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Gli italiani comprano sempre meno carburanti in autostrada: -83%

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jan 15, 2019, 09:33 UTC

Gli italiani comprano sempre meno carburanti in autostrada, lo rivela una indagine della Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti (FIGISC).

carburanti in autostrada

Quello che appare chiaro è che gli italiani comprano sempre meno carburanti in autostrada. A metterlo in evidenza gli studi condotti negli ultimi anni dalla ANISA in collaborazione con la Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti (FIGISC), su dati forniti da AISCAT.

L’analisi si è basata su uno storico dati che va dal 1998 ad oggi e mostra come a fronte dell’aumento del 29,46% di chilometri percorsi in autostrada, il numero di litri di carburanti acquistati dall’utenza è crollato del 63,97% (1998 – 2016).

La benzina in autostrada la meno acquistata

I dati riportati sommano benzina, diesel e Gpl, mentre se si restringe la serie storica, e si parte dal 2001, il dato negativo è ancora più netto per la sola benzina: -83,3% avendo come ultimo anno di rilevazione il 2017.

L’erogato medio è sceso negli anni vorticosamente, come mostrano i dati qui sotto riportati:

  • 10,248 milioni di litri/pv nel 2001,
  • 8,57 milioni di litri/pv nel 2007,
  • 5,27 milioni di litri/pv nel 2012,
  • 3,72 milioni di litri/pv nel 2017.

Il Gpl erogato in autostrada resiste

Diverso il discorso per il Gpl che dal 2001 a oggi ha perso il 5,3%, ma sul 2007 guadagna il 48% e poi torna a perdere a partire dal 2012, -12,6%.

Stabile il numero di aree di servizio carburanti attive

L’analisi ANISA mostra come il numero di aree di servizio carburanti attive sia rimasto stabile nel tempo.

  • Nel 2001: 408 stazioni carburante attive.
  • Nel 2007 e 2012: 415 stazioni carburante attive.
  • Nel 2017: 403 stazioni carburante attive.

Tutta colpa dei pedaggi autostradali

Secondo l’indagine Anisa e della FIGISC, tra il 2001 e il 2017 i pedaggi autostradali sono lievitati del +94,6%, ovvero sono aumentati del 66,1% a livello di resa per chilometro percorso.

Questo potrebbe essere una variabile utile a capire perché gli italiani spendono meno in carburanti sulle autostrade. Sicuramente non è l’unica come sottolinea la relazione vendite dell’ANISA.

La pressione fiscale e la concorrenza extrarete

La pressione fiscale sul costo dei carburanti è un peso oggettivo, gli italiani tendono a risparmiare per un carburante diventato troppo caro.

Alla pressione fiscale si aggiunge anche la concorrenza dei distributori di carburanti extrarete autostradale, in particolare quelli posti in prossimità degli svincoli e tangenziali afferma il report ANISA.

Ma il rapporto non nasconde che il calo nei consumi di carburante è dovuto anche a:

“l’effetto di politiche commerciali aziendali durevoli, quali l’incremento generalizzato dei prezzi dei carburanti nella rete autostradale”.

Un aumento dovuto alle continue conflittualità tra fornitori e rivenditori finali.

Il report non dimentica di sottolineare come in alcuni anni le stazioni di carburante autostradali siano state escluse da alcune promozioni come gli sconti nel week-end.

Tutta colpa della ‘disaffezione’?

Concludendo, il report ANISA indica nella “progressiva disaffezione della clientela”, causata da prezzi troppo alti, non solo dei carburanti, ma in generale anche dei servizi offerti dalla rete autostradale.

Disaffezione che ha orientato gli utenti a rifornirsi prima di entrare in autostrada e in uscita da essa.

Il miglioramento tecnologico va considerato

Nelle prossime analisi, potrebbe risultare interessante tenere conto anche del miglioramento tecnologico che nell’ultimo ventennio ha riguardato il settore dell’automotive.

Non va trascurato che le case automobilistiche hanno condotto molta ricerca su motori sempre più performanti, e capaci di consumare meno carburante per chilometro percorso.

Un netto miglioramento si è avuto per i motori delle autovetture e dei mezzi di trasporto pesanti.

Negli ultimi anni poi, assistiamo alla diffusione delle auto ibride: motore a combustione più elettrico.

Come fa notare un dossier del Sole 24 ore del 13 gennaio 2018, esiste una vera e propria roadmap dei motori elettrici da qui al 2025.

Il futuro non è più dei carburanti, forse è il caso che i gestori (tutti) di stazioni di servizio carburanti ne tengano conto preparandosi con una propria roadmap.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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