un’eventuale revisione da parte di Fonterra sulle proprie aspettative di prezzo a seguito dell’ultima asta.

Il calendario odierno è particolarmente scarno, anche se alcuni eventi terranno i trader ben occupati. Domani la Fed potrebbe rivelare qualcosa di nuovo sull’atteso rialzo dei tassi, mentre il presidente Bce Draghi terrà un intervento pubblico sulla situazione in Grecia e sul prossimo programma di stimoli monetari. Mercoledì i trader cinesi ritorneranno a operare dopo le feste del capodanno, mentre parlerà nuovamente il presidente Draghi.

 

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